L'ultima forzatura di un matrimonio fondato sull'ipocrisia: giunta e consiglio

L’ultima forzatura di un matrimonio fondato sull’ipocrisia: giunta e consiglio

Rosaria Brancato

L’ultima forzatura di un matrimonio fondato sull’ipocrisia: giunta e consiglio

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martedì 22 Maggio 2018 - 06:56

E' andata semi deserta la seduta urgente di Consiglio comunale convocata su richiesta dell'amministrazione per votare schema del Prg e Salvacolline.

E’ stata l’ultima forzatura di un rapporto fondato sull’ipocrisia, come certi matrimoni di vecchia data nei quali si continua a stare insieme per l’apparenza o per “il bene dei bambini”. In questo caso, tra amministrazione comunale e consiglio comunale non c’è mai stato amore e probabilmente mai odio ma solo reciproco fastidio, ma si sono sopportati a vicenda per 5 anni, per usare una frase diventata un ritornello “per senso di responsabilità”. Come, appunto, “per il bene dei bambini” (che crescono invece devastati da queste finte famiglie).

Ieri sera la seduta del Consiglio comunale convocato con urgenza su richiesta dell’amministrazione è andata semi deserta. In Aula uno sparuto gruppo di sopravvissuti: Antonella Russo, Giuppi Siracusano, Maurizio Rella, Piero Adamo, Cecilia Caccamo, Ivana Risitano, Angelo Burrascano, Pippo Capurro, Fabrizio Sottile, Emilia Barrile, Carlo Abbate, Franco Mondello, Rita La Paglia, Carlo Cantali

All’ordine del giorno, di un Consiglio convocato a meno di 20 giorni dalle urne, lo schema del Prg, il Salvacolline, ed altre delibere sulla gestione dei rifiuti. Stando alla normativa, ed anche al buon senso ed alla logica, il Consiglio comunale dal 26 aprile non può più riunirsi se non per atti urgenti ed indifferibili.

Logica vuole, ma ancor di più il buon senso, che a ridosso di una competizione elettorale che potrebbe cambiare la geografia politica (ed anche i protagonisti) di entrambi i consessi, Aula e giunta, non si lasci in eredità ai futuri amministratori una “tavola già apparecchiata” con piatti che magari potrebbero essere non graditi. Se la futura amministrazione ed il futuro consiglio ad esempio dovessero essere vegani potrebbero non essere contenti di trovarsi in tavola un tacchino farcito.

Sulla legittimità della richiesta di seduta per discutere sulle linee generali del nuovo Prg si potrebbe disquisire per settimane, ma sull’inopportunità politica ci sono pochi dubbi. Con ogni probabilità in Aula da giugno potrebbero fare ingresso consiglieri comunali del M5S, attualmente non presente, o anche di Art.1 Mdp, o di Diventerà Bellissima, e potrebbero avere anche rispetto agli attuali consiglieri idee completamente diverse.

Nel 2014 l’assessore De Cola annunciò che il nuovo Prg sarebbe arrivato in Aula a fine 2015. Lo schema generale invece è stato presentato ad aprile 2018, a due mesi dal voto. E’ il migliore degli schemi Prg possibili, predisposto dal consulente Gasparrini, ma non si può pensare che si possa obbligare la futura amministrazione ed il futuro consiglio a recepirlo pedissequamente. Sulla Variante al Prg poi è bene ricordare che per oltre un anno la guerra è stata sulla secretazione di alcuni atti e sulla mancata condivisione con il territorio di alcuni passaggi. Non a caso gli ordini professionali sono insorti. Anche in questo caso se non ci fossero state frizioni sicuramente l’iter sarebbe proceduto regolarmente, così come avvenuto con tutte le altre delibere giunte in Aula all’ultimo minuto, spesso raffazzonate e ancor più spesso senza dare ai consiglieri alcuna possibilità di incidere sia pure per integrarle.

Vale per tutti gli strumenti contabili ad esempio.

L’amore quindi tra Aula e Consiglio in questi 5 anni c’è stato. Perché il Consiglio ha fatto finta di non arrabbiarsi quando le delibere arrivavano il 31 dicembre e le scarse schermaglie che si sono registrate erano più a beneficio della stampa che non dei reali rapporti. Come in una coppia che si sopporta solo per gli occhi della società.

La farsa sulla sfiducia resterà il peggior ricordo di questi 40 consiglieri comunali, che passeranno alla storia come i meno adatti al ruolo. La metà non sono stati visti in Aula neanche per errore ed il peso e la responsabilità di ogni atto è gravato solo e sempre sugli stessi (un numero che si aggira tra i 14 e i 21).

La maggiore responsabilità di aver leso l’immagine del Consiglio sta proprio in quanti non hanno messo piede in Aula se non sporadicamente. Il loro apporto è stato pari allo 0,0%. Anzi, hanno danneggiato quelli che invece sono sempre stati presenti sia in Consiglio che nelle Commissioni.

E’ anche per questo motivo che forzare la mano per far approvare delibere così importanti per il futuro, a ridosso del voto del 10 giugno è apparso un gesto poco elegante ed anzi un voler approfittarsi proprio delle debolezze di un’Aula che non ha mai fatto opposizione costruttiva né è mai stata maggioranza consapevole.

Non è stata né carne né pesce.

Che ieri sera solo in pochi si sarebbero presentati alla seduta consiliare era immaginabile. Ma per una volta giustificabile, perché chi verrà dopo deve avere il diritto ed il dovere di decidere liberamente sugli strumenti di pianificazione urbanistica senza le scorie di un rapporto di odio-amore che ha fatto perdere di lucidità entrambe le parti.

Rosaria Brancato

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