Le istanze del territorio messinese per una rete ospedaliera efficiente

Le istanze del territorio messinese per una rete ospedaliera efficiente

Le istanze del territorio messinese per una rete ospedaliera efficiente

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sabato 03 Febbraio 2018 - 08:13

Numerosi gli interventi al convegno organizzato dall'Università Pegaso

La sala Sinopoli del Vittorio Emanuele era affollata da manager, DG, medici, operatori del settore sanità. Ben 3 assessori della giunta Musumeci hanno ascoltato le istanze del territorio e tracciato quelle che potrebbero essere le linee guida per il futuro. Obiettivo comune è stato senza dubbio quello di migliorare un sistema che ancora oggi paga le conseguenze di una profonda disparità tra nord e sud in termini di risorse.

L'iniziativa, voluta dall'Università telematica Pegaso, come illustrato dal presidente Nanni Ricevuto ha centrato l'obiettivo di approfondire problematiche complesse che riguardano medici, infermieri, operatori sanitari, ma soprattutto utenti-pazienti.

A coordinare i lavori il giornalista Massimiliano Cavaleri mentre il presidente dell’Ordine dei medici di Messina Giacomo Caudo ha introdotto i singoli interventi. E’ stato proprio Caudo a sottolineare come in Sicilia abbiamo un’aspettativa di vita minore che nelle altre Regioni e come vi siano anche una serie di problematiche legate ai disagi di chi a vario titolo opera nel mondo della sanità.

E’ stato il professor Dino Bramanti ad illustrare sinteticamente la storia e gli obiettivi dell’Irccs-Piemonte spiegando cosa sono gli Irccs in Italia, quali continui controlli e verifiche vengano effettuate. “Siamo un istituto pubblico è bene chiarire una volta per tutte questo aspetto ed il riconoscimento come Irccs da parte di due ministeri è arrivato nel 2005. Con la legge 24 del 2015 siamo diventati Irccs-Piemonte aggiungendo ulteriori specialistiche alle neuroscienze. Stiamo anche operando per il Bioparco delle neuro-fragilità che sorgerà nell’area dell’Istituto Marino di Mortelle”

In rappresentanza dell’ospedalità privata (Aiop) è intervenuto Gustavo Barresi che si è soffermato sia sui numeri “740 posti letto, 1000 dipendenti, 68 milioni di euro dalla Regione e prestazioni per 80 milioni” che sulle eccellenze raggiunte in settori come l’ortopedia che sulla necessità di abbattere le barriere tra pubblico e privato “la partita non è tra pubblico e privato ma per la buona sanità”.

Di grande interesse l’intervento di Filippo Anelli (presidente nazionale della FNOMCeO (federazione che raggruppa gli ordini dei medici d’Italia) che si è soffermato sull’importanza di una maggiore conformità negli investimenti. Se al sud l’aspettativa di vita è minore è anche dovuto ad una minore entità di risorse investite nella sanità. Non a caso in Paesi come la Svezia l’aspettativa di vita è più alta perché s’investe maggiormente in sanità, in formazione ed in prevenzione.

Il direttore generale dell’Irccs-Piemonte Angelo Aliquò ha tracciato la storia dell’accorpamento dei due presidi ricordando le difficoltà legate alla burocrazia elefantiaca “serve una regia complessiva ma serve soprattutto nel pubblico che ognuno di noi abbia cura dell’ospedale, spesso ho assistito a vere e proprie risse, ma l’ospedale non appartiene a nessuno di noi ma al cittadino”, mentre la commissaria del Papardo, Maria Letizia Di Liberto ha ricordato che la rete ospedaliera va rivista tenendo in considerazione le istanze del territorio, evitando soprattutto inutili doppioni.

Il Dg dell’Asp Gaetano Sirna ha acceso i riflettori sul parco tecnologico che troppo spesso pur essendo avanzato non viene utilizzato in modo efficace ed ha “avvisato” sul tema delle prestazioni inappropriate.

Presenti al dibattito i componenti della Commissione Ars Sanità che da due mesi seguono con attenzione le tematiche che saranno al centro delle modifiche della rete ospedaliera, con inevitabili ripercussioni nel territorio messinese.

Presenti i deputati regionali Antonio De Luca (M5S), Franco De Domenico (Pd), Pino Galluzzo (Diventerà Bellissima).

Elvira Amata (Fd’I) si è soffermata sulla mobilità passiva, spesso causata da servizi carenti e strutture inadeguate “E’ qui che bisogna intervenire. I profili dei direttori generali vanno valutati non sulla base dei semplici titoli o la presenza in elenchi definiti ma in base ai risultati ottenuti. Chi presenta resoconti di inefficienza va eliminato dagli elenchi. Le conseguenze arrivano a cascata, così laddove esistono le eccellenze, mancano le strutture o gli strumenti e assistiamo quotidianamente alla fuga di professionalità, fatto questo che dipende soprattutto dall’ impossibilità di bandire concorsi”. La deputata ha poi invitato a razionalizzare le risorse indirizzate al sistema emergenza urgenza tenendo conto delle aree geograficamente disagiate.

R.Br.

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