Nuovo vertice tra l'assessore al Bilancio Miloro e i capigruppo del consiglio comunale, che domani sera si riunirà per votare revoca e nuovo collegio. Difficili le dimissioni degli attuali revisori, scontro anche sul presidente: Buzzanca vuole Aricò, il Pd chiede la conferma di Donato.
Nemmeno l’azzeramento della giunta regionale annunciato da Raffaele Lombardo riesce a -distrarre- amministrazione e consiglieri comunali dal chiodo fisso di questi giorni, il pasticcio dei revisori dei conti. Domani sera, in quello che si preannuncia essere un consiglio comunale particolarmente caldo, si procederà all’esame delle due delibere più delicate: la presa d’atto della sentenza del Tar sul collegio dei revisori eletto il 10 marzo e sospeso dal tribunale dopo il ricorso di Roberto Aricò, candidato non eletto e revisore uscente, e l’elezione del nuovo collegio, una terna sulla quale si stanno muovendo diverse pedine per cercare un accordo.
Stamani l’assessore al Bilancio Orazio Miloro ha nuovamente incontrato i capigruppo, una riunione nella quale tutti hanno auspicato un passo indietro di qualcuno ma tutti, di fatto, sono rimasti nelle proprie posizioni. Salvo novità al momento improbabili, l’amministrazione riproporrà il nome di Aricò e, stando a quanto filtrato dal vertice tenutosi sabato tra il sindaco Buzzanca e la maggioranza, lo proporrà come presidente, puntando dunque ad una ampia maggioranza. Per raggiungere la quale, è chiaro, il centrodestra avrà bisogno dell’ausilio di alcuni esponenti del centrosinistra. Staremo a vedere. Il Pd, da par suo, non rinuncerà a Domenico Donato, attuale presidente del collegio -sospeso-, e punterà anch’esso alla presidenza, forte del probabile appoggio del gruppo Briguglio del Pdl, e forse non solo di quello. Sul terzo componente pochi dubbi, sarà dell’Udc che dovrebbe riconfermare l’indicazione di Domenico Maesano. L’Mpa, che apparentemente rimane fuori da questa ripartizione, potrebbe -accontentarsi- di un revisore all’Ato3.
E’ chiaro che l’elezione dei nuovi revisori passa da un altro atto fondamentale e propedeutico a questo: la delibera di presa d’atto della sentenza del Tar. Delibera nella quale si specifica che essa perderebbe efficacia nel caso in cui il Tar, nel giudizio di merito, dovesse rigettare il ricorso. Il che aprirebbe la strada, secondo alcuni consiglieri, a nuovi possibili ricorsi. Uno pare, al momento, certo: è quello di Arturo Faraone, revisore eletto il 10 marzo scorso e indicato da Pippo Trischitta, il quale conferma: «Faraone porterà avanti un’azione legale chiedendo il risarcimento per i danni e per l’immagine professionale. Questo nel caso in cui, naturalmente, il Tar dovesse dargli ragione nell’udienza di merito, dove non sosteniamo che il consiglio, a marzo, ha agito secondo i dettami del regolamento comunale».
Proprio sulla delibera di presa d’atto si annidano le perplessità di molti, e non è scontato che la maggioranza raggiunga i numeri sufficienti domani in aula. La corrente Germanà, ad esempio, è un’incognita, così come da Udc e Mpa potrebbero arrivare voti discordi (Melazzo, ad esempio, ma non solo). Per cercare di evitare imboscate l’amministrazione sta tentando diverse strategie. Una, ancora in corso e di difficilissima attuazione, prevede le dimissioni di due dei tre revisori attuali, il che comporterebbe la caduta del collegio e risolverebbe una prima grana. Strada, però, piena di ostacoli. Inoltre, pare che proprio il centrodestra stia pensando di utilizzare la tattica che si rivelò vincente per l’opposizione qualche mese fa: si vocifera che stasera i rappresentanti dei vari gruppi si incontreranno in una pizzeria del centro. Basterà per evitare un nuovo colpo gobbo?