Pronti via: Genovese in difficoltà, Pd in cerca di nuovi big, AP si scioglie

Pronti via: Genovese in difficoltà, Pd in cerca di nuovi big, AP si scioglie

Rosaria Brancato

Pronti via: Genovese in difficoltà, Pd in cerca di nuovi big, AP si scioglie

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martedì 02 Gennaio 2018 - 06:04

E' già campagna elettorale ed è corsa per i posti "blindati". Se in Forza Italia c'è affollamento per le candidature, nel Pd c'è aria di resa dei conti e Renzi pensa di puntare su chi nell'isola ha ancora voti e presenza nel territorio.

Mentre noi ci abbuffavamo di panettone e cotechino e brindavamo al 2018, nelle stanze dei bottoni erano già in corso riunioni e sedute di “Risiko” per decidere candidati e collegi e riempire le varie caselle.

A causa della pessima legge elettorale varata in autunno, il Rosatellum 2, è impossibile che dalle urne del 4 marzo esca un vincitore con una maggioranza tale da poter governare da solo. Anche il pluri-resuscitato Berlusconi, qualora dovesse, come indicano i sondaggi, portare la coalizione di centro-destra al 36%, non avrebbe i numeri per governare serenamente. Toccherà al presidente Mattarella cercare di trovare una soluzione ma con ogni probabilità si va verso governi di larghe intese.

La Sicilia ha fatto da “apripista” segnando il passo e se i risultati delle Regionali hanno fatto ringalluzzire il centro-destra e sorridere il M5S, al centro-sinistra tocca imparare a memoria la lezione del 5 novembre. Non è detto che il Pd siciliano ci riesca, visto il teatrino dei giorni delle votazioni all’Ars per Commissioni e Ufficio di presidenza ma se errare è umano, perseverare è diabolico.

M5S- il movimento non ha problemi nel predisporre le candidature: vale il principio del secondo mandato e le primarie on line. Con le nuove regole potranno candidarsi anche i non iscritti e gli indagati (chiaramente un indagato pentastellato secondo la logica del movimento non è impresentabile quanto quello di un altro partito….).

Messina nel 2013 ha portato 3 deputati a Roma: Francesco D’Uva, Alessio Villarosa e Tommaso Currò (poi passato al Pd). Dei 3 quindi D’Uva e Villarosa saranno ricandidati.

CENTRO-DESTRA- Nel 2013 i messinesi eletti nel Pdl erano Bruno Mancuso (Senato) ed Enzo Garofalo (Camera). Cinque anni dopo risultano deputati di Forza Italia Francantonio Genovese e Mariella Gullo. Nel frattempo Mancuso dal 2013 al 2017 è passato ad Ncd e alla vigilia delle Regionali è tornato nel centro-destra (area Fd’I) ed Enzo Garofalo, passato ad Ncd nel 2013, da pochi giorni, dopo lo scioglimento di AP è entrato a far parte della “creatura” di Maurizio Lupi- Saverio Romano-Claudio Zanetti “Noi con l’Italia”, a sostegno di Berlusconi. Cinque anni dopo le Politiche del 2013, nessuno dei due eletti nell’allora Pdl è in Forza Italia mentre i due parlamentari che attualmente sono in Forza Italia erano stati eletti nel Pd…..

