Con una sentenza dello scorso 24, ottobre l'azienda di via La Farina ha perso contro 9 dipendenti che avevano chiesto il riconoscimento di un parametro superiore. Adesso il rischio è un buco in bilancio. L'allarme del consigliere Libero Gioveni.
Il Tribunale di Messina ha condannato l’Atm a riconoscere a 9 lavoratori un parametro superiore, con pagamento di spese, differenze retributive, interessi e rivalutazioni. Si tratta di 9 operatori di esercizio ex parametro 158 che hanno avuto riconosciuto, con decorrenza 1 marzo 2012, l’applicazione del superiore parametro 193 per aver ininterrottamente svolto mansioni al SAE, Sistema di Ausilio all’Esercizio. Una tegola che si abbatte sull’azienda di via La Farina e che adesso rischia di creare un buco nel bilancio della società che gestisce il trasporto pubblico locale in città.
A lanciare l’allarme è il consigliere comunale Libero Gioveni, che aveva già segnalato il problema all’ex direttore generale Giovanni Foti e all’assessore Gaetano Cacciola nel 2014, chiedendo di regolarizzare la posizione di quei lavoratori per evitare il contenzioso legale e le conseguenze che ne sarebbero scaturite.
“Dire che avevo ragione, con tanto di interrogazione premonitrice che venne puntualmente disattesa, sarebbe adesso come sparare sulla croce rossa, ma qualcuno ora dovrebbe dare conto e ragione di questo madornale errore di valutazione che costerà caro e salato alle casse dell’Atm” scrive adesso il consigliere comunale.
Quei lavoratori per 3 anni consecutivi, a seguito di una selezione pubblica da loro vinta per operatori SAE indetta nel 2010 con tanto di corsi di formazione svolti, furono impiegati in questa particolare e delicata attività professionale che si occupa di supervisionare la linea tranviaria, gestire gli impianti di rilevamento delle vetture, i sistemi di sicurezza per il radiocomando degli scambi.
“All’epoca il Direttore Foti – prosegue il consigliere – giustificò il diniego a procedere al riconoscimento delle nuove figure professionali perché andò sostenendo che la selezione fosse propedeutica alla DCO mentre gli operatori SAE, a suo dire, non avrebbero mai fatto la DCO, fatto però smentito dal Giudice del Lavoro che nella sentenza ha dimostrato che con degli ordini di servizio del 2008 e 2009 l’azienda aveva imposto ai conducenti del tram di svolgere a turno mansioni superiori di DCO”.
Secondo l’esponente del gruppo misto, questo “scherzetto” costerà all’azienda trasporti più di 130.000 euro frutto delle differenze retributive fra i parametri 158 e 193 per 6 lavoratori e fra i par. 175 e 193 per i restanti 3, senza considerare le spese di lite, gli interessi e le rivalutazioni monetarie come per legge che certamente fanno lievitare di parecchio la somma che Atm è costretta a sborsare.
“Alla luce di questo piccolo grande “macigno” caduto sull’azienda trasporti – conclude Gioveni – e considerato che nell’attuale sessione lavori del Consiglio Comunale sono inseriti anche i Bilanci di Atm degli anni in questione, è certamente opportuno e urgente convocare in Commissione Bilancio gli assessori al ramo e il Direttore Generale per capire quali possibili effetti negativi potranno esserci sia a breve che a lunga scadenza, in riferimento anche alla sostenibilità del piano di riequilibrio, e se ci siano ancora in itinere delle controversie giudiziarie pendenti i cui effetti potrebbero incidere ancora negativamente sui bilanci dell’azienda”.