Sequestro atti all'Amam, lente della Procura sulla nomina del Dg Cipollini

Sequestro atti all’Amam, lente della Procura sulla nomina del Dg Cipollini

Francesca Stornante

Sequestro atti all’Amam, lente della Procura sulla nomina del Dg Cipollini

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giovedì 13 Luglio 2017 - 11:11

Fascicolo della Procura sulla nomina del direttore generale arrivato all'Amam dopo un bando di selezione nato tra mille polemiche. Poco prima della firma del contratto il consigliere Zuccarello aveva denunciato anomalie nelle procedure, segnalando la mancanza di un requisito.

Fare luce sulla nomina del direttore generale Claudio Cipollini all’Amam. E’ questo l’obiettivo della Procura di Messina che ha ordinato un sequestro di atti presso la società partecipata di viale Giostra. Tre giorni fa i Carabinieri si sono presentati negli uffici dell’azienda che gestisce il servizio idrico e hanno richiesto tutti gli atti che si riferiscono alle procedure di selezione e nomina del direttore arruolato all’Amam lo scorso 1 febbraio. Claudio Cipollini, romano, 63 anni, era risultato vincitore della selezione già nel mese di ottobre 2016, era stata la commissione composta da Ennio Quaranta, Simonetta Di Prima e Giovanni Restuccia. Commissione che si era insediata lo scorso 7 settembre 2016, praticamente un mese dopo la chiusura dei termini del bando esterno pubblicato dall’Amam per la selezione per titoli e colloquio del nuovo Direttore generale dopo il pensionamento di Luigi La Rosa nel maggio scorso. La nomina però fu ufficializzata solo qualche tempo dopo e la firma del contratto arrivò a febbraio. Nel frattempo però il consigliere comunale Daniele Zuccarello aveva posto la lente di ingrandimento su questa selezione, rilevando e denunciando alcune anomalie che adesso evidentemente la Procura ha deciso di vagliare. Durante una conferenza stampa dello scorso 11 gennaio, Zuccarello aveva chiesto pubblicamente di bloccare la graduatoria che vedeva Cipollini vincitore della selezione. Il motivo: la mancanza dei requisiti richiesti dal bando.

Claudio Cipollini, manager romano, 63 anni, laurea in Architettura a La Sapienza e master in Direzione aziendale al Politecnico di Torino, si è presentato con un curriculum pieno di esperienze in Italia e all’estero, due cattedre a contratto all’Università La Sapienza di Roma, numerose pubblicazioni su innovazione, sviluppo, territori e imprese. Evidentemente però non abbastanza da rispondere a tutti i criteri previsti nel bando pubblico. Ecco il requisito mancante che il consigliere aveva rilevato: possedere documentata esperienza di management, maturata negli ultimi 10 anni, per almeno 5 anni nel ruolo di direttore generale della Pubblica amministrazione o presso aziende pubbliche o private che abbiano, non meno di 70 dipendenti. A quanto pare, infatti, Cipollini citava il suo incarico da direttore tra il 2005 e il 2014 presso Rete Camere, Zuccarello ha effettuato una visura camerale sull’azienda ed è emerso che questa non ha mai avuto più di 50 dipendenti annuali.

Pochi giorni dopo era arrivata la replica dell’amministrazione comunale: «La commissione ha chiarito di avere adottato, per tutti i candidati, il criterio secondo cui i collaboratori fissi vanno considerati equivalenti ai dipendenti ed ha espresso ufficialmente, su richiesta dell'Azienda, questa posizione tanto all'Amam quanto all'Azionista Unico». Quindi era vero che dalla visura camerale figuravano non più di 50 dipendenti annuali, ma la commissione esaminatrice ha tenuto in considerazione anche i collaboratori o personale precario che in quel periodo lavoravano presso l’azienda. Una questione che, spiegava l’amministrazione, era già stata posta al presidente della commissione, che ha chiarito il principio adottato per tutti i candidati, in sede di accertamento del possesso di tali requisiti. Per l’amministrazione Accorinti, quanto argomentato dalla commissione fugava ogni dubbio e ribadiva la correttezza di quanto fatto, in conformità con le norme che governano la materia, la quale richiede innanzitutto che le commissioni esaminatrici, alla prima riunione, stabiliscano i criteri e le modalità di valutazione delle prove concorsuali, da formalizzare nei relativi verbali, al fine di assegnare i punteggi attribuiti alle singole prove. Ma anche su questo punto il consigliere Zuccarello aveva risposto con carte alla mano, chiedendo al direttore generale Antonio Le Donne una verifica. Pochi giorni dopo però Cipollini firmò il contratto e dal 1 febbraio ha assunto l’incarico di direttore generale. Adesso la Procura vuole vederci chiaro, il fascicolo aperto è del sostituto procuratore Anna Maria Arena che conta già di ascoltare qualcuno già la prossima settimana.

Si riapre quindi il caso su un bando che era nato tra mille polemiche, arrivato dopo 4 tentativi che l’Amam aveva messo in campo fin dal febbraio 2016, quando in fretta e furia aveva avviato una selezione lampo praticamente ad insaputa del Comune. All’epoca era stato lo stesso Accorinti a chiedere all’azienda il ritiro della selezione. Poi a giugno 2016 arrivò il secondo bando, stavolta la delibera era stata firmata dall’assessore De Cola che apriva la strada alle assunzioni di un direttore generale e di un direttore tecnico, lasciando nelle mani dell’Amam la predisposizione del bando che era indirizzato a possibili figure da individuare tra le partecipate, una selezione ristretta alla mobilità interaziendale con scadenza per la presentazione delle domande fissata al 29 giugno. Un ulteriore avviso, il terzo, datato 14 luglio, era stato poi pubblicato sul sito dell’Amam, sempre per mobilità tra partecipate, con scadenza 22 luglio. A sorpresa però, prima ancora che scadesse il tempo utile per la mobilità interna, sempre l’Amam bandì il concorso esterno. Un’anomalia che attirò l’attenzione di diversi consiglieri comunali che parlarono di “pasticcio giuridico amministrativo”. L’attenzione si era concentrata soprattutto sulla mancata mobilità interna, considerato anche per esempio da Messinambiente erano state presentate delle candidature evidentemente non tenute in considerazione, ma anche sulla legittimità di assunzioni esterne per un Comune in condizioni di pre-dissesto che con il reclutamento di figure professionali apicali esterne potrebbe ritrovarsi un costo ulteriore di oltre 300.000 euro. Ma Comune e Amam andarono avanti sulla strada che avevano tracciato e che ha portato ad una nomina che adesso è finita sotto la lente della Magistratura.

Francesca Stornante

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