Ne consegue che il centro-destra è una pentola in ebollizione soprattutto con i sondaggi che danno la coalizione col vento in poppa. Quanti hanno affollato la segreteria di Genovese junior per le Regionali, garantendo migliaia di preferenze, scalpitano per “incassare la cambiale”. Una grana non da poco per l’ex sindaco. Il nome che Genovese aveva messo in cima alla lista per le Politiche di marzo, il cognato Franco Rinaldi, non ha fatto fare salti di gioia a Berlusconi. Se per Mariella Gullo, che è anche donna, la candidatura sembra essere più semplice, le cose si complicano per tutto il resto. La presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile ha rinunciato alla corsa alle Regionali in cambio di una promessa per le Politiche. Genovese però, che già non ha “incassato” l’assessorato regionale, non è in grado di mantenere tutte le promesse, soprattutto dopo la bufera del maxi sequestro e con i processi in corso. Per non parlare poi dei malumori di altri esponenti dell’area che puntano alle prime file. Qualora la Barrile dovesse uscire sbattendo la porta le conseguenze si sentiranno anche per le amministrative. Una posizione difficile per Genovese che difficilmente troverà i vertici del partito disposti a fare una seconda campagna elettorale prestando il fianco ai grillini. Chi non dovrebbe avere alcun problema nell’essere inserito nel listino blindato (probabilmente Senato) è Nino Germanà, risultato terzo con quasi 12 mila voti alle Regionali. Su scala regionale sarà interessante vedere cosa faranno Diventerà Bellissima (che ha annunciato la possibilità di schierare candidati in coalizione), l’Udc di Naro (che ha già perso due deputati regionali passati al Misto, De Luca e Figuccia) e Fratelli d’Italia (circolano i nomi di Giuseppe Sottile e Bruno Mancuso). Infine la Lega che potrebbe puntare sull’uscente Lo Monte.

CENTRO-SINISTRA: il Pd esce devastato dalle Regionali, più che per i numeri per le divisioni interne. Nonostante gli errori palesi non è stata fatta alcuna analisi dell’esito delle urne, con la conseguenza che il rischio di sbagliare le candidature per le Politiche è altissimo. Probabilmente, se potesse, Renzi farebbe tabula rasa di quanti in Sicilia hanno lavorato alacremente contro la coalizione del centro-sinistra a novembre. In una guerra di tutti contro tutti, molti di quelli che oggi bacchettano gli altri sono tra quanti hanno remato contro Micari. Consegnare le liste Pd a chi ha confezionato il disastro pensando solo a ripicche ed ambizioni personali sarebbe un errore. In questi giorni i vertici romani del partito stanno valutando aperture a chi ha presenza e voti sul territorio. Non a caso tra i principali interlocutori c’è Totò Cardinale, perché servono candidati che sappiano “correre” in campo per l’uninominale. In un Pd dilaniato da divisioni persino interne alle correnti, si aprono spazi per le future leadership e la “rottamazione” diventa operazione non più rinviabile. A Messina l’interrogativo principale riguarda Pietro Navarra, il cui nome, nonostante le sue dichiarazioni. “Farò il Rettore fino a fine mandato”, continua a circolare in un’ottica di rilancio e di rinnovamento del partito e della classe dirigente. In pole position anche Beppe Picciolo, alla guida di un gruppo che a novembre ha portato la lista a superare i 18 mila voti, e il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. L’ipotesi è creare uno schieramento di forze che possa arginare la doppia avanzata di centro-destra e 5Stelle.

Sempre nel centro-sinistra c’è l’uscente Gianpiero D’Alia che nei giorni scorsi, dopo lo scioglimento di AP (sul quale torneremo nei prossimi giorni), ha tenuto a battesimo la lista “Civica Popolare”, con il ministro Beatrice Lorenzin e Italia dei Valori. L’intesa raggiunta con Renzi dovrebbe portare garanzie di una serie di seggi blindati, uno dei quali dovrebbe essere per D’Alia (che oltre ad essere schierato in Sicilia avrebbe un posto in lista in Friuli).

Infine Liberi e Uguali: il neo partito ha avviato la campagna adesioni anche a Messina.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Messina Prima di Tutto 2 Gennaio 2018 10:30

    Trovo offensivo che si possano e debbano candidare i bidonati .. quindi se picciolo d’alia e germanà non dovessero ottenere un seggio blindato ( avete bisogno della blindatura per essere eletti) ce li ritroveremmo alle comunali ?

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  2. Leggendo il vostro articolo, c’è solo da dire come siamo caduti così in basso noi messinesi .Messinesi questa gente riciclata non si deve votare ,oggi se siamo messi così male e colpa di questa classe politica fallimentare .Mi sa che questa volta andrò verso le Stelle ??

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  3. SONO FAVOREVOLE, VIA TUTTE STE PERSONE KE HANNO FATTO SOLO DANNO

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  4. Si accettano scommesse…

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