La chiesa che cade a pezzi e una casa sventrata sono il segno di una cittadina in decadenza ma con tanta voglia di riscatto. Da risanare anche le casse del Comune e affrontare il tema dei dipendenti comunali. In campo gli ex amici Rigano e Francilia: il primo è partito lancia in resta, il secondo sotterrando l'ascia di guerra
FURCI SICULO. Una abitazione sventrata sembra proiettare sullo sfondo destro di piazza S. Cuore una delle immagini della Siria che negli ultimi tempi ci siamo abituati a vedere. Il cantiere è aperto, i lavori fermi da tempo. Al centro svetta in stile falso gotico la chiesa del Rosario che il compianto vescovo di Messina mons. Paino definì “Il piccolo duomo di Milano”. Anche quest’edificio sta cadendo a pezzi, in attesa di un finanziamento già decretato, ma che da troppi anni ormai tarda ad arrivare. Ai piedi della scalinata il palco dei comizi in vista delle elezioni amministrative del prossimo 10 giugno. Siamo nel luogo simbolo di Furci Siculo, quello che dovrebbe essere il suo salottino. E’ l’emblema di un paese in declino che ha la necessità di
rinascere, di tornare agli antichi fasti, quando veniva considerato un riferimento nel comprensorio per la realizzazione di opere strategiche (cito il palasport perennemente chiuso, la Villa comunale, il Parco Suburbano, il Centro diurno e così via).
Piazza S. Cuore è tornata a vivere. I furcesi, bambini, ragazzi e anziani negli utlimi due giorni l’hanno riempita di suoni e di colori grazie alla passione che è caratteristica delle campagne elettorali. Hanno riacceso quel luogo simbolo che nel resto dell’anno, al di là della domenica, rimane spento. Anche qui come altrove i giovani fuggono, vanno al nord o all’estero in cerca di lavoro. Da piazza S. Cuore parte il nuovo corso che porterà all’elezione del sindaco che per la prima volta dopo 33 anni non sarà un medico di famiglia. I cittadini dovranno scegliere tra l’avvocato Francesco Rigano e l’imprenditore Matteo Francilia. E tra le squadre che li supportano i cui componenti eletti andranno a sedere in Consiglio. La campagna elettorale è già entrata nel vivo con i comizi. Sabato quello di Rigano e della lista Disegniamo il futuro e ieri quello di Francilia e della lista Per Furci. Rigano, già vicesindaco e capogruppo di minoranza nelle ultime due legislature, è partito lancia in resta, puntando l’indice verso l’avversario di oggi e compagno politico di ieri. Francilia, già candidato alle precedenti amministrative e alle recenti regionali, dal canto suo ha fatto gli auguri al competitor ed alla squadra che lo sostiene sotterrando l’ascia di guerra e puntando sulla forza del gruppo che ha al suo fianco. Per i contenuti, vale a dire i programmi, l’appuntamento è rinnovato con i prossimi comizi.
Una cosa è certa. Non si andrà lontano se non si affronteranno e non si risolveranno due punti nevralgici che vanno al di là della pulizia del paese e dei servizi essenziali, che dovrebbero essere scontati da ambo le parti. Il primo riguarda il Bilancio dell’ente locale, che va risanato. Si parte con un deficit di oltre 400mila euro (ma potrebbe essere di più), come certificato nello strumento finanziario esitato dal Consiglio. Ci vorrà tempo per rimettersi in sesto e giungere ad un risanamento che passa tra l’altro da un giro di vite rigoroso: l’abbassamento dell’alta percentuale dei cittadini che non pagano i tributi. Il secondo punto riguarda il personale dipendente del Comune e passa dalla revisione della pianta organica. Furci ha un numero spropositato di impiegati (circa 80), considerati i 3mila e 600 abitanti. Il riferimento non è a tagli ma ad una riorganizzazione del lavoro in base alle reali esigenze della cittadina e dei suoi residenti. La situazione è delicata anche in virtù del fatto che ben 50 dipendenti sono al momento imputati in seguito all’inchiesta su presunti casi di assenteismo. Contestualmente i cittadini dovranno dare prova di maturità e senso civico a partire dalla raccolta differenziata dei rifiuti il cui avvio del servizio è previsto a breve. Questo è un tema fondamentale per quanto concerne la pulizia del paese e il rispetto dell’ambiente. Bisogna essere innanzitutto responsabili in prima persona prima di accusare sempre e comunque la pubblica amministrazione. Le polemiche e le beghe di paese servono a poco. Rischiano di lasciare solo strascichi che non giovano a nessuno.
Carmelo Caspanello