Paralisi nell'edilizia, la Sicilia ha perso 100 mila posti in dieci anni. VIDEO

Paralisi nell’edilizia, la Sicilia ha perso 100 mila posti in dieci anni. VIDEO

Paralisi nell’edilizia, la Sicilia ha perso 100 mila posti in dieci anni. VIDEO

domenica 18 Febbraio 2018 - 06:21

Nella nostra Regione, nel decennio 2007-2017, si sono persi oltre 100 mila posti di lavoro. A Messina lo scenario è altrettanto angosciante. Nel 2008 vi erano 2.835 imprese attive nel settore dell’edilizia. Dopo dieci anni, a seguito di un calo costante e irrefrenabile, il numero delle imprese attive è di 1.862. La fotografia della crisi si ha leggendo i dati relativi al numero di lavoratori della provincia di Messina occupati nel nostro settore: siamo passati da 13.982 lavoratori attivi nel 2008 a soli 6.947 nel 2017.

Un crollo del 50% che è ancora più preoccupante se si raffrontano le ore lavorate: nel 2008 sono state 11.461.441 mentre nel 2017 si sono ridotte a 4.519.590.

Il focus è stato al centro del convegno provinciale della Feneal Uil "Ricostruire i nostri diritti" che si è tenuto nel Salone degli Specchi dell'ex Provincia. Il dibattito ha visto la presenza dell'assessore regionale Bernardette Grasso, l'assessore ai Lavori Pubblici Sergio De Cola, il direttore dell'Ufficio del Lavoro Gaetano Sciacca, il deputato regionale Pd Franco De Domenico, il presidente Ance Ricciardello, Nino Germanà. Al termine del congresso è stato confermato all'unanimità il segretario provinciale Pasquale De Vardo.

Una situazione nella quale vi è un aumento esponenziale del lavoro nero e del sommerso nelle costruzioni che a Messina sfiora il 36%, vale a dire un +7% rispetto alla già altissima media Nazionale.

Ma continuiamo con i freddi numeri che però riescono a descrivere il quadro della situazione: nella provincia o città metropolitana di Messina le gare d’appalto pubblicate in GURS ed aggiudicate nel 2017 si contano nelle dita di una mano.

Anche le imprese artigiane delle costruzioni hanno subito un pesante ridimensionamento, il dato di Messina che ha avuto un -14,9% è il primato negativo della Sicilia.

Riguardo il tema della sicurezza, i dati ufficiali indicano un decremento degli infortuni anche se sono aumentati gli incidenti mortali; a nostro avviso, si tratta di un dato non reale poiché, a causa del lavoro irregolare, purtroppo, oltre il 50% degli infortuni che si verificano nei cantieri sono totalmente sconosciuti e, quindi, non vengono denunciati all’INAIL.

Nessun beneficio è arrivato all’edilizia e, come dice il detto popolare, se si ferma l’edilizia si ferma l’economia; e a Messina l’economia è assolutamente immobile. In questi anni non sono state colte le opportunità che riguardavano finanziamenti importanti e corposi che concernevano la messa in sicurezza delle scuole, quasi tutte fuori norma con concreti rischi di incolumità per i nostri ragazzi e per gli operatori scolastici. nPer essere precisi dei 726 edifici scolastici della nostra provincia, oltre il 67%, circa i 2/3, necessitano di considerevoli interventi strutturali e di manutenzione. Altro filone totalmente ignorato nel nostro territorio è l’adeguamento anti-sismico che prevedeva ingenti opportunità per il rilancio del settore. A Messina il 78,9% delle abitazioni sono costruite prima del 1981 e di queste il 27,8% si trova in pessime condizioni.

La Sicilia con il 12,8% e Messina con il 14,3% si trovano agli ultimi posti del Paese in merito agli investimenti per la riqualificazione energetica che, fra l’altro, è strettamente correlata con la green economy.

