Parchi urbani. Ripresa vicina a Giostra, impasse a Camaro

Parchi urbani. Ripresa vicina a Giostra, impasse a Camaro

Marco Ipsale

Parchi urbani. Ripresa vicina a Giostra, impasse a Camaro

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domenica 03 Dicembre 2017 - 06:50

Manca solo l’ultimo via libera da parte della Soprintendenza per il Parco della Magnolia, ma sembra esserci l’accordo tra le parti. Tutto fermo a Camaro, invece, fin quando non verrà nominato il nuovo commissario Iacp

La consegna dei lavori è del 2012, lo stop del 2014. Ma anche in quei due anni è stato fatto davvero poco. Tempi lunghi prima per la caratterizzazione dei rifiuti, poi per lo smaltimento dell’amianto, in pratica era stata solo liberata l’area ed erano state realizzate le rampe per i disabili e i bagni. Il parco della Magnolia, a Giostra, lì dove un tempo sorgeva la “baraccopoli Volàno”, dovrà rappresentare la rinascita di un’area che invece, finora, è rimasta solo il simbolo del degrado sociale.

Ma perché i lavori si sono fermati nel 2014? Lo spiega il responsabile unico del procedimento, l’arch. Pietro Visalli, che un anno fa ha preso il posto del collega Ulisse Cambria, andato in pensione. “Il nulla osta originario era del 2007, poi la Soprintendenza ha richiesto diverse modifiche al progetto a cantiere aperto, coinvolgendo anche la responsabile dell’Orto Botanico, Rosamaria Picone, che aveva chiesto che, per un certo raggio attorno al fusto della magnolia, tutto venisse lasciato libero, eliminando il giardino previsto e le opere a corredo. Nel frattempo l’impresa era andata in crisi economica, tanto che il vecchio rup aveva suggerito la risoluzione del contratto ma si è scelto di continuare per non aprire un contenzioso legale, che avrebbe comportato ulteriori perdite di tempo”.

A maggio 2016 il cambio al vertice della Soprintendenza, da Scimone a Micali e, a fine anno, il cambio del rup. “Poco dopo essere stato incaricato – prosegue l’arch. Visalli -, ho esposto alla Soprintendenza la situazione di stallo dicendo che, nel caso in cui si fosse stravolto il progetto originario, diventava necessario chiudere il rapporto con l’impresa e fare una nuova gara, coi costi conseguenti. Un conto è fare piccole modifiche, altro conto è stravolgere tutto in presenza di un appalto già avviato. A questo punto la Soprintendenza ha confermato il progetto originario con le sole prescrizioni fornite dall’Orto Botanico, in modo tale da restare entro i termini di legge per continuare con la stessa impresa. Si è quindi composto un nuovo gruppo di progettazione interno all’Iacp che, in questi giorni, sta completando la perizia da fare sottoscrivere all’impresa. Una versione di questa variante è stata presentata a settembre alla Soprintendenza e, proprio ieri, ci sono stati chiesti dei piccoli chiarimenti, ai quali risponderemo a breve. Penso che la Soprintendenza ci darà il nulla osta definitivo in tempi rapidi, poi inviteremo l’impresa a firmare la variante. Rispetto all’importo originario di circa 1 milione e 600mila euro, c’è una riduzione di circa 300mila euro, fondi che andranno in economia e potranno essere utilizzati su altri cantieri se la Regione darà autorizzazione, viceversa torneranno indietro a Palermo”.

Insomma sembra finalmente vedersi la luce in fondo al tunnel. “Penso di sì – conclude l’arch. Visalli -, l’impresa si è detta disponibile a riprendere il cantiere. Anzi avevo chiesto di ricominciare subito i lavori nella parte non interessata dalla variante ma la ditta ha preferito aspettare di avere il progetto completo per avere un quadro definitivo delle opere da realizzare. Se non ci saranno altri intoppi, comunque, si tratterà di aspettare ancora un paio di mesi, poi finalmente i lavori potranno riprendere”.

E se a Giostra si vede la luce, a Camaro è notte fonda. Anche qui un parco urbano fondamentale per risanare un’area degradata, con tanto di anfiteatro da 500 posti, e anzi i lavori sono in fase molto più avanzata. Peccato siano stati interrotti nel 2014. Il 10 aprile 2015 la risoluzione del contratto con l’impresa, la Mecoin, per inadempienze. Secondo la perizia di variante redatta dal rup, l’arch. Giovanni Rinaldo, per completare l’opera ci sono ancora lavori da 430mila euro, così come scritto in risposta ad uno dei tanti solleciti del consigliere comunale Libero Gioveni e del collega della III circoscrizione, Alessandro Cacciotto, che speravano nell’affidamento alla seconda classificata per ridurre i tempi di ripresa. “E’ da valutarne la fattibilità – spiega la coordinatrice generale e dirigente ad interim del settore tecnico dell’Iacp, Maria Grazia Giacobbe – ma è più probabile che si debba rifare la gara”. Il problema? L’Istituto ha solo un commissario ad acta, Giovanni Rovito, nominato un mese fa “coi poteri contati – prosegue la Giacobbe -. Ad esempio non presiede la commissione tecnica, che quindi non può essere convocata, ed è necessaria per approvare la perizia sullo stralcio del progetto. Lo scorso 2 novembre ho sollecitato l’ampliamento dei poteri, chiedendo espressamente la sottoscrizione degli atti propedeutici alla convocazione della commissione tecnica integrata e la presidenza. Speriamo che la nuova amministrazione regionale nomini al più presto un commissario con pieni poteri. Gli atti di contabilità finale per il progetto sono già depositati al Genio Civile, serve solo un’integrazione per la parte elettrica, i 430mila euro necessari sono disponibili perché rientrano nel finanziamento originario. Una volta approvato lo stralcio del progetto, la perizia viene trasmessa al Comune per la presa d’atto e poi si può finalmente andare in appalto. Ma se non c’è la commissione tecnica per l’approvazione non si può fare niente”.

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