Operazione Locusta, cinque arresti. Partì tutto dal tentato suicidio di una vittima

Operazione Locusta, cinque arresti. Partì tutto dal tentato suicidio di una vittima

Veronica Crocitti

Operazione Locusta, cinque arresti. Partì tutto dal tentato suicidio di una vittima

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lunedì 28 Aprile 2014 - 06:05

Quattro messinesi in carcere ed uno ai domiciliari, rispondono tutti a vario titolo dei reati di usura e tentata estorsioni. Incastrati dalla testimonianza di una loro vittima comune, un artigiano messinese.

Sono stati incastrati dalla testimonianza di una loro vittima, un artigiano messinese che, lo scorso agosto, tentò di togliersi la vita ingerendo diversi farmaci. Quel giorno, fu un passante a notare il corpo dell’uomo riverso su un camioncino, a pochi passi dalla Chiesa di San Nicolò. Come raccontò più tardi agli inquirenti, la sua vita era diventata insostenibile, debiti su debiti, minacce su minacce, un’attività imprenditoriale che andava male, e tutto ricollegabile a quelle cinque figure arrestati stamani per i reati di usura e tentata estorsione.

Finiscono in carcere il 56enne pregiudicato Francesco Minniti, il 33enne pregiudicato Giuseppe Triolo, il 61enne Salvatore Anastasi, pregiudicato e sorvegliato speciale, il 50enne pregiudicato Giacomo Irrera, mentre il Gip ha concesso i domiciliari al 40enne pregiudicato Angelo Roberti. Ad indirizzare le indagini della squadra mobile di Messina, coordinata da Rosalba Stramandino, è stata proprio la fiducia che la vittima ripose negli agenti.

La sua storia cominciava nel 2009 quando, per problemi economici, decise di rivolgersi ad Anastasi per chiedere un prestito di 4000 euro. Un debito che l’artigiano avrebbe dovuto colmare in 10 rate da 1200 euro ciascuna. In realtà quello fu solo l’inizio dell’incubo.

Intercettazioni, osservazioni, pedinamenti, hanno poi consentito agli agenti di delineare un quadro completo. Impossibilitato a saldare quel primo debito e con l’acqua sempre più alla gola, la vittima passò velocemente da uno strozzino all’altro. Le condizioni finanziarie della sua attività peggioravano e l’uomo non vedeva altra via d’uscita se non rivolgersi a usurai sempre diversi. Prima fu Anastasi, poi Minniti e Triolo, suocere e genero, poi ancora Irrera e Roberti. Per quest’ultimo l’ipotesi di reato è più lieve. Secondo le ricostruzioni avrebbe sottratto alla vittima, solo come interessi, circa 1300 euro.

In totale, l’artigiano arrivò a richiedere un totale di prestiti per 58.000 euro, mentre ne pagò 55.000 euro solo di interessi. Percentuali di tassi usurai che variavano dal 300% al 608%, e che si accompagnavano a minacce e tentate estorsioni. Uno dei modus operandi degli strozzini era quello della figura del “mediatore”. In particolare, Minniti diceva sempre che le somme di denaro erano state concesse dalle mogli di alcuni detenuti e che, quindi, anche i proventi andavano a loro. In realtà dalle indagini è emerso come queste mogli fossero soltanto fittizie, veri e propri escamotage per incutere ancor più pressione. Triolo e Minniti, inoltre, avevano anche costretto l’artigiano a consegnar loro il certificato di proprietà della macchina nonché la sottoscrizione di incidenti (probabilmente falsi) che avevano fatto lievitare anche il premio assicurativo della vittima. In un episodio, poco dopo un incontro con l’artigiano, Triolo fu inoltre trovato con una mazza di legno e denunciato per porto abusivo d’armi. Nel corso delle perquisizioni, infine, gli uomini della mobile hanno sequestrato diversi assegni, varie documentazioni e la somma in contanti di 16.000 euro. A firmare l’ordinanza di custodia cautelare è stato il Gip Antonino Francesco Genovese su richiesta del pm Alessia Giorgianni.

L'operazione giunge a pochi giorni di distanza dagli altri quattro arresti per usura (vedi articolo correlato) e conferma l'allarme lanciato in un'intervista dal dirigente della Mobile Giuseppe Anzalone (vedi articolo correlato). (Veronica Crocitti)

4 commenti

  1. SaltaLaMacchia 28 Aprile 2014 12:11

    Che e’ quello che tutte le banche fanno pretendendo gli interessi anticipati.

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  2. SaltaLaMacchia 28 Aprile 2014 12:11

    Che e’ quello che tutte le banche fanno pretendendo gli interessi anticipati.

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  3. In carcere con pane e acqua per trenta giorni.

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  4. In carcere con pane e acqua per trenta giorni.

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