Il miglioramento conseguito rispetto ai livelli di qualche anno fa non impedisce alla città di collocarsi tra le peggiori in Italia per quantità di rifiuti differenziati raccolti.
La Messina Servizi, la nuova società di gestione dei rifiuti, lo ha scritto con chiarezza: una delle cause del magro 14% di raccolta differenziata che si registra nella nostra città è ascrivibile alla mancata programmazione da parte del comune. Che questa affermazione provenga da una realtà che gravita nell’orbita dell’attuale amministrazione ed è guidata da un suo uomo di fiducia come Benianimo Ginatempo è particolarmente importante. Quantomeno perché è difficile immaginare che qualcuno dei sostenitori di Accorinti adesso corra alla tastiera per riempire di insulti il presidente della Messina Servizi, come capita spesso a chi osa criticare la giunta Accorinti.
Quello che non convince dell’analisi condotta dalla società che adesso gestisce i rifiuti per conto del Comune di Messina è l’affermazione, da sempre ripetuta come un mantra, secondo la quale i cittadini non collaborano. So quanto l’inciviltà sia diffusa tra molti messinesi. Ma in questo caso specifico devo dire che al contrario molti di loro hanno dimostrato una concreta disponibilità a cambiare atteggiamento. Ho visto con i miei occhi le file alle isole ecologiche per il conferimento dei rifiuti differenziati. E in tanti anni non mi era mai capitato. Certo molto è dipeso dagli sconti sulla Tari legati alla diffusione di questa pratica. Ma anche se fosse solo per questo, va dato merito almeno ad una parte dei cittadini di essersi adeguati a un sistema di civiltà che fa bene all’ambiente e al bilancio pubblico. Semmai bisognerebbe organizzare ancora meglio le isole ecologiche, insufficienti per un territorio così esteso come il nostro, e ampliare il numero delle campane e dei cassonetti per la raccolta differenziata collocati in strada, come riconosciuto dalla stessa Messina Servizi.
Avveniristico sarebbe poi, ma non irrealizzabile, un sistema grazie al quale il cittadino paghi l’effettiva quota di rifiuto indifferenziato conferito. Questo metodo, già praticato in altre città, consentirebbe di premiare i comportamenti virtuosi e ridurre la produzione di rifiuti puntando a quell’obiettivo Rifiuti Zero di cui il presidente di Messina Servizi Beniamino Ginatempo è un convinto assertore. Inoltre si introdurrebbero criteri di equità nel sistema tariffario evitando che il solo fatto di possedere una casa senza magari abitarla debba necessariamente significare essere sottoposto alla tagliola della Tari.
Il sistema porta a porta, infine, in alcuni centri della nostra area metropolitana dà buoni risultati ed è davvero una disdetta che a Messina, nei pochi quartieri in cui è stato sperimentato non abbia funzionato a dovere, assicurando, almeno in quei contesti, quel salto di qualità auspicato e senz’altro raggiungibile. Evidentemente il sistema organizzativo è stato ed è ancora inadeguato.
In questo quadro non si riesce a comprendere come mai non si riescano a sciogliere i nodi che ormai da anni, impediscono l’avvio dell’impianto realizzato a Pace per la gestione delle frazioni secche della raccolta differenziata. Una struttura nuova di zecca che potrebbe dare una mano importante e che invece rimane desolantemente ferma.
Avendoci lavorato per anni, sono affezionato ai numeri e al loro asciutto contenuto di verità. Quel 14% di raccolta differenziata ottenuto in cinque anni di amministrazione farebbe arrossire chiunque avesse un minimo di onestà intellettuale. Soprattutto ove si pensi che a gestire il comparto rifiuti è stato un ambientalista di razza, come Daniele Ialacqua che, nel suo precedente ruolo, avrebbe senz’altro gridato allo scandalo di fronte a una così modesta progressione. Certo si partiva da risultati miserrimi (5,5% nel 2012 secondo l’Istat) ma altre città hanno raggiunto livelli di raccolta differenziata ben più soddisfacenti in un arco di tempo anche inferiore ai cinque anni. Fatte le debite proporzioni, il risultato di S.Teresa di Riva (80,83% compreso il compostaggio, da noi pressoché sconosciuto) è impressionante e comunque espressione di una programmazione e di una gestione attenta ed efficace.
Il tema della raccolta differenziata è di assoluta centralità sul fronte della tutela ambientale ma anche in termini di risparmio economico per i cittadini. Se si continua a conferire i rifiuti in discarica così massicciamente come fa Messina il costo della gestione, che si scarica per intero sui contribuenti, non solo non potrà diminuire ma addirittura, come è successo quest’anno, aumenterà arrivando alla mostruosa cifra di 44,5, Mln. di Euro. Di questo importo, come spiega Francesca Stornante nel suo articolo di oggi, una quota importante è destinata proprio al trasporto e al conferimento in discarica. Se aumentasse la raccolta differenziata, questa parte di costo diminuirebbe e la città si avvicinerebbe all’impostazione conferita alla gestione dei rifiuti dal decreto Ronchi di ormai venti anni fa, che puntava proprio al superamento del sisrtema delle discariche, introducendo delle penalità economiche per quelle città, come Messina, che non raggiungessero le percentuali stabilite di differenziata.
Pippo Trimarchi
Io a rodia la faccio la raccolta differenziata ma non di porta in porta hanno lasciato i bidoni colorati e le persone anziane devono fare degli sforzi per gettare i rifiuti visto che abito in una contrada poi viene il camioncino per ritirarla e che fa???? butta tutto insieme U PISCI FETI DA TESTA