Cresce il rancore ma "Maria Antonietta del 2000" mangia i Ferrero Rocher

Cresce il rancore ma “Maria Antonietta del 2000” mangia i Ferrero Rocher

Rosaria Brancato

Cresce il rancore ma “Maria Antonietta del 2000” mangia i Ferrero Rocher

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domenica 03 Dicembre 2017 - 07:34

Secondo l'analisi del Censis si è bloccato l'ascensore sociale e questo causa rancore, aumentato in misura esponenziale. Il rancore è un'arma invisibile, che cova ed esplode, come accaduto con la Rivoluzione Francese.

Mi ha molto colpito un termine nell’analisi del Censis: rancore. Secondo gli ultimi dati del Censis in Italia l’economia è in ripresa ma cresce il rancore. L’economia sta ricominciando a camminare ma non c’è un’equa distribuzione della ricchezza ed il blocco della mobilità sociale causa RANCORE.

Il Censis non usa il termine insofferenza, malanimo, ma uno dei termini che ha maggiore accezione negativa perché genera quei veleni che possono uccidere l’anima di una società. Rancore è odio al cubo, è un rivolo che cova dentro nei confronti di qualcuno, è un tarlo che prima o poi divora tutto. Nel dizionario si legge: sentimento di odio nascosto, risentimento nei confronti di chi pensi ti abbia fatto un torto. Questa parola mi riporta ai tempi della Rivoluzione francese. Lì il rancore dopo aver attraversato tutte le viscere sfociò nella Rivoluzione. E la storia fece un balzo avanti. Noi siamo figli di quelle battaglie. In Italia, a covare è il ceto medio. Cambiano i protagonisti, non c’è la monarchia, ma il risentimento (e le motivazioni) sono uguali. Lì c’era la regina Maria Antonietta che diceva “hanno fame? Che mangino brioches”. Qui a far girare i cabasisi alla gente, come direbbe Camilleri, ci pensa il ministro Poletti con le sue frasi sui bamboccioni oppure con la tesi: “I giovani vanno via? Alcuni è meglio non averli tra i piedi”. O i rospi ingoiati con la riforma Fornero, con i voucher, con l’abolizione dell’art.18. Pensiamo alla rabbia covata per tutte le promesse di una politica che non tocca i suoi privilegi ma mette le mani nelle tasche degli italiani. In particolare li mette nelle tasche del ceto medio, quello che negli anni d’oro, gli anni ’90, della Milano da bere, del trionfo del berlusconismo pensava di vivere nel Paese della cuccagna. Pensava che in quel Paese fossero comparse scale a chiocciola ed ascensori sociali per tutti. Lo stesso ceto medio che il governo Prodi ha consegnato mani e piedi all’Europa che ne ha fatto carne da macello.

Trent’anni dopo quel ceto medio si è risvegliato dal sogno con le scarpe bucate. Nel frattempo la classe dirigente (imprenditori, politici, alti burocrati, intellettuali) ha bloccato l’ascensore, perdendo ogni contatto con il “popolo”. A favorire questo processo è stato anche il Porcellum che ha consentito ai privilegiati di autoriprodursi e adottare politiche che li garantissero bloccando nel contempo la mobilità sociale. Oggi quegli stessi che hanno bloccato l’ascensore gridano ai rischi del populismo. Esattamente come Maria Antonietta non si rendono conto di un abisso che loro stessi hanno creato e si domandano perché, se non c’è pane, chi ha fame non mangi i croissant integrali ai frutti di bosco. L’altro giorno ho visto in tv la Fornero che, incontrando gli esodati e toccando con mano i frutti del suo “omicidio occupazionale”, piangeva. Esattamente come piangeva il giorno in cui varò la più vergognosa delle riforme, quella che buttava giù dal vano ascensore migliaia di italiani onesti, perbene, lavoratori. Delle sue lacrime, oggi come ieri, migliaia di famiglie non sanno che farsene. Lei, come la sua famiglia, piange guardando dalla terrazza quelli che ha buttato giù. Poi rientra in casa e torna alla sua vita da privilegiata.

In base all’analisi del Censis l’87,3% degli italiani appartenenti al ceto popolare pensa che sia difficile salire nella scala sociale, come l’83,5% del ceto medio e anche il 71,4% del ceto benestante. In sostanza chi è povero pensa che non potrà migliorare e chi è ricco pensa che il povero deve restare tale. Oltre il 70% delle classi più basse pensa che è di gran lunga più facile peggiorare che non salire nella scala sociale. La paura del declassamento è insomma il nuovo fantasma sociale. Questa paura è una componente costitutiva della psicologia dei millennials (le generazioni nate negli anni ’90 ed inizio duemila): l’87,3% di loro pensa che sia molto difficile l’ascesa sociale e il 69,3% che al contrario sia molto facile il capitombolo in basso. Questo dato è AGGHIACCIANTE. Per millenni la specie umana si è evoluta grazie ad un semplice meccanismo: le nuove generazioni avevano la speranza di progredire e creavano il cambiamento. Se l’87,3% dei millennials pensa che l’ascesa sociale sia impossibile significa che non abbiamo alcuna possibilità di progredire. Siamo IMMOBILI. L’ascensore sociale è stato murato e la differenza tra i piani alti ed i piani bassi aumenta in modo esponenziale.

Il timore del declassamento agisce in due direzioni: da un lato guarda all’antipolitica e dall’altro si rivolge a chi è nei gradini più bassi, con atteggiamenti di discriminazione razziale. Si diventa carnefici di chi c’è sotto e “l’astioso impoverimento del linguaggio è un fenomeno strettamente collegato”.

