«La Toto Costruzioni – spiegano Francesco Catalano della Filca e Mario Mancini della Fillea – ha risposto che non è nelle condizioni per potersi sostituire alla Ferrobeton prima dell’udienza del 16 aprile quando il Tribunale di Catania discuterà il blocco dei conti correnti»
Non è stata sufficiente una lettera del Consorzio Autostrade Siciliane alla Toto Costruzioni per sbloccare le spettanze di febbraio e marzo ai lavoratori della Ferrobeton, società che effettua lavori in subappalto nel cantiere per la sostituzione del viadotto Ritiro. Filca Cisl e Fillea Cgil, questa mattina, hanno ricevuto la comunicazione da parte del CAS che la richiesta del Consorzio è stata rispedita al mittente.
«La Toto Costruzioni – spiegano Francesco Catalano della Filca e Mario Mancini della Fillea – ha risposto che non è nelle condizioni per potersi sostituire alla Ferrobeton prima dell’udienza del 16 aprile quando il Tribunale di Catania discuterà il blocco dei conti correnti disposto nei confronti della ditta catanese. I lavoratori, quindi, senza alcuna risposta concreta hanno deciso di proseguire lo sciopero nel cantiere di Ritiro almeno sino a martedì».
Filca Cisl e Fillea Cgil hanno chiesto all’ingegnere Leonardo Santoro la convocazione immediata di un confronto con la Toto Costruzioni e la Ferrobeton alla presenza del Consorzio Autostrade. «In qualità di ente appaltatore – concludono Catalano e Mancini – è proprio il Cas a doversi rendere garante del rispetto delle normative e delle clausole previste nel capitolato d’appalto».
Secondo la Uil, anzi, lo sciopero è tardivo e andava attuato già a gennaio, quando la Ferrobeton ha risolto il 90 % dei contratti con maestranze messinesi e le ha sostituite con altre provenienti da altri territori, con buona pace del protocollo d'intesa che prevedeva l'impiego di almeno il 50 % di manodopera messinese.