Nel decreto Milleproroghe è stato inserito il congelamento dei fondi assegnati ai Comuni per la riqualificazione del territorio dal governo Gentiloni. Sotto la scure anche la convenzione siglata dalla Città Metropolitana per 38 Comuni del messinese.
40 milioni di euro “congelati”, 38 Comuni messinesi che rischiano di non poter più investire sul territorio, 44 progetti di riqualificazione urbana che potrebbero andare in fumo. Anche Messina finisce sotto la scure della decisione del Governo di bloccare il Bando Periferie del governo Gentiloni con il decreto Milleproproghe. In queste ore di polemiche e rivolte dei sindaci che da nord a sud annunciano barricate contro questo provvedimento che toglie a un centinaio di Comuni italiani la possibilità di spendere i 2,1 miliardi di euro che un anno fa il precedente governo aveva messo sul piatto, anche a Messina si iniziano a fare i conti con ciò che si rischia di perdere.
Potrebbe uscire indenne da questa mannaia solo Messina città e non tutta la sua provincia: in particolare dovrebbe essere il progetto Capacity con i suoi 18 milioni di finanziamento, uno dei fiori all’occhiello dell’amministrazione Accorinti, a salvarsi dal decreto.
Il motivo è semplice: ad essere bloccata nello specifico è la seconda tranche del Piano periferie istituito dai governi Renzi e Gentiloni che prevedeva in totale 2,1 miliardi di finanziamenti dallo Stato. Quindi si tratta delle 96 convenzioni che erano state firmate nel dicembre 2017. Tra le quali c’è anche quella siglata dall’ex commissario della Città Metropolitana Francesco Calanna a Montecitorio e che avrebbe portato in 38 comuni del messinese ben 40 milioni di euro (VEDI QUI).
Quella che invece riguardava strettamente il Comune di Messina era rientrata nella prima tranche. L’assessore Sergio De Cola annunciava l’ammissione del progetto Capacity nel dicembre 2016, poi la firma avvenne il 6 marzo 2017 a Roma, insieme ai primi 26 comuni che avevano ottenuto il via libera (VEDI QUI)
Se Messina città si salva, non sarà così per gli altri 38 Comuni che vedranno i propri fondi dirottati, così come prevede il decreto Milleproroghe, in un Fondo cassa che serva per per favorire gli investimenti delle città metropolitane, delle Province e dei Comuni, da realizzare attraverso l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti.
Per Cateno De Luca si apre una doppia strada, da sindaco di Messina c’è Capacity che dovrebbe continuare ad andare avanti, ma da sindaco della Città Metropolitana dovrà rappresentare le istanze di 38 Comuni.
A metà luglio De Luca aveva effettuato la prima ricognizione sui progetti, assicurando che a ottobre, dopo la rimodulazione dei progetti, sarebbe arrivata l’approvazione definitiva del nuovo piano, con la possibilità di definire ed appaltare le gare entro il 2019 (VEDI QUI.)
Ma adesso è tutto da rivedere. Con un vento di protesta che sta coinvolgendo i sindaci di centinaia di comuni italiani.
Francesca Stornante
e viva il gaverno del cambiamento…..in peggio..