Lombardo non torna indietro e snobba il ddl di Pdl e Udc: «Squallide intimidazioni»

Lombardo non torna indietro e snobba il ddl di Pdl e Udc: «Squallide intimidazioni»

Lombardo non torna indietro e snobba il ddl di Pdl e Udc: «Squallide intimidazioni»

domenica 31 Maggio 2009 - 12:39

Il presidente della Regione a Messina per la campagna elettorale: «Cercano di intimidirci per dare coraggio alle truppe locali, come i papà che dicono cosa fare ai ragazzini confusi». Spiragli aperti per un messinese nella giunta bis

Due standing ovation, qualche bandiera ma anche qualche poltroncina vuota, uno stile populista tirato fuori al momento opportuno e una certezza: Raffaele Lombardo non tornerà sui propri passi. Questa la sintesi della convention elettorale targata Mpa tenutasi stamani in Fiera, in un padiglione messo a disposizione dall’“amico” commissario Fabio D’Amore, sempre più vicino allo spirito autonomista del governatore siciliano.

Lombardo va avanti per la sua strada, con l’obiettivo del 4 per cento sempre più simile al manto rosso per il toro della corrida, e con una giunta bis appena insediatasi con tutto il carrozzone di polemiche che ne sono conseguite. Non ultima, la manovra romana, preparata da Pdl e Udc, di un ddl che punterebbe a slegare il presidente dall’Ars, consentendo all’assemblea di sfiduciare il governatore senza per questo decadere. «Respingeremo al mittente – taglia corto Lombardo – questi squallidi e ridicoli tentativi di intimidazione, che non stanno né in cielo né in terra. Lo fanno per intimidirci e per dare coraggio alle loro truppe piuttosto confuse. Sono i papà che dicono ai ragazzini come fare, dopo che sono rimasti fuori da quel potere di cui hanno abusato facendo danno alla Sicilia».

Il leader dell’Mpa spende qualche parola anche per i tre assessori Pdl, Cimino, Bufardeci e Gentile, sospesi dal partito: «Le deleghe che affiderò loro saranno ancora più importanti». Quindi offre la sua chiave di lettura: «O cercheranno di farcela pagare, o decolleremo. Le aggressioni di cui è oggetto l’Mpa sono dovute al timore per quanto questo partito riuscirà a fare l’anno prossimo, quando ci saranno le regionali in quasi tutta Italia e noi raggiungeremo il 5 per cento».

Lombardo conferma di essere «pronto a ragionare», ma è fermissimo sui suoi passi: «La scelta che abbiamo fatto non conosce passi indietro né retromarce». E a chi, come ad esempio l’ex alleato Cuffaro (non citato), parla di tradimento, lui risponde: «stia zitto e pensi al massacro e alla rapina continua di una Sicilia che ho trovato in macerie». Dunque rilancia i suoi cavalli di battaglia: «La riforma della Sanità se non l’avessimo fatta noi ci avrebbe pensato un commissario di Stato. I fondi Fas sono della Sicilia e sono più importanti dell’aria che respiriamo».

Una frecciata a chi, nella vecchia giunta, si è occupato di agricoltura e formazione: «Questa gente non tornerà più in giunta, piaccia o non piaccia». E una agli alleati di comuni e province: «Mi dicono che nelle grandi città vogliono attaccare le rappresentanze dell’Mpa, che è stato decisivo per la vittoria di sindaci e presidenti di provincia, anche se in alcuni casi ce ne siamo pentiti».

Non poteva mancare un passaggio sul federalismo fiscale: «Chi inquina la nostra terra paga miliardi di euro di tasse allo Stato perché ha la sede legale non in Sicilia, ma altrove. Questo bisogna dirlo. I grandi partiti si mettono d’accordo su queste porcherie, e noi non consentiremo che facciano strage della nostra gente».

La convention è servita anche per lanciare il candidato principe dell’Mpa: Carmelo Lo Monte non ha dubbi sul risultato elettorale: «Il 4 per cento? Lo raggiungeremo solo al Nord». E rilancia il tema «dell’orgoglio della sicilianità» e del «risveglio della messinesità». Su questo fronte non si può dimenticare che anche nel Lombardo-bis non ci sono messinesi, ma il presidente apre spiragli: «Un assessore messinese? Possibile».

(foto Sturiale)

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