Rapinarono la banca di Malfa, in manette i due malviventi. Decisiva la collaborazione degli isolani

Rapinarono la banca di Malfa, in manette i due malviventi. Decisiva la collaborazione degli isolani

Veronica Crocitti

Rapinarono la banca di Malfa, in manette i due malviventi. Decisiva la collaborazione degli isolani

venerdì 07 Marzo 2014 - 12:26

Lavoro congiunto della Compagnia di Milazzo, di Vercelli e della Stazione di Salina per risalire all'identità dei due rapinatori che, lo scorso 17 settembre, misero a segno un colpo alla Banca Nuova di Malfa, a Salina

Lo scorso 17 settembre avevano scosso la tranquilla isola di Salina mettendo a segno un colpo alla Filiale della “Banca Nuova” di Malfa.
Una rapina organizzata nei minimi dettagli che avrebbe dovuto fruttare ai due malviventi oltre 100mila euro ma che, a causa qualche intoppo, si era risolta in un piccolo fallimento: in tasca solo 2mila euro, un passamontagna perso all’interno della banca, la corsa verso gli aliscafi, il veloce cambio programma a causa di un presidio dei carabinieri e, stamattina, l’arresto.
Finisce così l’avventura del trentaduenne barcellonese, S. C., incensurato e cuoco, e per il trentacinquenne milazzese, pregiudicato, disoccupato e attualmente domiciliato a Vercelli, G. C..
Il loro piano sarebbe potuto essere perfetto. Quel pomeriggio del 17 settembre, poco prima della rapina, G. C. si era incontrato col complice, aveva indossato i suoi abiti ed un suo passamontagna e poi, insieme, si erano avviati verso la Banca.
Una filiale che Catanzaro conosceva bene considerando che, nelle settimane precedenti, si era recato più volte e, con la scusa di finte operazioni di apertura conto corrente, aveva effettuato attenti sopralluoghi.
Il ruolo di C., invece, era quello di basista. Conosceva l’isola in quanto vi aveva lavorato per diverso tempo come cuoco e come elettricista e, quindi, era stato suo compito calcolare il percorso dalla banca agli aliscafi, prendere nota degli orari e delle partenze, fornire un alloggio per la sera se qualcosa fosse andato storto.
Così quel pomeriggio, con in mano un coltello da cucina, C. si era fatto strada all’interno della banca minacciando il cassiere. Sapeva che gli alberghi avevano appena depositato i ricavi della settimana e, quindi, sperava di andare sul sicuro. In realtà, un improvviso trambusto aveva costretto C. a prendere solo 2 mila euro ed allontanarsi velocemente. Nella fuga gli era anche scappato il passamontagna.
La successiva analisi delle tracce di Dna è così risultata determinante per risalire all’identità di C., leggittimo proprietario del berretto.
Ad incastrare i due, in realtà, sono stati numerosi elementi. Le indagini condotte dai militari dell’Arma della Stazione di Salina e della Compagnia di Milazzo, coordinate dal pm Francesco Massara, si sono avvalse sia della collaborazione dei cittadini isolani sia delle numerose intercettazioni telefoniche nonché dell’attenta visione di oltre 100 ore di immagini di videosorveglianza.
E’ stato grazie a questo intenso lavoro che si è così potuti giungere alla ricostruzione di quella rocambolesca rapina e all’arresto dei due malviventi.
Uno di loro, G. C., è stato ammanettato a Vercelli grazie alla collaborazione della Compagnia locale. Il ragazzo, infatti, era lì domiciliato anche se, nella realtà, non aveva una dimora fissa.
Sia per lui che per C., il Gip Anna Adamo ha concesso i domiciliari.
Veronica Crocitti

Un commento

  1. i domiciliari??? n siamo ridicoli…………….

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