Accorinti e i suoi "guerrieri della luce": Costretti a vincere per continuare

Accorinti e i suoi “guerrieri della luce”: Costretti a vincere per continuare

Francesca Stornante

Accorinti e i suoi “guerrieri della luce”: Costretti a vincere per continuare

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giovedì 17 Maggio 2018 - 15:14

Accorinti e i suoi assessori oggi hanno parlato di programma, hanno tracciato una sorta di bilancio sulle cose più importanti realizzate, hanno spiegato perché vogliono continuare sulla linea della continuità. Un programma che è lo stesso di cinque anni fa ma che parte da quanto è già stato realizzato

«Cinque anni fa avevamo creato un programma condiviso che era espressione della nostra visione di città. Oggi continuiamo proprio da lì, dalle tante cose che abbiamo fatto in questi cinque anni e da quelle che vogliamo portare avanti nei prossimi cinque. Siamo costretti a vincere per questo». Esordisce così Renato Accorinti oggi circondato dalla sua squadra dei “magnifici 8”, come lui stesso li ha definiti. All’indomani della chiusura dei termini per la presentazione delle liste, Accorinti ha voluto parlare del programma che sta alla base della candidatura bis e lo ha fatto in mezzo ai suoi assessori, a coloro che in questi cinque anni lo hanno circondato e hanno amministrato. «Loro sono e saranno i miei assessori. Forse dovremo fare qualche scelta perché non potranno essere più 8 ma 7 e già questa è una follia perché il lavoro è enorme. Ma per questo ci saranno tanti giovani che saranno al loro fianco, dei co-assessori che ci aiuteranno a continuare questo percorso difficilissimo iniziato cinque anni fa. Abbiamo fatto miracoli perché se ci pensate cinque anni sono pochissimi se si pensa a interventi importanti o alle infrastrutture. Forse non basteranno neanche i prossimi cinque, ma noi ci vogliamo provare».

Il candidato sindaco, supportato questa volta dalle tre liste “Renato Accorinti sindaco”, “Cambiamo Messina dal Basso” e “Percorso Comune”, ricorda che oggi c’è una grande differenza rispetto al 2013: «Cinque anni fa tutti partivamo dallo stesso punto perché non c’era un sindaco uscente, mentre oggi noi partiamo da un programma costruito nel tempo e dalle cose concrete che abbiamo realizzato. Quali? Basti pensare a tutte le risorse arrivate fuori dai bilanci comunali grazie alla capacità dei nostri 8 “guerrieri della luce”. Cito solo gli ultimi, gli 86 milioni di Pon Metro da investire su politiche sociali, innovazione tecnologica, case per l’emergenza abitativa. Chi ci ha votato cinque anni fa lo ha fatto per la storia che ognuno di noi si portava dietro, oggi spero che quella fiducia sia rinnovata per quello che abbiamo fatto. Sono stanco? Assolutamento no, anzi ho più forza di prima perché ho consapevolezza del presente».

Accorinti passa poi in rassegna quelle che continueranno ad essere le priorità anche in ottica futura: politiche sociali e attenzioni di fronte alle fragilità, innovazione per avere una città sostenibile, società pubbliche per i servizi essenziali, Prg, Piano di riequilibrio da dilazionare in vent’anni. «Questa del Piano di riequilibrio è una cosa che riproporremo subito al prossimo consiglio comunale perché la gente deve capire che così si sbloccano risorse da spendere e investire».

Dunque continuità assoluta rispetto ai cinque anni trascorsi, con l’obiettivo di portare avanti le linee guida che hanno dettato l’azione dell’amministrazione Accorinti.

