Entro 2 mesi la nuova Rete ospedaliera sarà trasmessa alla Commissione Ars. L'attenzione della Regione alle specificità del messinese evidenziata anche dagli interventi degli assessori Armao e Grasso presenti al convegno
“L’eredità Gucciardi”, quella rete ospedaliera varata nella seconda metà del mandato della giunta Crocetta e al centro di una serie di proteste o richieste, sarà modificata, ponendo massima attenzione alle istanze emerse negli ultimi mesi soprattutto sul fronte dell’emergenza-urgenza. Anche le specificità del territorio messinese, con zone disagiate diverse per tipologia, sarà messa in primo piano.
E’ quanto emerso dalle dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza che dopo aver ascoltato per quasi 3 ore i numerosi e significativi interventi provenienti dal territorio, ha indicato le linee guida che intende seguire per varare, entro pochi mesi la nuova Rete ospedaliera. Non è un caso se Musumeci ha deciso di affidare ad un suo “fedelissimo”, del quale conosce il rigore, il settore più delicato: la sanità alla quale va annualmente una grossa fetta del bilancio.
“Ho chiesto sei mesi per potere esaminare a fondo tutte le criticità e i punti forti della Rete ospedaliera– ha dichiarato Razza- ed entro 2 mesi porterò la delibera in Commissione sanità. Prioritaria è la gestione dell’emergenza-urgenza che dovrà vedere tutte le parti in sinergia. Dobbiamo essere in grado di garantire la piena gestione del paziente in ogni caso”. L’assessore Razza infatti ha sottolineato come l’obiettivo sia garantire in ogni situazione almeno uno dei 3 presidi: o il PTE o la guardia medica o l’ambulanza medicalizzata. A Messina in particolare, proprio alla luce della conformazione geomorfologica e delle diverse zone disagiate, si presterà massima attenzione per far sì che i territori abbiano totale copertura. Quel che dovrà essere evitato saranno i doppioni nei quali uno dei due presidi è depotenziato (ad esempio una guardia medica carente di personale). “Meglio togliere una guardia medica che non funziona che un’ambulanza medicalizzata, quelle vanno tutte potenziate”. Va potenziato e riorganizzato secondo l’assessore tutto il sistema dell’emergenza-urgenza.
Altro punto sul quale la Regione sta accendendo i riflettori sono le convenzioni (come quella con il Bambin Gesù). Nessuna preclusione, ma l’assessore vuol vedere, costi alla mano, se le strutture convenzionate abbiano realmente ridotto le spese per la mobilità passiva o se invece la situazione sia rimasta uguale o persino peggiorata.
Insomma l’assessore vuol scommettere sulle eccellenze, ma con rigore. Se in molti settori il treno continua ad essere “il miglior medico” occorre agire con urgenza e in quel caso rivedere la convenzione.
E’ quanto emerso anche dagli interventi del vicepresidente della Regione Gaetano Armao e dell’assessore agli Enti Locali Bernadette Grasso.
“La Sicilia deve diventare un grande centro di eccellenza per la salute nel Mediterraneo- ha dichiarato Armao– Dobbiamo riuscire a creare un sistema socio-sanitario complessivo che segua il cittadino dal suo primo giorno di vita fino all’ultimo. Occorre spostare l’asse sulla prevenzione e soprattutto investire”.
In Sicilia l’aspettativa di vita è tra le più basse del Paese, viviamo cioè di meno (e per la verità viviamo anche in condizioni di qualità della vita peggiori di quelle delle altre Regioni) e molti studi hanno posto in correlazione questi dati con una media di investimenti che è più bassa rispetto a quella delle zone del Nord.
“Stiamo pensando ad un disegno di legge- ha continuato Armao– che rivoluzioni l’attuale apparato burocratico elefantiaco. Decine di imprenditori vorrebbero venire in Sicilia. Molti iniziano a provarci con entusiasmo, ma quando sono costretti a continui pellegrinaggi per mesi o anni da un ufficio all’altro si deprimono e abbandonano l’idea. Dobbiamo semplificare le procedure. Infine, abbattere le barriere tra pubblico e privato”.
L’assessore regionale agli Enti Locali Bernadette Grasso conosce bene la realtà della sanità nell’isola, perché è stata per 5 anni vicepresidente della Commissione Ars sanità e si è battuta per il territorio messinese. “Ho capito che la politica non deve ingerire. In Sicilia abbiamo pagato lo scotto del piano di rientro del 2007, ma adesso dobbiamo andare oltre. Non sono tra quanti pensano che ogni piccolissimo comune debba avere il suo ospedale, ma che debba essere sempre garantita la massima assistenza. Per questo l’emergenza-urgenza è fondamentale. Conto di parlarne con i miei colleghi assessori, perché vorrei fare in modo che non ci siano più in Sicilia ambulanze senza medico a bordo. I medici a bordo salvano la vita. Per quanto riguarda Messina abbiamo due fiori all’occhiello, le due stroke del Policlinico e del 118, quanto invece all’Irccs Piemonte è stato il trionfo della politica. Adesso dobbiamo investire moltissimo nella prevenzione, nella formazione e nel 118”.
Anche per l’assessore Grasso, come per gli altri colleghi di giunta e per quanti sono intervenuti al dibattito, il gap d’investimenti in termini di risorse tra Nord e Sud continua ad essere il vero vulnus da superare.
Rosaria Brancato