Commossa l'anziana mamma e i fratelli alla cerimonia voluta dalla professoressa Ninuccia Foti e dall'Amministrazione comunale. In molti ricordano ancora il boato (era il 1958 e la bimba aveva 9 anni) di quell'ordigno della seconda Guerra mondiale
FURCI SICULO. Il Centro diurno ha ospitato quello che è stato definito dal sindaco Sebastiano Foti “un evento importante, dal carattere sociale, culturale e sentimentale”. Un ricordo vivo nel cuore di tutta la cittadinanza di Furci Siculo, e non solo, è quello di Anna Barcellona, un piccolo angelo volato in cielo troppo presto a causa di una guerra ingiusta. L'evento è a lei dedicato, a 60 anni dalla sua tragica scomparsa. La professoressa Ninuccia Foti, grazie alla sua dote di scrittura e alla sua sensibilità, è riuscita in maniera brillante con un linguaggio semplice, quello della favola, a raccontare la storia della piccola Anna. Grazie alla collaborazione della famiglia, presente alla manifestazione, Ninuccia ha raccolto nel suo libro disegni e scritture tratte dai quaderni scolastici della piccola. L’ Assessore Rosaria Ucchino insieme al sindaco, alla professoressa Foti e al fratello di Anna svelano con commozione un pannello esposto nella sala del centro diurno, già dedicato alla piccola Anna. Il pannello, raffigurante le foto della bambina donate dalla famiglia,
vuole proprio mettere in evidenza che la sala è dedicata a lei e alla sua memoria. Tanti i bambini che hanno partecipato con entusiasmo e curiosità. In sala c’erano tra gli altri anche il comandante della stazione dei carabinieri di S. Teresa, il luogotenente Maurizio La Monica e i due candidati a sindaco Francesco Rigano e Matteo Francilia. A dare voce al racconto è stata l’artista Cettina Sciacca accompagnata dal cantautore Carlo Barbera. Un tuffo nel passato, siamo nel 1958 quel fatale anno in cui perse la vita Anna Barcellona. Le strade di Furci quando ancora il lungomare non esisteva, tra i vicoli noti del paese i quartieri dove Anna giocava. Quartieri che portavano nomi più o meno significativi e che si riconoscevano nel gergo popolare per eventi o episodi accaduti come “a vanedda ‘o sceccu”. Ripercorriamo, come fossimo davvero, come riporta il titolo del libro, “quasi in una favola”, la vita di Anna, una bambina come tanti che a scuola era un po’ distratta come riportano le testimonianze dei suoi quaderni, che amava giocare con quel poco che allora i bambini avevano a disposizione. Si raccontano le abitudini paesane. I bambini trascorrevano le ore a giocare a pallone o a nascondino o a tirare la “ciappa” mentre le femminucce preferivano la bambola o il salto alla corda. Proprio per gioco Anna un giorno si avvicina ad una specie di palla fatta di ferro, allungata. La trova insieme al fratello, come lui stesso racconta all’evento, ma mentre lui distoglie il suo interesse verso quello strano oggetto la sorella continuerà a giocarci fin quando quel gioco non si trasforma in tragedia. Era un ordigno della seconda Guerra mondiale. “ Ad un certo momento, poco prima di mezzogiorno, all’ improvviso si sente, per tutto il paese, un boato incredibile […]. Mi sono addormentata e nel sogno, vestita dell’ abito bianco della mia Prima Comunione, sento solo un canto dolcissimo: è il coro celeste che esulta per l’arrivo di un nuovo Angelo”. E’ con queste parole che si conclude il libro o meglio la favola scritta da Ninuccia. A leggere queste toccanti parole l’ artista Cettina Sciacca si commuove e trasmette tutta la sua emozione a chi è presente all’ evento. In prima fila è seduta
Angela Coglitore la madre della piccola Anna. A concludere è la nipote di Anna, Manuela Barcellona “Per noi la zia Anna è sempre stata presente, non vi è festa in cui lei non viene ricordata”. Manuela cita poi Pavese “ Un paese senza memoria non ha futuro”. Oggi come Anna milioni di bambini in Siria muoiono per colpa di una guerra ingiusta perché i conflitti non possono non essere tali. I bambini hanno il diritto di essere felici, di andare a scuola, di giocare per le strade del paese. Anna è il simbolo di tutti quei bambini che hanno avuto la sola colpa di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Il tavolo dei relatori
Tanti i bambini presenti all'iniziativa