Fera: "Anche nel trasporto pubblico ripartire dalle periferie"

Fera: “Anche nel trasporto pubblico ripartire dalle periferie”

Fera: “Anche nel trasporto pubblico ripartire dalle periferie”

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giovedì 12 Aprile 2018 - 06:59

"Va bene che per andare dal Museo a Piazza Cairoli posso usare tram e bus elettrici ma come faccio per arrivare a Ritiro? E per salire a Camaro San Paolo? E in che tempi?". La riflessione del professor Fera in vista della predisposizione dei programmi elettorali

Che il traffico urbano sia uno dei maggiori problemi della nostra città non c’è dubbio, come è altrettanto indubbio che la sua soluzione dipende in buona misura dall’attivazione di un adeguato sistema di trasporto pubblico. Mi sembra altresì che su tale aspetto si possa dire che l’attuale giunta abbia fatto del suo meglio e che la condizione dell’ATM sia notevolmente migliorata in questi cinque anni.

Tuttavia mi sento di esprimere qualche dubbio sulla proposta di “rivoluzione” delle linee di trasporto pubblico presentata dalla giunta e mi sorge spontanea, per l’ennesima volta, qualche domanda: perché si studiano soluzioni “alla messinese” quando si potrebbero adottare soluzioni già sperimentate altrove con successo? Perché ci si ostina a non adottare l’unica soluzione in grado di rendere davvero efficiente il trasporto pubblico in una città come Messina?

Messina da un punto di vista del suo assetto urbano rientra fra quelli che sono definiti sistemi lineari, ovvero dei sistemi insediativi che si sviluppano prevalentemente lungo una direttrice, di solito lungo la costa. Questi sistemi presentano normalmente una struttura “a pettine” nel senso che in alcuni punti particolari – nel nostro caso in corrispondenza dei torrenti- questo sistema lineare si inspessisce penetrando verso l’interno. Esattamente quello che è Messina, con il suo sviluppo lungo la costa e le penetrazioni lungo i torrenti Santa Lucia, Gazzi, Camaro, Giostra, ecc.. Il modo con cui, nel resto del mondo, si è pensato di organizzare il sistema di trasporto pubblico è quello di “assecondare” il sistema urbano con un sistema di trasporto anch’esso “a pettine”, ovvero con una linea principale, nel caso nostro che si sviluppa lungo la costa, e delle linee secondarie che considerano le penetrazioni verso l’interno.

Ma a parte le considerazioni di carattere tecnico, quello che più mi sconcerta è che ancora una volta questa giunta si dimentica delle periferie, di quegli ultimi che ha sempre detto di volere tutelare. Cosicché l’assessore al ramo ci anticipa una certamente interessante proposta di ridisegno delle linee del traffico pubblico, che potrà servire a migliorare il servizio all’interno del perimetro del piano Borzì, ma ancora una volta “dimentica” purtroppo i quartieri periferici. Va bene che per andare dal Museo regionale a Piazza Cairoli potremmo usufruire del tram e dei bus elettrici (una possibilità di scelta in più non guasta), ma mi domando: come faccio per arrivare a Ritiro? E per salire a Camaro San Paolo? E’ come se tutta una parte di città, nella quale, si badi bene, abita oltre la metà della popolazione messinese, per questa giunta non esistesse; che si arrangino e scendano a piedi, visto che i bus che raggiungono questi quartieri hanno frequenze tali che rischi di invecchiare alla fermata.

Se incominciassimo a pensare anche ai quartieri periferici capiremmo subito che la soluzione è quella che definivo “a pettine”, ovvero, una linea principale “forte” Gazzi – Museo regionale (ovvero l’attuale linea del tram), ovviamente con corse molto frequenti, e delle linee di penetrazione che risalgano dalla linea del tram fino a Villaggio Aldisio, Camaro, Giostra, ecc..

I due terminali del tram a nord e a sud dovrebbero contemporaneamente essere il terminale delle linee per raggiungere i villaggi della periferia più estrema. Perché da un punto di vista del trasporto pubblico neppure i villaggi stanno messi bene con linee che sulla carta presentano frequenze di oltre un’ora. Partire dal Cavallotti ed attraversare l’intero centro urbano di Messina per raggiungere Altolia o Faro mi sembra una soluzione poco efficiente. Eppure più della metà delle 50 linee dell’ATM svolge un percorso come quello che abbiamo descritto per raggiungere i villaggi. Molto più efficiente mi sembra sarebbe far partire i bus diretti a nord o sud dai due attuali terminali del tram, ovviamente realizzando delle adeguate aree di interscambio. Per la zona sud, tuttavia, la soluzione ottimale dovrebbe prevedere un accordo con FS per un analogo sistema a pettine che utilizzi la ferrovia al posto del tram come sistema di supporto longitudinale.

Il sistema ha l’indubbio vantaggio di una maggiore efficienza dovuta anche al fatto che i bus sviluppano dei percorsi molto più brevi, evitando di dovere attraversare il centro urbano, consumando meno carburante e intasando meno il traffico.

Esiste un’unica controindicazione ma facilmente superabile nel tempo, ovvero che il sistema richiede l’utilizzo di due mezzi. Ma basta recarsi in una qualunque città del nostro paese, a Roma, Bologna o Milano per rendersi conto che ormai è dappertutto così e che è normale a Roma, soprattutto per chi vive in periferia, prendere due mezzi (metro + bus di solito). Se Messina vuole diventare una città europea credo che si debba andare in questa direzione e che i cittadini siano pronti ad abituarsi all’idea. Ovviamente ci si aspetta che le “fermate di interscambio” siano adeguatamente attrezzate con pensiline coperte e sedili, sempre per voler provare a somigliare ad una città europea.

Giuseppe Fera

Un commento

  1. Scupremmu l’acqua intu bagghiolo

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