Giunta Accorinti: poteva essere la svolta ma è stata un'opportunità sprecata

Giunta Accorinti: poteva essere la svolta ma è stata un’opportunità sprecata

Rosaria Brancato

Giunta Accorinti: poteva essere la svolta ma è stata un’opportunità sprecata

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giovedì 26 Aprile 2018 - 05:12

Non c'è una sola intuizione, un progetto che sia da ascrivere esclusivamente a questa amministrazione. Più di ogni altra cosa a mancare è la visione di città, di programmazione, di strategie per lo sviluppo.

Cinque anni dopo la sensazione che si ha nel definire il mandato della giunta Accorinti è quello di un’opportunità sprecata. Nel 2013 la vittoria della rivoluzione accorintiana apriva le porte soprattutto alla speranza di una cesura col passato, di un cambiamento. Cinque anni dopo colpisce come il vero fallimento dell’amministrazione Accorinti sia stata l’assenza di una visione di città, di programmazione per il futuro, di idee forti per lo sviluppo, di strategie politiche per il rilancio.

Si potrebbe dire che la montagna ha partorito il topolino ma in realtà la montagna non ha partorito affatto, è rimasta in auto-contemplazione delle sue doti, senza spostarsi di un millimetro rispetto all’inizio. Non c’è una sola cosa che porti il sigillo unico ed inconfondibile della giunta Accorinti. Degli spot annuncio degli ultimi mesi non una sola cosa è targata Accorinti, ma affonda radici e tronco nelle amministrazioni precedenti. Un’intuizione, un progetto, una cosa innovativa che sia da ascrivere esclusivamente a questa giunta non c’è. Non ha seminato germogli nuovi ha solo innaffiato quelli piantati da altri e per il resto si è fatto portare dalla corrente.

Quel che colpisce in questi mesi di campagna elettorale è come il sindaco e la sua giunta abbiano amplificato la loro fiducia nel potere creativo della parola.

Accorinti e i suoi pensano che dichiarando qualcosa questa equivalga a renderla reale.

Inserire il porto di Tremestieri tra le cose fatte è azzardato. Se un comandante di nave dovesse credergli e provasse ad attraccare al secondo molo di Tremestieri rischierebbe danni gravi (per non dire che anche la prima invasatura tra un insabbiamento e l’altro non è che sia proprio funzionale……). Parlare della via Don Blasco come di una realtà è altrettanto azzardato. Presentare lo schema del nuovo Prg come il nuovo assetto urbanistico è un’iperbole. E’ come scrivere il menù del pranzo di Pasqua e far sedere gli invitati a tavola senza aver messo neanche la pentola sul fuoco. Stesso discorso vale per il Piano di riequilibrio che è stato il traghetto utilizzato per attraversare vivacchiando 5 anni senza colpo ferire, limitandosi a portare le criticità da una sponda temporale ad un’altra, dal 2013 al 2018, senza risolverla. Nel frattempo i bilanci navigavano a vista, passando da un Eller a un Cuzzola, gli esercizi provvisori costringevano ad una gestione striminzita e le lettere della Corte dei Conti che per 5 anni ha contestato all’amministrazione Accorinti le stesse identiche cose che alle giunte precedenti, restavano ad ammucchiarsi nei cassetti.

Fare “fotocopie” non è cambiare Messina. Se nei servizi sociali dopo una serie infinite di proroghe partorisci un bando pluriennale ma con lo stesso sistema di sempre (le coop) non hai cambiato nulla, hai fotocopiato il passato. Magari lo hai fatto a colori, ma sempre fotocopia è. Se fotocopi Messinambiente e la chiami Messina servizi comune o la chiami “Peppina” sempre la stessa cosa è. Se prendi i lavoratori di Feluca, che non hanno sostenuto alcun concorso pubblico, e li fai transitare all’Amam, fotocopi un sistema del passato.

Il fatto che l’Atm funzioni, siano arrivati nuovi autobus e il tram cammini non può essere considerato rivoluzionario né un giudizio su un’amministrazione può basarsi solo sul trasporto pubblico. Anche perché il caos a Messina continua ad esserci, i parcheggi come il Zaera sud continuano a restare vuoti, le doppie file sono un dato di fatto.

Di operazioni immagine questa giunta ne ha fatte parecchie, soprattutto rispetto all’immagine dell’uomo simbolo, Accorinti. Ma quello che serve a Messina non è il marketing, quanto la sostanza. E se dopo un mese in cui Messina è senz’acqua tu, primo cittadino, vai a La7 dicendo che dal tuo rubinetto di casa esce l’acqua o sei un visionario, o fai miracoli come Gesù o menti.

Non mi stupiscono gli annunci spot di fine mandato, un’amministrazione che ha agito in continuità con le precedenti non poteva smentirsi proprio alla fine. In 5 anni la mensa nelle scuole è stata attiva, ed a singhiozzo, per molto meno rispetto a quanto sia rimasta sospesa. Dopo due anni dall’ultima interruzione il servizio refezione verrà ripristinato a maggio. Da un mese ogni giorno c’è un annuncio di qualcosa. La domanda è: perché non è stata fatta prima? Nella foga di questi annunci last minute non stupirebbe nessuno se sindaco e assessori, ad un mese dalla fine del mandato applicassero il primo punto del loro programma del 2017: tagli alle loro indennità.

Che Accorinti pensi che Messina sia diventata in questi 5 anni il “Magico mondo di Walt Disney” lo dimostrano le vignette con slogan che spopolano su facebook e che confermano la sua fede cieca nel potere creativo della parola.

Scrive nella pillola 15 di 100: Impianti sportivi, tra il 2015 e il 2017 oltre 150 mila persone hanno assistito ai concerti di Vasco Rossi, Jovanotti, Pooh e Tiziano Ferro.

Che cosa c’entrino gli impianti sportivi con i concerti non è dato saperlo, è come se il ministro dello sport annunciasse entusiasta che la finale di Coppa Italia si terrà all’Ariston di Sanremo. Sicuramente 150 mila spettatori, me compresa, sono stati al San Filippo ad applaudire Vasco e i Pooh, in compenso le società sportive di Messina lamentano condizioni vergognose di tutti gli impianti con spogliatoi inagibili, bagni inguardabili. Per non parlare del fatto che è noto al mondo che dopo un concerto in uno stadio il campo non è esattamente in condizioni da far gioire le società di calcio.

Nella pillola 16 di 100 si legge: Politiche per la pace, “Trump peace not war” urlato a maggio 2017 durante il G7 a Taormina. A prescindere dal fatto che Trump non ha neanche risposto “Ok, Renato I know”, è assai riduttivo considerare politica per la pace salire su una sedia a fine evento e gridare uno slogan. Non è che se metto le trappole per topi nello sgabuzzino faccio politica estera ed evito invasioni indebite. Centinaia di miss ai microfoni dichiarano convinte “pace nel mondo” ma questo non basta. La pace è una cosa seria non è un One man show. A maggior ragione se nella tua città il clima tra Guelfi e Ghibellini è diventato feroce.

Cosa resterà di questi 5 anni lo sapremo tra un mese e mezzo, quel che già da adesso sappiamo è che l’amministrazione Accorinti è stata la più grande opportunità di cambiare davvero Messina persa. Ed è già questa una sconfitta.

Rosaria Brancato

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