Emilia Barrile interviene su "una realtà che costringe chiunque voglia legittimamente spostarsi, in piena estate, su entrambi i versanti del territorio, a fare i conti con situazioni da terzo mondo”
“Siamo prigionieri in casa nostra”. Così Emilia Barrile in merito alla situazione viaria della Città Metropolitana. “Governi e deputati – esordisce – parlano di grandi opere e futuristiche infrastrutture, ma poi si dimenticano di guardare la realtà. Una realtà che costringe chiunque voglia legittimamente spostarsi, in piena estate, su entrambi i versanti del territorio, a fare i conti con situazioni da terzo mondo”. L’ex presidente del Consiglio comunale di Messina entra nel merito della questione.
“Chi intende raggiungere la zona Tirrenica via autostrada o Tangenziale – evidenzia – deve mettere in conto la quotidiana fila a passo d'uomo (quando va bene) tra Boccetta e lo svincolo di Giostra. Nel senso di marcia opposto l'altro restringimento, quello che precede e poi coinvolge la Galleria Telegrafo, è ormai da anni un fedelissimo compagno di viaggio”.
Barrile punta poi l’attenzione sul versante jonico: “Dall'altra parte, notizia di ieri – chiosa – cadono un paio di alberi sulla Messina-Catania e servono tempi biblici per la rimozione, a tutto discapito dei poveri automobilisti imbottigliati prima in autostrada e poi sulla Statale 114. Per non parlare della nostra amica frana (il riferimento è alla frana sulla A-18 all’altezza dell’abitato di Letojanni, ndr), che fra un paio di mesi festeggerà il suo terzo compleanno.
Non avremo mai l'ardire di arrivare ai livelli del Giappone, dove nel 2011 ricostruirono in 6 giorni (sei giorni) un tratto di autostrada crollato per una scossa di terremoto, ma non possiamo neanche rappresentare sempre l'estremo opposto, la vergogna più assoluta. La cura e manutenzione delle strade, di tutte le strade, è politica. Come politiche sono le nomine degli organi preposti.
E sempre la politica incalza Barrile – dovrebbe indignarsi e sbattere i pugni sul tavolo per l'ennesimo affronto alla nostra terra da parte di Rfi: le Ferrovie, anziché garantire un maggior numero di treni (rispetto ad una situazione già gravissima), si inventano un pullman sostitutivo, facendogli attraversare lo Stretto… utilizzando il traghettamento privato e non le proprie navi. Sembra una barzelletta, ma non lo è. Chiunque faccia politica a Messina e provincia – conclude Barrile – ad ogni livello, deve opporsi finalmente con forza a questo vero e proprio schifo".
Lo stesso schifo col quale devono fare i conti i disabili che trovano illegittimamente occupati i parcheggi a loro destinati