“Jobs Act: il contratto a tutele crescenti”, una riforma con più ombre che luci

“Jobs Act: il contratto a tutele crescenti”, una riforma con più ombre che luci

Gabriele Quattrocchi

“Jobs Act: il contratto a tutele crescenti”, una riforma con più ombre che luci

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domenica 17 Maggio 2015 - 22:24

Nell’aula consiliare della Provincia si è svolto sabato il convegno organizzato dall’associazione D.U.O. Onlus. Apprezzati dai numerosi partecipanti gli interventi degli ospiti invitati alla tavola rotonda

È un bilancio con più ombre che luci, quello sulla riforma del diritto del lavoro in Italia, emerso nel corso del convegno Jobs Act: il contratto a tutele crescenti”, organizzato dall’Associazione D.U.O. Onlus, presieduta da Genny Lello.

In occasione del primo evento promosso dalla D.U.O. Onlus, la dott.ssa Lello ha illustrato le finalità dell’Associazione “Donne e Uomini nella Organizzazione”. «Ci sorregge non solo la passione civica ha dichiarato la presidente della D.U.O. ma soprattutto la convinzione che approfondire il tema della Organizzazione può contribuire a risolvere conflittualità latenti per un verso e potenzialità inespresse per altro verso, in ogni ambito, da quello familiare a quello lavorativo a quello della Polis».

Apprezzati dai numerosi partecipanti gli interventi degli ospiti invitati alla tavola rotonda: il prof. Maurizio Ballistreri, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di Messina; l’avvocato Assunta Massaro; il prof. Giovanni Moschella, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università di Messina; il prof. Don Antonio Meli, docente di Scienze della Comunicazione presso l’Istituto Teologico San Tommaso; la dott.ssa Maria Celeste Celi, direttrice del Cirs; l’avvocato ed ex City Manager del Comune di Messina, Emilio Fragale; il dott. Tonino Genovese, Segretario generale della Cisl Messina.

Dalle relazioni è emerso che «in questa profonda ristrutturazione, il “mondo del lavoro” si è trasformato in “un mercato del lavoro», secondo il prof. Ballistreri. «Ciò che è stato maggiormente sacrificato è la tutela contrattuale», ha aggiunto Ballistreri, in quanto, abbandonando i contenuti del vecchio Art. 18, nel caso di licenziamento senza un giustificato motivo, si è passati dal reintegro al risarcimento. Ed anche lo stesso risarcimento è stato a sua volta ridimensionato, prevedendo un versamento al massimo di 24 mensilità.

L‘avvocato Massaro ha concesso qualche punto a favore del Jobs Act, in quanto «può costituire una spinta per il nostro Paese oltre che per lo stesso contratto a tempo indeterminato».

Inoltre, come ha fatto notare il prof. Moschella, la tanto osannata flessibilità non ha fatto altro che produrre «un ribaltamento del fatto che dapprima la regola era il contratto a tempo indeterminato e l’eccezione il contratto a tempo determinato”. Il prof. Moschella, d’accordo con gli altri relatori, ha avvertito che sono già stati indicati almeno due motivi per ricorrere alla Corte Costituzionale: la presunta non conformità alla legge delega, oltre che ai principi costituzionali di razionalità del sistema e di contrasto delle diseguaglianze senza giustificazioni.

I primi dati raccolti dalla Cisl sul territorio della provincia di Messina, li ha forniti il segretario generale Genovese: tra gennaio e marzo l’occupazione è aumentata di 328 unità, mentre, comparando il 2014 con l’anno corrente, in quest’ultimo sono stati 907 i contratti a tempo indeterminato stipulati in più, a discapito, quindi, di quelli a tempo determinato. Certo, «più che a tutele crescenti si tratta di un contratto a indennizzi crescenti», ha detto Genovese, che si riserva di analizzare i risultati a medio e lungo termine prima di fornire una valutazione completa.

Sul piano etico, il prof. Meli ha evidenziato come la considerazione del lavoro si è spostata verso altre dottrine e modi di pensare, diversi da quella cristiana, per la quale «col lavoro l’uomo collabora con Dio, partecipando e continuando l’opera della Creazione».

Della risposta da dare alle famiglie e ai singoli si è preoccupata la dott.ssa Celi, nella sua veste di professionista impegnata nel sostegno e nell’inclusione sociale di donne svantaggiate. «Ciò che si rende necessario – ha spiegato – è l’incentivazione di quelli che prima venivano chiamati lavori socialmente utili, con l’impegno delle amministrazioni locali».

«Siamo in una realtà che non può accettare affabulazioni – ha detto Emilio Fragale – se, infatti, il lavoro diminuisce, non si può utilizzare il termine “job” nel titolo della riforma. Allora, è necessario che gli spazi da conquistare siano spazi di civiltà”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti anche Grace Pagano, imprenditrice, Santino Monforte, responsabile ferrovieri FIT Cisl, Annamaria Tarantino, già consigliera Commissione Pari Opportunità; Ester Isaja, rappresentante FIDAPA Messina Capo Peloro; Gianni Toscano, già rappresentante del Senato dell’Università di Messina; Simone Coletta, rappresentante CSASU Università di Messina.

Gabriele Quattrocchi

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