Allo stesso modo i Patti per Messina e per la Sicilia siglati circa due anni fa: si tratta di finanziamenti consistenti e fondamentali per un propulsivo rilancio del settore. Parliamo di circa 817 milioni per la nostra Provincia, ma che sostanzialmente si stanno rivelando veri e propri “pacchi” per Messina, poiché non vi è notizia concreta relativamente ai progetti esecutivi.

Gli 817 milioni stanziati per il territorio sono parte di ben 112 miliardi di euro destinati al mezzogiorno; somme da impegnare entro il 2020 e da spendere entro il 2023. I tempi sono strettissimi poiché senza progetti esecutivi i finanziamenti svaniranno e torneranno indietro.

Ancora una volta, per precise responsabilità delle classi dirigenti, emerge che la grave crisi non è legata solamente alla mancanza di finanziamenti, ma all’inadeguatezza di coloro i quali dovrebbero saper progettare e spendere le risorse, politica e burocrazia in primis. Nonostante la nostra provincia abbia un forte gap infrastrutturale non si vedono appalti e progetti che vadano in questa direzione, ma solo opportunità di crescita non colte. Solo slogan e chiacchiere che fanno, puntualmente, capolino in qualsiasi campagna elettorale.

In tal senso, esprimiamo pubblicamente la nostra critica rispetto alla giunta Accorinti che, nonostante le promesse e la grande fiducia iniziale dei messinesi, ha deluso profondamente e non ha dato nessuna risposta al settore dell’edilizia; siamo certi che per essere un buon amministratore l’onestà è una dote indispensabile e fondamentale, ma per essere buoni amministratori bisogna avere anche altre caratteristiche, a partire da un’idea e una visione legata allo sviluppo sociale ed economico del territorio. In tal senso, la variante al PRG certamente non potrà dare alcuna boccata d’ossigeno al nostro comparto, così come le oltre 500 richieste di concessione edilizia presentate presso gli uffici preposti del Comune di Messina, delle quali ne sono state accolte poco meno del 9%.

L’odierno immobilismo parte oggettivamente da lontano e il nostro territorio si caratterizza per le eterne incompiute. Alcuni esempi: la realizzazione del pontile di Giammoro, appaltato nel 2011, fermo a causa della burocrazia,la costruzione della S.S. Nord-Sud Santo Stefano di Camastra-Gela, colpita da una misteriosa “sfortuna” sia per le vicende fallimentari e giudiziarie, che per le scelte assurde degli ex governatori della Sicilia Lombardo e Crocetta, la costruzione del Parco urbano di Camaro fermo dal 2011 oppure la reiterata promessa inerente la costruzione di un nuovo Palazzo di Giustizia, la copertura del torrente Catarratti Bisconte, la riqualificazione della Fiera e di tutto l’affaccio a mare. Gli approdi di Tremestieri, appalto da circa 72 milioni di euro, a fronte di conferenze stampa e comunicati trionfalistici, non vede la luce o, anzi, per meglio dire non vedono nessun operaio in azione. Per non parlare della nuova Via Don Blasco. Ogni anno nuovo viene puntualmente definito l’anno della costruzione del porto di Sant’Agata di Militello, un’opera che fu appaltata oltre 8 anni fa.

Accanto alle tante incompiute dobbiamo prendere atto delle decisioni negative che Messina e la sua provincia hanno dovuto subire a causa di scelte sbagliate e penalizzanti assunte dal governo Nazionale.

La realizzazione del Ponte dello stretto, usato sistematicamente ad arte in tutte le campagne elettorali, si dimostra ancora una volta uno specchietto per le allodole. Fermo restando che la FENEAL e la UIL sono assolutamente favorevoli alla realizzazione dell’opera.

Un capitolo a parte riguarda il sempre annunciato e mai realizzato risanamento. Messina ha il triste primato Europeo di città con il più alto numero di baracche; sembra uno scherzo ma è proprio così.

Un commento

  1. Questo galantuomo dov’era in questi 5 anni con l’amministrazione Accorinti ?
    Ci dovrebbe spiegare perché parla solo oggi ?
    Quando arrivano le elezione tutti i dormienti si svegliano e di poter ritornare a dormire per altri 5 anni.Come disse Totò ;mi faccia il piacere……

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