A chi invece in queste settimane ha attaccato le politiche messe in atto immediate le risposte degli assessori. «De Luca non riconosce ciò che abbiamo fatto sulle politiche urbanistiche? Bene, se però spiega anche il perché magari ce ne faremo una ragione» dice Sergio De Cola. «Chi finora ha parlato di riequilibrio è chiaro che non conosce la materia e chi si dichiara preoccupato di fronte la situazione finanziaria del Comune evidentemente non sa cosa si deve fare» aggiunge Guido Signorino. «Il nostro programma è composto da cose realizzabili o che si stanno realizzando, non come altri programmi basati su idee che non hanno base finanziaria o progettazione. Parlare di riduzione dei dirigenti o liquidazione delle partecipate sembrano proposte che non hanno nulla a che fare con un programma eseguibile. Noi invece abbiamo le idee chiare e siamo convinti di non tornare indietro sugli orientamenti che ci siamo dati» ha aggiunto Gaetano Cacciola. Federico Alagna ha parlato della capacità di aver saputo ricucire la cesura che c’era tra città e Palazzo e tra le battaglie portate avanti ha voluto rivendicare quella per il Teatro Vittorio Emanuele, e quella per la difesa del fronte mare che resta un punto fondamentale al centro del programma. «Chi oggi millanta progetti sulla fiera dovrebbe fare i conti con il fatto che gli unici che hanno provato a difendere il fronte mare siamo noi». Sebastiano Pino, arrivato in ritardo a causa di un sopralluogo, è partito proprio dal motivo del ritardo: «Nonostante la campagna elettorale continuiamo a lavorare. Ero a Fondo Fucile per l’acquisto dei primi 7 alloggi. Questo mi sembra un buon motivo per chiedere fiducia ai cittadini».

Ma in questi cinque anni è davvero migliorata la vivibilità dei cittadini? E’ ancora Cacciola a rispondere a questa domanda: «Vedo e percepisco un cambiamento ma non siamo ancora arrivati al punto che ci siamo prefissati. Il miglioramento però è visibile, si cammina di più a piedi, tanta gente ha pian piano cambiato le sue abitudini, si prendono molti più mezzi pubblici».Signorino cita i dati del Sole 24Ore, ricordando che in questi anni Messina ha risalito 15 posizioni nella classifica della qualità della vita. Anche Daniele Ialacqua ammette che la strada da fare ancora c’è ma quella intrapresa è quella giusta: «Di certo noi non lasceremo i pozzi avvelenati come hanno fatto quelli che ci hanno preceduto. Questa non è ancora la città che volevamo, nè la città che voleva chi ci ha votato o che meritano i cittadini. Però abbiamo iniziato un cammino che dovrà continuare sulla scia di quelli che devono restare il nostro marchio di fabbrica: beni comuni e partecipazione». Punti che in realtà in questi anni hanno spesso fatto discutere, sollevando polemiche soprattutto da parte di chi aveva sposato questo progetto e via via ha deciso di abbandonare la nave contestando modus operandi e spesso anche eccessiva chiusura e mancanza di dialogo e confronto.

Errori commessi in questi cinque anni?

A rispondere per prima è Nina Santisi: «Quello più significativo è l'errore di aver comunicato molto male quello che abbiamo fatto o di non averlo comunicato proprio. Un altro è stato aver lasciato che si narrasse un'altra città. Dobbiamo essere più bravi a rappresentarci, la critica è costruttiva ma deve essere credibile. Dobbiamo far capire che qui c'è una visione di politiche integrate, non ci sono orticelli e singole deleghe». Cacciola guarda invece all’eterna battaglia sulle isole pedonali: «Ho fatto un errore strategico: non aver messo telecamere di videosorveglianza, soprattutto in via Primo Settembre». Per De Cola invece uno degli errori è stato l’aver fatto troppe cose che non hanno lasciato il tempo per concentrarsi appieno su tutte e questo forse non è stato compreso.

Sull’abbandono di Lucy Fenech e l’annuncio di ieri di Saitta che l’ha inserita tra gli assessori designati della coalizione di centrosinistra, Accorinti si limita a dire poche parole: «Tra le persone le diversità di vedute ci sono sempre. Io ho rispetto di tutti, ognuno fa le sue scelte e si deve sentire coerente anche nel riuscire ad andare con posizioni totalmente diverse o opposte. Abbiamo una visione politica troppo diversa. Poi si possono trovare punti in comune con tutti, ma restano le diversità».

Continuità, certezza di aver intrapreso la strada giusta, voglia di andare avanti nel solco di una linea già tracciata. «Vogliamo continuare anche a discapito della nostra libertà individuale, sento che potevamo fare ancora tante altre cose ed è per questo che non potevamo fare scelte diverse da questa».

Francesca Stornante

Un commento

  1. perfetto ,devono continuare sulla strada sulla quale hanno finora camminato cosi
    andremo dritti nella cloaca.

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