Secondo i dati analizzati nel corso della riunione dell'esecutivo della Cisl ad aumentare è il lavoro, sì, ma precario
Il segno “più” non fa sorridere. I dati sul lavoro anticipati dal segretario generale Tonino Genovese nel corso dell’Esecutivo provinciale della Cisl Messina, infatti, confermano una lieve ripresa dell’economia sul territorio dell’occupazione con 125.500 assunzioni nel 2017, in aumento di 14mila unità rispetto al 2016 ma sempre inferiori al 2014. «Ma – ha detto Genovese – si tratta di assunzioni, per l’80%, a tempo determinato che confermano la precarietà del lavoro sul nostro territorio. Continua, inoltre, il calo della presenza delle imprese attive nei settori classici produttivi come l’industria, le costruzioni e il manifatturiero ed anche delle attività commerciali».
Alla presenza del segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo e del segretario regionale della Cisl, Sebastiano Cappuccio, Tonino Genovese ha evidenziato come il territorio messinese viva un momento delicato e di estrema importanza dal punto di vista delle scelte strategiche.
«La mobilità resta un tema centrale del nostro territorio anche nel favorire la presenza del settore industriale. Sono partiti i lavori del pontile di Giammoro e questa deve essere considerata un’opportunità straordinaria per lo sviluppo di tutta l’area. Speriamo che la sua inaugurazione non arrivi in un contesto di desertificazione industriale. Per questo, insieme a LaborMetro, riteniamo fondamentale avere le aree Zes, tra cui quella di Giammoro insieme a Tremestieri, all’Area Asi di Larderia e alla zona falcata per la cantieristica. È una condizione – ha continuato Genovese – di opportunità per tutto il territorio e bisogna pressare la deputazione regionale messinese e il presidente della Regione per non lasciarla cadere nel nulla».
A proposito della presenza di stabilimenti produttivi, Genovese ha espresso la sua preoccupazione per l’incontro che si terrà domani al Ministero per la concessione della Certificazione Aia alla Raffineria di Milazzo. «Il sindaco di Milazzo e il Commissario del Comune di San Filippo del Mela forse non hanno percepito la reale portata del problema – ha detto il segretario generale della Cisl Messina – e la mancata concessione della certificazione alla Ram avrebbe ripercussioni serie sull’occupazione per tutto il comprensorio. Ma grande attenzione stiamo rivolgendo anche alla ristrutturazione del polo energetico di A2A. E anche qui le Zone Economiche Speciali potrebbe costituire l’impalcato utile per lo sviluppo delle attività produttive per i prossimi 21 anni creando quelle condizioni di attrattività indispensabili per il rilancio del nostro territorio».
Genovese ha anche ricordato come sia stata convocata per oggi pomeriggio in Prefettura la riunione tecnica sull’edilizia richiesta dai sindacati per monitorare e far partire tutti i lavori delle opere bloccate dalla burocrazia «e che tutti i fondi di investimento nazionali e comunitari previsti vengano realmente utilizzati nel territorio». Altro settore evidenziato da Genovese è quello dell’industria agroalimentare «nella quale abbiamo anche condizioni di eccellenza che si stanno affermando che, insieme ad un altro settore di grande rilievo come il florovivaismo, possono costituire delle serie filiere di sviluppo per il territorio. Come di altrettanto rilievo è anche la destagionalizzazione dek comparto legato al turismo per superare il grave problema della precarizzazione dei rapporti di lavoro».
Il segretario generale della Cisl Messina ha evidenziato nel corso del suo intervento all’Esecutivo anche l’importanza dell’appuntamento elettorale per il rinnovo delle RSU del Pubblico impiego e della Scuola. «Un momento importante per l’Organizzazione e cruciale nelle dinamiche future per il confronto con il Governo». A Messina, per le elezioni Rsu del 17-18-19 aprile, la Cisl arriverà con 424 candidati di cui 131 per il settore scuola e 279 per gli uffici pubblici, mentre sono 14 quelli impegnati nelle elezioni Rsu tra Università e Afam.
Il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, invece ha sottolineato il momento di «emergenza permanente» in cui versa l’Isola. «Dai rifiuti al lavoro, dalle Province alla povertà, alla spesa. C’è bisogno – ha detto Milazzo – che la nuova, annunciata stagione di riforme sia anche nuova stagione di metodo politico. Abbiamo registrato che 25 mila persone, 12 mila delle quali giovani, hanno fatto la valigia e sono andati via. La Sicilia ha bisogno di una programmazione ordinaria che faccia leva sullo snellimento della macchina amministrativa regionale e locale. Ha bisogno del riordino delle ex Province; che decolli un sistema dei rifiuti che archivi l’epoca delle discariche che ha fatto dell’Isola l’ultima regione in Italia e non solo in Italia, per differenziata. Ancora, ha bisogno di interventi di riequilibrio dell’assetto idrogeologico. Di politiche ad hoc per l’occupazione, giovanile specialmente ma non solo. In Sicilia a lavorare sono solo un milione 370 mila residenti, appena il 27% della forza lavoro».
Poi, il tema del degrado sociale e dei ritardi dell’economia. «Servono misure che alzino un argine contro il rischio-povertà che incombe sul 55% della popolazione dell’Isola. E dell’urgenza di uffici tecnici funzionanti, capaci di sbloccare la progettazione esecutiva delle opere pubbliche. E c’è bisogno, inoltre, di un colpo di acceleratore alla spesa pubblica, non solo dei fondi Ue, pure inchiodati complessivamente, per la programmazione 2014-2020, a percentuali irrilevanti. Insomma, la Sicilia deve darsi una mossa. E deve sbrigarsi a darsi una mossa».