Il Tribunale ha accolto la richiesta di rinviare l'assemblea dei creditori per approvare il concordato. C'è tempo fino al 26 marzo per sistemare il concordato. Calabrò parla a ruota libera, manda un messaggio a tutti gli attori dell'operazione e chiede maggiore collaborazione
Messinambiente riesce a prendere ancora tempo e ha guadagnato un altro mese e mezzo di tempo per il suo concordato. L’obiettivo è sempre quello di sventare il fallimento. E anche se in questi ultimi giorni si è consumato un passaggio importante che riguarda la concessione da parte del Tribunale dell’usufrutto nei confronti di MessinaServizi che apre la strada alla nuova società rifiuti che adesso può raccogliere concretamente gli “strumenti” per operare, adesso è necessario rivedere il quadro complessivo per mettere a posto tutti i tasselli.
Il legale di Messinambiente Marcello Parrinello aveva chiesto al Tribunale un nuovo rinvio dell’assemblea dei creditori convocati questa mattina in Tribunale per esprimersi sulla validità dell’offerta che Messinambiente ha preparato per pagare i suoi debiti. Quel piano da 30 milioni di euro con cui la società punta a estinguere i suoi debiti, a fronte di un monte debitorio che supera i 100 milioni di euro, dovrà essere accettato e approvato da chi attende soldi da Messinambiente. In testa ci sono l’Agenzia delle Entrate e l’Inps, poi ci sono i lavoratori che in questa operazione ci hanno messo Tfr, ferie, passaggio all’altra società, contenziosi, poi ci sono i creditori più piccoli che nel tempo hanno accumulato somme che Messinambiente non ha versato.
Il legale Parrinello aveva chiesto un secondo rinvio, dopo quello ottenuto il 12 gennaio, per avere il tempo di modificare ancora il concordato alla luce di alcune novità intervenute nel frattempo, come appunto le transazioni dei lavoratori che hanno firmato, oggi 380 su 487, il pagamento del Tfr ai lavoratori entro un anno e non più al momento del pensionamento da MessinaServizi, e altri numeri da sistemare che riguardano gli altri importi previsti nel girone dei creditori. Rinvio accolto, dunque tutto rimandato al 26 marzo.
In Tribunale questa mattina insieme al legale, anche il liqudatore di Messinambiente Giovanni Calabrò: «Stiamo cercando di mettere tutti i tasselli al loro posto, ci sono delle operazioni importanti che vogliamo inserire sia a tutela di tutti i creditori, sia a tutela dei lavoratori che per Messinambiente hanno sempre lavorato con spirito di abnegazione. Proprio sull’aspetto che riguarda i lavoratori, adesso che si andrà a definire il passaggio alla nuova società, ho intenzione di preparare un documento politico-aziendale per dare delle indicazioni al Direttore generale della MessinaServizi che accoglierà questo personale. Spero in qualche modo di poter mettere in luce quei lavoratori che hanno lavorato con diligenza». dice Calabrò riferendosi anche a chi non ha impugnato contenziosi e a chi magari in questo momento potrebbe decidere di rivalersi sulla società per qualunque ragione.
E sempre sul delicatissimo passaggio che riguarda i lavoratori e che in questi mesi ha scatenato vere e proprie guerre, Calabrò manda un messaggio a chi continua a parlare di un “clima di ricatti e minacce” che ha regnato sulla firma delle transazioni e denunciato a più riprese da Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel: «Non ho intenzione di consentire più a nessuno di parlare di ricatti e minacce, sono pronto anche a tutelare legalmente Messinambiente e il nostro operato di fronte a chi continua a paventare irregolarità nelle procedure che abbiamo seguito. Tutto quello che abbiamo fatto è stato nel rispetto di un concordato da onorare e del servizio da garantire alla città».
Un Calabrò senza freni lancia anche un appello che invece si rivolge a tutti gli attori di questa grossa operazione concordato: «Continuiamo a essere soli a gestire una questione molto delicata e impegnativa. Non ho interlocutori a nessun livello, con una parte dell’amministrazione dialoghiamo ma non basta. Questo ultimo mese sarà decisivo e mi auguro che ognuno si assuma le proprie responsabilità perché gli adempimenti a cui dobbiamo andare incontro sono tanti, da quelli legali, a quelli burocratici, fino anche a quelli tecnici. Un plauso lo voglio fare al dirigente del Dipartimento comunale Romolo Dell’Acqua che, nonostante si sia trovato letteralmente catapultato in questo settore, sta facendo di tutto per metterci nelle condizioni di superare le criticità che abbiamo sempre evidenziato».
Francesca Stornante