Enrico Buonocore: “A Messina solo giocatori di carattere”

Enrico Buonocore: “A Messina solo giocatori di carattere”

Domenico Colosi

Enrico Buonocore: “A Messina solo giocatori di carattere”

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mercoledì 03 Dicembre 2014 - 12:42

Il grande numero dieci del Messina di Aliotta è originario proprio di Ischia. Intervista a tutto campo ad uno degli artefici della doppia promozione dei giallorossi dalla C2 alla B nei primi anni del terzo millennio.

Classico numero dieci dall’enorme talento, fantasista, trascinatore, leader in campo e nello spogliatoio, Enrico Buonocore ha scritto pagine importanti della recente storia giallorossa (protagonista del Messina dal 2000 al 2003) in una piazza che lo ha amato con passione ed entusiasmo. L’ex trequartista, originario proprio di Ischia, è ora allenatore della Riviera di Romagna (di Cervia), squadra di serie A di calcio femminile: “Si è presentata questa opportunità e l’ho colta subito al volo: è un'esperienza interessante in un campionato molto competitivo e dall’ottimo livello tecnico. Le donne hanno una dedizione al lavoro sconosciuta agli uomini, si impegnano molto di più in allenamento applicandosi sempre con grande intensità. Seguo il Messina dai giornali, purtroppo ho poche occasioni di vederlo all’opera a causa della programmazione spezzettata della Lega Pro. Sono anch’io un tifoso giallorosso, mi informo costantemente, ma finora ho visto solo qualche spezzone di partita per farmi un’idea della squadra e del campionato. Messina è una piazza difficile, i giocatori devono possedere grande carattere e personalità per indossare la maglia giallorossa. Una volta fare risultato a Messina era un’impresa per tutti: il “Celeste” era un catino infuocato, avevamo un supporto incredibile da parte dei tifosi, straordinari in ogni occasione; il “San Filippo” è un impianto bellissimo, ma scomodo, privo di copertura e difficile da raggiungere: sono convinto che, anche in difficoltà, il Messina avrebbe raccolto sicuramente un numero di punti maggiore giocando nel vecchio stadio”.

Buonocore non dimentica le splendide stagioni trascorse in riva allo Stretto e svela alcuni retroscena di quella formazione che fu capace di centrare una doppia promozione dalla C2 alla serie B: “In quegli anni avevamo una squadra di grande personalità con un presidente straordinario come Aliotta, un uomo del popolo che si era fatto da solo, una persona di grande umanità che sapeva parlare con tutti, dai giocatori al più piccolo dei tifosi. Andavamo in campo a memoria, non eravamo tutti amici tra di noi, ma in campo sapevamo lottare con orgoglio fino all’ultimo secondo di gioco. L'aver centrato la promozione contro il Catania, poi, legò ancora di più quella squadra ad una città che viveva per il calcio. Sono comunque ancora in contatto con alcuni giocatori di quel gruppo come Bertoni, Gigi Corino, Manuel Milana, Sasà Marra e Vittorio Torino. Due anni fa sono venuto a Messina e sono rimasto un paio di giorni con Carmine Coppola, insieme abbiamo incontrato anche un grande amico come Mimmo Cecere. Ho sempre avuto il pallino di giocare a Messina: quando ero più piccolo vedevo in televisione le partite disputate al "Celeste", in quel periodo giocava a Messina Cambiaghi, e pensavo che un giorno mi sarebbe piaciuto essere protagonista proprio in quello stadio. Quando Nicola Salerno mi chiamò con il Messina in C2 ero alla Ternana in B, reduce da una stagione al Venezia nella massima serie: non ho esitato un istante ed ho firmato immediatamento mentre tutti mi dicevano che ero un pazzo ad accettare la quarta serie in quel momento della mia carriera”.

Sul Messina del presente parole di elogio soprattutto per la proprietà e per il capitano Giorgio Corona: “Spero di vedere la partita di domenica tra Ischia e Messina, conosco bene anche la situazione in casa gialloblù; l'Ischia è una squadra giovane e con poca esperienza, l'ho vista contro la Reggina e ha mostrato un buon gioco, ma è poco se l’obiettivo è quello della salvezza in un campionato così competitivo. Penso che si muoveranno molto durante il mercato di gennaio per aumentare il livello qualitativo della rosa. Vorrei esserci nella gara di ritorno per tornare un paio di giorni a Messina e riabbracciare così tanti amici, dipende soprattutto dagli impegni che avrò con la mia squadra. Lo Monaco sta facendo il massimo, è necessario considerare come sia cambiata anche la situazione economica rispetto al passato. Il Messina in cui ho giocato io costava 6-7 miliardi di lire in serie C, c’erano giocatori importanti in un progetto in rapida evoluzione. Un anno di transizione in questo momento storico ci può stare, ma credo che il Messina lotterà presto per obiettivi più prestigiosi della semplice salvezza. Penso soprattutto ad un calciatore straordinario come Giorgio Corona che a 40 anni gioca ancora a ritmi altissimi e con enorme entusiasmo: sono sicuro che il suo obiettivo sia quello di portare il Messina in serie B e si impegnerà fino al limite delle sue forze per raggiungere questo nuovo traguardo”.

Domenico Colosi

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