In questi giorni, i provvedimenti di sindaco ed assessori sbocciano come le rose a Maggio e sono pronti a trasformarsi in veri e propri spot elettorali. Per gli avversari le uniche carte da giocare sono gli slogan suggestivi
In campagna elettorale, si sa, tutti promettono miracoli. Partiti e candidati sembrano avere in tasca la ricetta magica per risolvere in poco tempo problemi atavici. Slogan suggestivi servono a dare l’illusione che qualcosa davvero possa cambiare, anche se – molto spesso – entrando nel merito delle proposte messe sul piatto, ci si rende conto che c’è tanta fuffa e poca sostanza. Non sfugge a questa logica “incantatrice” neanche la campagna elettorale che sta interessando Messina in vista delle amministrative del 10 giugno.
I candidati a sindaco sono al momento sette: il direttore dell’Irccs Neurolesi, autosospesosi dall’incarico, Dino Bramanti, candidato del centrodestra; il professore universitario e avvocato amministrativista Antonio Saitta, candidato del centrosinistra; l’attuale capo della Direzione territoriale del Lavoro Gaetano Sciacca, candidato del Movimento Cinque Stelle in attesa solo della ufficializzazione; il deputato regionale ed ex sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa Cateno De Luca; l’ormai ex consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta; l’attuale presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile; e l’uscente Renato Accorinti. Daniele Zuccarello resta per il momento in campo ma defilato, in attesa di vedere chi sposerà il progetto “Missione Messina”, per ritirare così ufficialmente la sua non troppo convinta candidatura.
Ognuno degli aspiranti sindaci ha scelto una frase evocativa per descrivere la città che immagina nel caso di vittoria. C’è il “Modello Messina” di Bramanti; "La città in cui credere” di Saitta, la “Messina splendida” di Trischitta; “Leali-Progetto per Messina” della Barrile; “Il momento è adesso” di Cateno De Luca (che però sabato farà prove di accordo con l’avversario Bramanti); e la Messina a cinque stelle di Sciacca, che dopo l’ufficializzazione della candidatura sceglierà probabilmente, in sintonia con il movimento, uno slogan più incisivo e contestualizzato al momento storico.
Non si conosce invece ancora il leitmotiv che accompagnerà la campagna elettorale dell’attuale sindaco Accorinti, in cerca di riconferma insieme a tutti gli assessori, che saranno candidati al Consiglio comunale. Tuttavia, il primo cittadino fa solo finta di stare a guardare perché in realtà sta sfruttando il vantaggio, rispetto agli altri candidati in corsa per la fascia tricolore, di essere già dentro il Palazzo, sfornando atti last minute, molti dei quali promessi sin dal 2013 e mai realizzati sino ad oggi.
Non a caso, in questi giorni, i provvedimenti della giunta Accorinti sbocciano come le rose a Maggio, anche se siamo ad Aprile. E ad ogni atto approvato segue spesso una conferenza stampa, che non guasta mai in periodo di elezioni per tenere accesi i riflettori su di sé. Venerdì, ad esempio si terrà – come si legge testualmente nel comunicato stampa diramato da Palazzo Zanca – “la presentazione alla città dello Schema preliminare del nuovo Piano regolatore generale di Messina (il preliminare, o “schema di massima” una sorta di pre-piano di cui il progetto definitivo di PRG è un approfondimento)”. Tradotto in altri termini, una "supercazzola" e non lo strumento urbanistico che la città attende da anni e che l’assessore ai lavori pubblici Sergio De Cola, nel dicembre 2013, assicurava sarebbe stato portato in Consiglio Comunale nel novembre 2015 (VEDI QUI).
Ma di esempi ce ne sono altri: dal car sharing, proposta presente nel programma elettorale del 2013 e riaffiorato improvvisamente nel 2018 grazie ad una partnerhip tra pubblico e privato; alle due selezioni per l’assunzione del nuovo ragioniere generale, guarda caso sotto elezioni quando il triplice incarico di Antonio Le Donne (da un anno contemporaneamente direttore, segretario e ragioniere generale del Comune di Messina) potrebbe essere tirato in ballo dagli avversari di Accorinti e creare imbarazzo; ad un insolito fermento nel settore dei servizi sociali, con un’accelerazione su bandi e graduatorie; all'intitolazione della stanza del sindaco a Peppino Impastato, avvenuta anche questa a fine mandato; all’assegnazione dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’Arena Ciccio’, che è stata abbandonata al suo destino per cinque anni.
Insomma, una serie di atti pronti a trasformarsi in veri e propri spot elettorali da dare in pasto agli elettori, in alcuni casi come segno di efficienza amministrativa e in altri casi per sottolineare il valore simbolico dei gesti della giunta Accorinti, ed è il caso dell’intitolazione della stanza del sindaco al giornalista ucciso a Cinisi dalla mafia il 9 maggio del 1978.
Ma il vero colpo di teatro potrebbe esserci tra qualche giorno o al massimo qualche settimana, quando finalmente Accorinti dirà a chi devolverà parte dell’indennità complessiva percepita in questi cinque anni in qualità di sindaco. Durante la campagna elettorale del 2013, l’allora candidato Accorinti aveva promesso che avrebbe continuato a guadagnare la stessa cifra che percepiva da insegnante di educazione fisica ed avrebbe donato la restante parte ad un progetto benefico, attraverso l'istituzione di un fondo. Una volta eletto – contrariamente a quanto ha raccontato nei vari studi televisivi nazionali in cui è stato ospite – ha però intascato mensilmente l’indennità integrale prevista dalla legge, pari a 7.282,74 euro lordi, assicurando tuttavia che a fine mandato avrebbe reso noto il destinatario della sua donazione e l’entità precisa. Il mandato è giunto al capolinea e adesso Accorinti dovrà svelare l’arcano.
La notizia potrebbe arrivare tra un atto last minute e l’altro o forse – più probabilmente – nel corso di evento speciale per rendere il momento “epocale”, termine tanto caro all’attuale sindaco.
Danila La Torre
…vogliamo parlare della piscina cappuccini? All’attuale gestore, stanno prorogando per altri 2 anni, senza nessuna garanzia sui soldi che ancora il comune deve percepire dagli anni passati.
La presunta opera di beneficenza avrebbe dovuto renderla nota, semplicemente aprendo un blog e mettendo nero su bianco surplus, scopo, bilanfi e destinatari. Chi vivrà vedrà.