L’ex sindaco interviene con una nota per commentare quanto emerso dall’operazione che coinvolge anche l’ex presidente del Consiglio comunale Barrile. Parla anche dei problemi giudiziari dell'attuale sindaco
Un nuovo caso giudiziario investe Messina per rapporti illeciti tra politica e affari. Dopo “Corsi d’oro”, “Matassa”, “Gettonopoli” e “Messinambiente”, l’indagine “Terzo livello” evidenzia che è ancora radicato un intreccio di relazioni perverse in cui si mescolano malaffare, malavita e malapolitica e che il voto è ancora pesantemente influenzato da reti occulte e sistemi illeciti che distorcono l’espressione del consenso e condizionano la vita democratica.
Quando accendevamo la luce su questi fenomeni, anche fuori dalla nostra città, venivamo tacciati da alcuni Consiglieri comunali di essere disfattisti e di gettare fango sull’immagine della città. Noi, invece, eravamo con dolore consapevoli della loro gravità, perché questi fatti allontanano i cittadini dalla politica e minano la fiducia nelle istituzioni.
Per reagire bisogna anzitutto non mettere la testa sotto la sabbia. La dignità della città non si esprime rimuovendo i problemi, ma costruendo con l’impegno di ogni giorno la partecipazione attiva e democratica alla vita collettiva.
Comprare o vendere i voti è un vero delitto, un atto violento e antidemocratico perché distrugge quello che i padri della Costituzione hanno conquistato con le loro lotte: il diritto alla libera espressione dell’opinione e della volontà popolare.
Per reagire bisogna non mettere la testa sotto la sabbia e riacquistare la capacità e il coraggio di votare davvero liberamente. C’è bisogno di un vero cambio culturale.
Anche in questa occasione (almeno su alcuni aspetti che sembrano investiti dall’inchiesta), l’amministrazione Accorinti non si è limitata a dichiarazioni di principio, ma ha denunciato all’autorità giudiziaria i fatti di cui era venuta a conoscenza perché su questi si potesse fare piena luce, costituendo anche il Comune come parte civile in alcuni processi.
La quantità impressionante di queste indagini indica che la città è malata e l’unica cura è la partecipazione attiva e libera di tutti i cittadini.
Problemi giudiziari riguardano anche l’attuale sindaco, Cateno De Luca, che sarà sotto processo il prossimo novembre e il prossimo giugno.
In un’ottica di trasparenza e di legalità, così importante per la nostra città, ci sembra opportuno che il primo cittadino anziché chiedere rinvii delle udienze per “motivi istituzionali”, richieda il rito abbreviato per chiarire la sua posizione e giungere non alla prescrizione, ma (ci auguriamo) alla assoluzione dai reati ascritti, in modo da lavorare nella massima serenità e senza alcuna ombra nell’interesse suo e dei cittadini che amministra.
Se alcuni amministratori di nostra nomina nelle società partecipate hanno agito contro l’interesse pubblico avvertiamo questo come un tradimento. Un fatto è certo: questi atti, se realizzati, sono stati effettuati senza alcuna connivenza con l’amministrazione Accorinti. Nella piena fiducia verso l’azione della magistratura, riteniamo necessario che ogni forma di malamministrazione venga estirpata per il bene e la rinascita di Messina.
Accorinti farebbe meglio a tacere, lui la xxxxxxxx non la ha praticata altrimenti avrebbe dichiarato il dissesto come già relazionato dal Commissario Croce ed invece ha firmato i bilanci ed oltre 22.000 persone continuano ad aspettare di essere pagate….. vergogna!
ma perche’ il sindaco De Luca ha procedimenti penali che rinvia?? ma come, ogni santo giorno critica a destra e manca…..” quello e brutto….quello e cattivo….quello non lavora e l altro meno ancora…” Buono a sapersi…
Questa lettera è scritta da Accorinti o è stata dettata?Non credo possa essere farina del suo sacco “come si dice” essendo un emerito xxxxxxxxxxx della lingua italiana