La ripresa non è riuscita a invertire la rotta perché non è stata riattivata la mobilità sociale verso l’alto. Non è un caso se l'84% degli italiani non ha fiducia nei partiti politici, il 78% nel Governo, il 76% nel Parlamento, il 70% nelle istituzioni locali.

Un simile contesto diventa terreno fertile per tutti i populismi. Più la paura cresce più il populismo diventa una pianta rigogliosa.

Il rancore è uno dei sentimenti più negativi che esistano, molto più dell’odio perchè l’odio è visibile, mentre il rancore si accuccia in un angolo. Fa il nido, lo nutre, poi esplode.

Mi ha colpito ieri il sovrintendente del Vittorio Emanuele Bernava dire: “Messina è la città del rancore e il Vittorio Emanuele è il teatro del rancore”. Quando lo stomaco è vuoto scatta una guerra tra poveri e quella “cosa” che hai dentro la incanali verso chiunque. Il bersaglio diventa collettivo. Messina è divisa in Guelfi e Ghibellini. Il presidente del teatro Fiorino ha detto: “possiamo vincere se siamo una squadra con uno spogliatoio unito”. Vale a dire se chi sta in panchina sa che può entrare in squadra, se i calciatori si fidano dei compagni e dell’allenatore, se si perde e si vince tutti insieme.

Non so come si esce da questo bagno di rancore. Penso che ci riusciamo solo se rompiamo il meccanismo. Se chi ha bloccato l’ascensore scende ai piani bassi per vedere la gente che rovista nei cassonetti. Deve ristabilirsi una redistribuzione del reddito, dei diritti, i valori devono tornare ad essere quelli della vita, della dignità, della solidarietà umana. Maria Antonietta deve uscire dal castello e avere fame, cercare pane, lottare per il pane. Se non sai cosa significa non potrai mai capire perché un giorno arriva Robespierre e tutti gli battono le mani mentre cadono le teste.

Avremmo bisogno di una classe dirigente illuminata. Devono scendere nel sottoscala, spogliarsi di tutto e scoprire che da laggiù si vedono le stelle ed il tramonto e che soltanto uniti, con le mani sporche di fango e con i calli, con la fatica e con la speranza, ma soprattutto con la certezza che si è tutti UGUALI, si potranno costruire ascensori nuovi, scale mobili, scale a chiocciola.

Altrimenti, il rancore, che è un’arma invisibile, la più pericolosa di tutte, esploderà. E Maria Antonietta del 2020 capirà che se non c’è pane, non ci sono brioches che tengano.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. CastorinaCarmelo 3 Dicembre 2017 09:38

    Bravissima Rosaria Brancato, con il dono della sintesi hai raccontato la realtà, ma chi sta bene anzi benissimo, come dicevi tu se ne frega del prossimo e la” bomba sociale”…. esploderà….. e credo che la ghigliottina decapiderà figure “illustri” certamente “…..illustri ” tra virgolette….me lo auguro. Aggiungo……..vorrei che il tuo scritto venga letto da tantissimi giovani quelli particolarmente vulnerati dal sistema……

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  2. sergio indelicato 3 Dicembre 2017 11:10

    Ritengo che il blocco dell’ascensore sociale , al contrario per esempio degli USA, in Italia non sia mai esistito in quanto il nepotismo trasversalmente presente ovunque ha , di fatto , bloccato questo fenomeno sociale. Il resto viene attuato dallo sviluppo globale che ha avuto , negli ultimi anni , uno sviluppo che ha portato la redistribuzione del lavoro e del reddito su nuovi canali facendo si che alcuni tipi di lavori di fatto non esistono più e creandone di nuovi. Ora il problema è che la maggior parte dei “nuovi lavori” sono del tipo digitale o tecnologico dove , al contrario, esiste in Italia ancora un 18% di analfabetismo totale e un 28% di analfabetismo strumentale. Per cui , credo ,che il RANCORE è da ricercarsi altrove.

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  3. L’Italia di oggi…..Bolzano, grazia alla sua autonomia, è la prima città, per qualità della vita, nelle varie classifiche. A Bolzano resta oltre il 90% delle imposte, e si giova dei vari finanziamenti statali, senza subire taglioni regionali, essendo provincia autonoma.
    Per il governo italiano, i lavoratori della ricchissima Bolzano, vivono nel disagio.
    La ricchissima Bolzano, prima città italiana per qualità della vita,… è sede disagiata, quindi bisogna indennizzare alcune categorie di lavoratori che vivono nel disagio di risiedere nella prima città d’Italia.
    Forse devono usufruire di un reddito adeguato alla ricchezza alla città.
    Il Governo darà un adeguata indennità di disagio affinché tutti siano democraticamente ricchi.

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  4. Le consiglio di leggere alcuni di questi libri https://www.ibs.it/euro-o-democrazia-costituzionale-convivenza-libro-luciano-barra-caracciolo/e/9788858202593 “EURO o DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE” di Luciano Barra Caracciolo, https://www.ibs.it/tramonto-della-democrazia-analisi-giuridica-libro-marco-mori/e/9788897461678?gclid=Cj0KCQiAgZTRBRDmARIsAJvVWAvMmrb6PK4ZPL7ePPF1qe4sqmTvUk_h-LuIY-QzoLWjugVNFwO1x-IaAnyWEALw_wcB “Il TRAMONTO della DEMOCRAZIA” di Marco Mori. E qualcuno dei tanti libri di Alberto Bagnai, questo il suo blog http://goofynomics.blogspot.it/. Capirà che tutto questo non è casuale.

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