Terzo seminario organizzato nell’ambito del progetto “Le(g)ali si può” A confronto l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea Paolo Mengozzi e il professor Antonio Ruggeri, ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Messina
“Troppo spesso i rapporti tra i giudici nazionali e la Corte di giustizia dell’Unione europea sono paragonabili all’interazione tra due pugili su un ring, con tutte le conseguenze che uno “scontro” di questo genere può comportare sul piano giuridico per il singolo cittadino”. E’ stato questo il “cuore” del confronto che ha visto faccia a faccia, ieri mattina alla facoltà di Giurisprudenza, l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea Paolo Mengozzi e il professor Antonio Ruggeri, ordinario di Diritto Costituzionale dell’Ateneo peloritano. L’incontro, inserito nell’ambito del progetto “Le(g)ali si può” e promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza e il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche in collaborazione con il Dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche, la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali e l’Ordine degli Avvocati di Messina, ha trattato uno fra i temi più delicati e di maggiore attualità nel panorama del diritto comunitario, lanciando un messaggio inequivocabile: essere uniti nella legge, per essere davvero Europa.
Dopo i saluti istituzionali dei direttori di Dipartimento Giancarlo De Vero e Giovanni Moschella, del direttore della Scuola di Specializzazione in Professioni Legali Francesco Astone, della coordinatrice del dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche Maria Piera Rizzo e del presidente dell’Ordine degli Avvocati Vincenzo Ciraolo, ad introdurre e moderare i lavori è stata Lina Panella, docente di Diritto Internazionale dell’Università di Messina, che ha scelto proprio la boxe come metafora per presentare il tema dell’incontro di studi, ovvero, i complessi “Rapporti tra la Corte di giustizia dell'Unione europea e i giudici nazionali", topic, scelto soprattutto alla luce dei più recenti sviluppi giurisprudenziali, che auspica il superamento del sovranismo, considerandolo la vera minaccia per il processo di integrazione tra gli stati membri dell’Unione Europea. «Oltre a momenti di lotta e conflitto – ha detto entrando nel vivo dell’argomento il professor Paolo Mengozzi – esistono anche dei momenti di forte cooperazione come quello volto alla costruzione di una rete giudiziaria europea che sarà operativa dal 1 gennaio 2018 e che, in nome della trasparenza, permetterà a tutti gli stati membri di avere immediata conoscenza dei rinvii pregiudiziali inoltrati alla Corte di giustizia e del seguito dato alle giurisdizioni nazionali alle pronunce comunitarie. Anche se – ha continuato Mengozzi – la principale difficoltà che i due organi sono chiamati a superare è certamente quella di conciliare i principi fondamentali che stanno alla base dei due ordini giuridici». Su questa scia si è inserito l’intervento del professor Antonio Ruggeri che ha lanciato un vero e proprio appello affinchè siano proprio i diritti fondamentali a “riappacificare” le Corti Costituzionali e la Corte di Giustizia dell’Unione europea «Ho una certezza e una speranza – ha detto infatti Ruggeri – l’unico modo per diffondere e consolidare i diritti fondamentali è la loro difesa in Europa e con l’Europa, non contro, perché l’Europa non è una minaccia per l’identità nazionale, mentre la speranza – ha concluso il docente – è che ciascuna Corte non coltivi più quella pretesa insana di volersi affermare come Corte che ha l’ultima parola, ma sia piuttosto disponibile al dialogo con le altre e a recepire quanto esse hanno da dare in più e in meglio ai diritti fondamentali».
Sempre nell’ambito del progetto “Le(g)ali si può” si continuerà a parlare di Europa, diritti, tutele e minori il prossimo 9 novembre, in occasione del IV seminario dal titolo “Giovani e mafie: prevenzione, reclutamento e strategie di contrasto” che vedrà, tra gli altri, la partecipazione dell’eurodeputata Caterina Chinnici, già a capo del Dipartimento per la giustizia minorile.