Messinambiente-MessinaServizi: un labirinto di scontri, accuse, interessi

Messinambiente-MessinaServizi: un labirinto di scontri, accuse, interessi

Francesca Stornante

Messinambiente-MessinaServizi: un labirinto di scontri, accuse, interessi

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giovedì 22 Febbraio 2018 - 07:03

L'obiettivo primario è per tutti l'avvio della MessinaServizi già dal 1 marzo, la tutela dei lavoratori e del servizio. Lo scontro sindacale è ancora incandescente. Nel mirino l'avvocato Parrinello e il concordato di Messinambiente che sembra dettare la linea di tutta l'operazione.

A cosa è servito il confronto in commissione consiliare su Messinambiente e MessinaServizi? A conti fatti a ben poco. Rispetto a un quadro ben noto ormai da settimane, quello che è stato detto durante una commissione che doveva mettere insieme consiglio comunale, amministrazione, le due società e i sindacati, non ha portato risposte, soluzioni condivise, non ha fugato i dubbi messi sul tavolo, non ha rasserenato un clima che continua ad essere avvelenato dagli scontri e dalle posizioni contrapposte. Non sono mancate neanche le urla tra alcuni lavoratori che alla fine si sono attaccati tra di loro perché ormai, in virtù dell’appartenenza sindacale, a Messinambiente pare ci siano i buoni e i cattivi, quelli che hanno firmato le transazioni e quelli che invece hanno deciso di non accettare le condizioni del concordato, ci sono quelli che hanno i contenziosi e vogliono difendere i propri diritti e ci sono quelli che non vogliono rinunciare a qualche beneficio collezionato negli anni di lavoro e che a seconda di come si transiterà alla nuova società sarà sacrificato o salvaguardato. Ci sono anche quelli a cui non cambierà nulla nel passaggio da una società all’altra e chiedono solo che si esca dal guado e che finalmente si arrivi ad una soluzione perché ormai la misura è colma da troppo tempo. E in tutto ciò c’è sempre un servizio pubblico fondamentale da tutelare, da garantire e soprattutto da migliorare. E’ per questo che l’obiettivo primario adesso dovrebbe essere l’avvio di una MessinaServizi nuova, rinnovata, che possa partire senza i fardelli che in questi anni hanno massacrato Messinambiente. Inutile però nascondere il fatto che in gioco ci sono tanti interessi e riuscire a incastrarli tutti si sta rivelando molto complicato. Il peccato originale resta sempre uno: aver legato il concordato di Messinambiente all’avvio della MessinaSerivizi. Le due strade dovevano rimanere separate, invece il ruolo dei lavoratori/creditori ha innescato un sistema per cui le transazioni con Messinambiente, utili ai fini del concordato, sono state trasformate nello strumento per guadagnarsi il passaggio alla nuova società. Così è stato scritto dal legale di Messinambiente Marcello Parrinello, così è stato detto da qualcuno anche durante la commissione, nonostante l’assessore Daniele Ialacqua abbia ripetuto anche questa volta che non si parla di licenziamenti per nessuno e che l’unico obiettivo è far partire la MessinaServizi salvaguardando tutti i lavoratori e il servizio.

Lo ha detto fuori microfoni anche l’amministratore unico Beniamino Ginatempo che continua a tenere un profilo basso ma che resta protagonista di questa operazione, nonostante, ad oggi, in ogni accordo e ogni decisione che riguardava anche MessinaServizi è sembrato che a dettare la linea fosse sempre il concordato di Messinambiente. Si continua a dire che bisogna salvare Messinambiente dal fallimento e far partire MessinaServizi. Ma questo non può significare che la salvezza di una possa passare dall’affossare l’altra. Tra l’altro, proprio sull’ipotesi di una discriminazione tra i lavoratori firmatari delle transazioni e quelli che invece non hanno firmato, definiti proprio da Parrinello “dissenzienti”, Ginatempo ha le idee chiare e non ha intenzione di accettare l’eventualità di passaggi a metà. Anche perché potrebbe accadere che per esempio la nuova società si troverebbe senza il personale che svolge il trasporto in discarica. E cosa accadrebbe? Di certo non è così che può iniziare la nuova vita di MessinaServizi dal 1 marzo.

«Profondo rispetto per Parrinello ma ha tritato carne e ossa dei lavoratori non distinguendo i lavoratori creditori dai lavoratori operai. Se il legale di Messinambiente conta più della legge e più del consiglio comunale basta dirlo» ha apostrofato a muso duro il segretario Uiltrasporti Michele Barresi.

