Impresentabili, Cateno De Luca querela la Commissione nazionale antimafia

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martedì 05 Dicembre 2017 - 16:19

I legali hanno presentato la denuncia ai carabinieri di Fiumedinisi, trasmettendo gli atti anche alle procure di Catania e di Roma.

Nuovi capitoli di “Cateno contro tutti”. Come preannunciato nei giorni scorsi il neo deputato regionale, attraverso i suoi legali, ha querelato la Commissione Bicamerale antimafia per la vicenda legata all’elenco degli impresentabili. La querela riguarda anche il quotidiano La Sicilia che nei giorni scorsi ha pubblicato un articolo nel quale veniva indicato De Luca tra gli “impresentabili” individuati dalla Commissione antimafia a conclusione del lavoro avviato a metà ottobre.

"I reati per i quali è stato chiesto all'Autorità Giudiziaria che si proceda- spiegano gli avvocati Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi- sono quelli della violazione del segreto di ufficio per aver la Commissione dato agli organi di stampa una informazione ancora segreta; dell'abuso di ufficio per aver utilizzato il Codice di autoregolamentazione, già di per sé contro la legge ordinaria e contro la Costituzione nei confronti dell'On. De Luca, nonostante non sussistessero le condizioni ed al fine precipuo di arrecargli danno sul piano politico e di immagine; della diffamazione a mezzo stampa, estesa perciò anche al quotidiano "La Sicilia", per aver divulgato notizie segrete e false”.

I legali chiedono inoltre che l’autorità giudiziaria accerti se il codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia relativamente appunto agli elenchi di impresentabili sia adottabile ed applicabile “Nella parte in cui impone il marchio di stigmatizzazione della impresentabilità in situazioni ulteriori rispetto a quelle tassativamente previste dalla legge in quanto riguardanti la capacità della persona, violando al tempo stesso la Costituzione repubblicana".

L'esposto è stato presentato alla stazione Carabinieri di Fiumedinisi ma l’atto sarà trasmesso per competenza anche alle procure di Catania e di Roma. De Luca aveva già trasmesso una lettera alla presidente Rosy Bindi invitandola a non inserirlo nell’elenco e allegando la documentazione.

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