"Il Comune non controlla le coop", la Uil scrive all'Ispettorato del Lavoro

“Il Comune non controlla le coop”, la Uil scrive all’Ispettorato del Lavoro

“Il Comune non controlla le coop”, la Uil scrive all’Ispettorato del Lavoro

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martedì 16 Maggio 2017 - 08:36

La Funzione pubblica della Uil torna a denunciare l'omesso controllo da parte di Palazzo Zanca nella gestione dei servizi sociali e segnala il caso della cooperativa Orsa Maggiore.

La gestione dei servizi sociali da parte di Palazzo Zanca non funziona. Il Comune non controlla le cooperative e a soffrire sono lavoratori che sono continuamente con gli stipendi in ritardo e gli utenti. A sostenerlo è la Funzione Pubblica della Uil che denuncia ancora una volta l’omissione di controllo da parte di Palazzo Zanca. Pippo Calapai, segretario generale, Laura Strano, responsabile terzo settore e Nino Neri, coordinatore servizi sociali, evidenziano alcuni lati poco chiari della gestione del servizio. In una nota i sindacalisti pongono l’accento su alcune presunte irregolarità derivanti dall’omissione di controllo di Palazzo Zanca.

L’atto di indirizzo approvato dalla Giunta lo scorso 5 maggio è mero atto di indirizzo come dice la parola stessa e non disposizione vincolante per il Dirigente Responsabile. Non può sfuggire a chiunque abbia contezza della normativa che nell’atto di indirizzo il pagamento sia subordinato all’inciso “ove consentito”, perché la corretta procedura informatica e i vincoli posti dal regime della fatturazione elettronica, di fatto lo impediscono”.

La Uil Fpl ha inoltrato un esposto all’Ispettorato del Lavoro nei confronti della cooperativa Orsa Maggiore che, nonostante le numerose note inviate anche al Dipartimento, in violazione del capitolato continua a impiegare i 55 assistenti domiciliari con un numero di ore inferiore alle 38 previste dall’art. 3 del Capitolato d’appalto. “Ci risulta che il Comune retribuisca per intero la cooperativa. Premesso che nel capitolato del servizio di assistenza domiciliare disabili gravi è previsto che siano assistiti in 185, se qualcuno vuole far credere la storiella che in una città con 240 mila abitanti i disabili messinesi che possano fruire a costo zero delle prestazioni offerte dal servizio comunale siano oggi, per effetto della compartecipazione, meno dei 185, noi non ci crediamo”. Calapai, Strano e Neri concludono con un’amara considerazione: “Operatori ed utenti dei servizi sociali non sono merce in saldo e il servizio va verificato ed efficientato. Il Comune di Messina non può consentire spreco di risorse, nessun utente disabile grave e nessun operatore può subire inefficienze o inerzia della pubblica amministrazione, senza che nessuno dei responsabili paghi. Sollecitiamo pertanto direttive che non creino false aspettative nei lavoratori e che impongano piuttosto il doveroso costante controllo agli uffici e al Dirigente sul rispetto delle norme del capitolato”.

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