Il problema è che il quadro è ancora molto confusionario e frammentato. Alla fine lo scontro è finito ancora una volta sulla modalità del passaggio dei dipendenti, nonostante i nodi caldi siano molti di più. Ed è emerso dal dibattito in commissione, soprattutto dalle posizioni dei sindacati. La segretaria Clara Crocè ha sottolineato con forza la posizione della Cgil: «Ribadiamo la netta contrarietà al sistema Ato e Srr perché è un sistema che in tutta la Sicilia non ha fatto altro che comportare caos e disordine. Sosteniamo il trasferimento diretto perché non c'è nessuna legge che lo impedisce e perché il trasferimento dei lavoratori tramite Srr provocherebbe differenze tra gli stessi lavoratori perché 104 verrebbero comunque trasferiti in modo diretto. Con il trasferimento diretto i lavoratori conservano tutti i diritti. Non sappiamo cosa farà il governo Musumeci con le Srr, a noi questa sembra la soluzione meno dolorosa anche per evitare che Messina paghi le conseguenze dei mancati pagamenti da parte degli altri Comuni delle proprie quote».

Immediata la risposta del fronte sindacale opposto. Michele Barresi, per la Uiltrasporti, ha subito sottolineato che semmai le discrepanze ci sarebbero già con il passaggio diretto, visto che in MessinaServizi ci sono i 53 dipendenti ex Ato3 che sono passati proprio tramite la Srr. «Il sistema Srr non mi piace ma devo applicarlo a tutela dei lavoratori e perché così prevede la legge. Continuiamo a ribadire come il concordato sia stato usato come un macigno dall'avvocato Parrinello, sia nei confronti dei lavoratori che di questo consiglio comunale. Un concordato che è stato modificato più volte e di cui nessuno ha reso conto a chi si è assunto determinate responsabilità soprattutto all’interno di quest’aula». Poi una sfilza di interrogativi che però sono rimasti senza risposta: «Il 1 marzo come devono transitare i lavoratori? Operativamente MessinaServizi può iniziare? Messinambiente come si sta muovendo in questo momento? Il liquidatore può continuare a conferire mansioni e livelli superiori? Quanti soldi di straordinario sono stati spesi in questi ultimi mesi? Non si può far passare tutto come una diatriba sindacale, c’è la necessità di non creare un clone fallimentare di Messinambiente. Messinaservizi finora è stato attore passivo, in questo momento la legge la fa l'avvocato Parrinello. E probabilmente il liquidatore Calabrò dovrebbe essere rimosso dal suo ruolo».

Ha rincarato la dose il segreatario della Fiadel, Pietro Fotia che ha ricordato che nel contratto di servizio votato dal consiglio comunale e firmato da Ginatempo ci sono ben due articoli che specificano il passaggio dei lavoratori attraverso la legge 9 del 2010, quella cioè che prevede la tappa tramite Srr. «Invece il legale Parrinello ha scritto che è necessario che passino solo i avoratori che hanno firmato le transazioni nell’istanza del 2 gennaio con cui chiedeva il differimento dei termini per l’assemblea dei creditori. È stato comunicato al giudice che per il bene di MessinaServizi devono passare solo i lavoratori che hanno firmato. Ma Ginatempo non sa nulla, non ha firmato accordi, vuole che il personale transiti come sono già transitati gli altri. Ci sono troppi lati oscuri e oggi si dice che Parrinello stia preparando nuovo concordato con la tabella dei buoni che passano e dei cattivi che non passano. Siamo pronti a impugnare il concordato intero se così sarà. Questa è una situazione che sta diventando drammatica. Vorrei capire da chi è stato deciso, l'amministrazione mandi via Calabró».

Lillo D’Amico, segretario della Fit Cisl, ha puntato l’attenzione sull’immobilismo che si sta registrando in questa fase: «Questa amministrazione ha perso di vista l’obiettivo principale. Oggi, a quasi un anno dalla costituzione della MessinaServizi è lampante l’incapacità di creare una cabina di regia. Ci troviamo di fronte ad azioni che garantiscono solo alcune posizioni a discapito di molti altri».

Poi gli interventi dei consiglieri, le richieste su livelli e soldi spesi per gli straordinari da Messinambiente, la diatriba sul ruolo dell’Ispettorato del Lavoro, criticato dalla Cgil e difeso dagli altri sindacati. «L'accordo è stato firmato solo dalla Cgil e che piaccia o no alle ultime elezioni è risultato il sindacato più rappresentativo» ha sbottato ad un certo punto la segretaria Crocè, «Messinaservizi deve partire senza le porcherie di Messinambiente» ha replicato Barresi. E dal segretario della Fp Cgil, Francesco Fucile un appello all’amministrazione ad andare avanti spediti.

Alla fine però le risposte ai tanti interrogativi non sono arrivate, i dati di fatto sono che il 1 marzo si vuole partire con MessinaServizi ma ad oggi non c’è stato ancora nessun atto siglato, né per il personale, né per l’usufrutto d’azienda.

Francesca Stornante

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