La questione è finalmente stata inserita tra le priorità dell'assessore al Patrimonio Enzo Cuzzola. Le idee adesso sono chiare: avviare delle transazioni per riscuotere almeno un parte delle somme mai incassate e fare la nuova gara per fare pulizia dell'impiantistica esistente
Il problema c’è ed è sotto gli occhi di tutti ormai da anni. Sul fronte del tributo per l’occupazione suolo pubblico degli impianti pubblicitari a Messina ormai da troppo tempo regna l’anarchia. Una deregulation causata nel tempo dal vuoto normativo che si trascina dal 1 gennaio 2012, a causa di quelle tariffe che erano state inserite nel regolamento comunale del 2011 e che sono state dichiarate illegittime prima dal Tar e poi dal Cga. La vicenda è lunga e piena di troppi errori. Forse il più grande è stato quello di non affrontare mai con tempestività la questione. In questi ultimi anni l’ex dirigente al Patrimonio Natale Castronovo scrisse più volte di un danno erariale che si stava creando alle casse comunali per i mancati introiti che derivano dal mancato pagamento del Cosap. E il fatto che si sia perso tanto tempo per introdurre la nuova tariffazione, così come ordinava il Cga, ha in qualche modo “autorizzato” l’evasione totale su questo fronte.
Oggi finalmente sembra che la questione sia adesso stata inserita tra le priorità dell’assessore Enzo Cuzzola che, oltre al Bilancio, ha tra le sue deleghe anche il delicatissimo settore del Patrimonio. Cuzzola ha messo in moto la macchina amministrativa che si occupa di questo ambito, le idee sono chiare, le linee ci sono già. E il dato di partenza purtroppo è sconfortante: ad oggi nessuno paga il suolo pubblico per gli impianti pubblicitari.
«A occhio e croce ho appurato che in ballo ci sono 10 milioni di euro di somme mai pagate tra tributo e sanzioni che il Comune non ha incassato» spiega Cuzzola. «In città ci sono circa 700 impianti che naturalmente non sono a norma con il nuovo Piano generale degli impianti. Per questo l’obiettivo è di fare la nuova gara di assegnazione degli spazi entro il prossimo mese di marzo. Quello sarà il momento in cui si potrà davvero ripartire da zero, mettendo a norma tutta l’impiantistica pubblicitaria presente sul territorio».
A quella data però le agenzie concessionarie che in questi anni non hanno pagato dovranno essere in regola per non rischiare di rimanere escluse dalla gara. E su questo fronte l’assessore non ha intenzione di strozzare le imprese, ce n’è addirittura una che tra tributi non pagati e sanzioni ha un debito di 3 milioni di euro, ma di metterle nelle condizioni di sanare il pregresso e rimettersi in regola con la nuova tariffazione che è legittima e di sicuro inferiore a quella che era stata fissata nel 2011. «In atto ci sono importanti contenziosi. Stiamo mettendo in piedi una delibera di indirizzo per proporre delle transazioni per i crediti pregressi, almeno per quelli dal 1 gennaio 2012, anche alla luce dell’introduzione, nella conversione al collegato fiscale, della possibilità di rottamare tutte le entrate comunali, quindi non solo quelle tributarie. In questo modo spero che tutti possano pagare e questo consentirebbe di far entrare nelle casse comunali circa 3 milioni di euro entro la prossima primavera. In vista della prossima gara sarebbe anche un modo per indurre tutte le imprese ad avviare delle transazioni e pagare, altrimenti non potrebbero più partecipare alla prossima assegnazione degli impianti» dice Cuzzola.
Dunque il percorso da compiere è chiaro, in passato erano state anche le associazioni di categoria delle imprese pubblicitarie a invocare la possibilità di avviare delle transazioni per dare la possibilità a tutti di poter sanare i propri debiti. Le due tappe salienti saranno quindi le transazioni e la gara d’appalto che farà pulizia e rimetterà il settore sui binari della legalità. Ad oggi il Comune continua a perdere almeno 1 milione di euro di entrate ogni anno per il suolo pubblico occupato da impianti pubblicitari non pagato. Un far west, come lo abbiamo definito in questi anni, che forse ormai è alle battute finali. Almeno si spera.
Francesca Stornante
Nessuno paga, ma che caxxo diciamo? ci sono tanti responsabili da chi dovrebbe dare le linee guida, a chi deve gestire gli uffici competenti , che la corte dei conti , incominci a fare il proprio dovere scevra da leccamenti vari ai politici e avvii procedimenti contro coloro non riescono a recuperare quanto dovuto, chiaro!questo è danno erariale !