“Anomalisa”, la percezione dell’altro

“Anomalisa”, la percezione dell’altro

Tos Siragusa

“Anomalisa”, la percezione dell’altro

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venerdì 22 Aprile 2016 - 22:03

Sulla rotta della decima musa: un’autentica relazione amorosa fra due pupazzi nel film d'animazione di Charlie Kaufman. Impressioni a cura di Tosi Siragusa

Charlie Kaufman, già sceneggiatore di “Essere John Malkovich” e “Se mi lasci ti cancello” ha portato sui nostri schermi lo script di “Anomalisa”, di cui è anche coregista, unitamente a Duke Johson, un lungometraggio è stato girato in stop-motion, candidato all'Oscar come miglior film d'animazione con due pupazzi come protagonisti: Michael, motivatore d'impiegati nei servizi clienti, che s'innamora di Lisa, rappresentante di dolci.

Non ci sono attori (e tanto meno famosi) e la storia colpisce tantissimo di per sé. Kaufman gioca bene, ancora una volta, con l'artificio, secondo il concetto brechtiano di “presentazione” ma cerca anche un'interazione emotiva con il pubblico, raccontando di personaggi riconoscibili e identificabili, sinceri, sul piano delle relazioni umane. Colpisce tanto per il suo realismo una scena di sesso fra i due protagonisti-pupazzi, girata con maniacale accuratezza per sei lunghi mesi e se ab initio in sala si è sentita qualche risatina nervosa, poi è sceso il silenzio e gli spettatori sono rimasti colpiti e intrigati dalle emozioni delle due creature animate. Insomma, un rapporto più vero di quelli veri stessi, pur senza attori umani (anzi, probabilmente proprio in questo sta la sua forza). Lo sceneggiatore-coregista non è chiaramente alla ricerca di facili simpatie, sperimentando sempre, invece, nuovi territori e quel senso di reale finzione lascia il segno sul piano psichico, potendosi quasi sentire le emozioni di Michael e Lisa.

Il film è piaciuto e piacerà, ma l'idea, pur bellissima, non è stata di per sé vendibile, la Paramount solo dopo la realizzazione – analizzata l'opera – l’ha prodotta, mentre i fondi iniziali sono stati raccolti su Kickstarter, in rete, ed è frustrante sapere che storie molto più banali incontrano invece poche difficoltà di produzione e distribuzione. Certo, dal 2011, con l'11 Settembre, e dopo con il crollo dei mutui e, poi ancora con la crisi economica che ha cambiato il mondo del cinema, i registi non riescono facilmente a fare film a medio budget, che siano di rilievo. In conclusione, la scintilla iniziale per l'originale sceneggiatura è stata, ancora, l'esplorazione di come funziona una relazione nella mente di chi la vive, un'idea ridotta all'osso e sempre convincente per questo accattivante lungometraggio, che avrebbe meritato una presenza più continua sugli schermi messinesi e non essere relegato a una sola serata nella scelta del cinema d'autore del Multisala Iris.

Tosi Siragusa

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