Il presidente Picciotto ha chiesto al sindaco Metropolitano Cateno De Luca "un tavolo di concertazione finalizzato a promuovere l'iter di riconoscimento"
Promosso il riconoscimento della Vara come Patrimonio Immateriale dell’Unesco, su iniziativa della Confcommercio di Messina ed i rappresentanti della manifestazione religiosa in sinergia con le istituzioni. Il sindaco Cateno De Luca: “Una bella iniziativa, mi impegnerò affinchè Messina ottenga questo riconoscimento”.
Ogni anno da circa cinque secoli, la città di Messina, rinnova la sua devozione alla Vergine Assunta con la manifestazione della Vara. E’ una tradizione le cui testimonianze risalgono al 1535, anno in cui l’imperatore Carlo V d’Austria giunse a Messina, reduce dalle vittorie di Tunisi contro gli Ottomani. Per l’occasione venne costruito un enorme carro trionfale dedicato all’Imperatore, composto da statue e personaggi veri.
Cosa si intende per “patrimonio immateriale”?
Si intendono tutte le rappresentazioni, espressioni, sapere e capacità, che le comunità, i gruppi ed i singoli individui, riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale. Ovvero quelle consuetudini, usi e costumi che vengono trasmessi di generazione in generazione. E’ questo che garantisce senso di identità, continuità e incoraggia il rispetto per la diversità culturale, la creatività umana, lo sviluppo sostenibile, oltreché il rispetto reciproco tra le comunità. Nell’articolo 2 della convenzione del 2003 sono elencati 5 settori, tra cui rientrano i riti e gli eventi festivi.
La festa dell’Assunta e la festa della Madonna della Lettera e dei Giganti, hanno ottenuto nel 2008 (ai tempi del Commissario Sinatra) il riconoscimento regionale come Eredità immateriale entrando nel registro REIS (Registro Eredità Immateriali Siciliane).
Per il riconoscimento dell’Unesco l’iter è particolarmente difficile in quanto coinvolge in fase avanzata anche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Cniu (Comitato Nazionale Italiano Unesco).
La “machina votiva” è alta circa 14 metri ed ha un peso approssimativo di 8 tonnellate. Viene tirata in processione da centinaia di fedeli (tiratori) tramite gomene lunghe 120 metri donate dagli ormeggiatori del porto di Messina. Alla base del cippo, operano i timonieri ed i vogatori che hanno il delicato compito di governarla. Prestano il loro servizio circa mille devoti tutti vestiti di bianco (i tiratori) e di azzurro (i timonieri ed i vogatori).
E’ quasi certo che l’insigne scienziato Francesco Maurolico abbia suggerito alcuni dei meccanismi di animazione. La Vara presenta al suo interno una serie di ingranaggi, che azioni manualmente, ne consentono i vari movimenti.
Fin dalla seconda metà del XIX secolo i personaggi figuranti nella Vara erano viventi, compresa l’Assunta, che veniva scelta dal Senato tra le bimbe di età non superiore ai sette anni. Gli angioletti erano impersonati da bambini spesso organi ospiti degli istituti messinesi o figli di carcerati.
A seguito di avvenimenti che misero in pericolo i figuranti, miracolosamente illesi, in segno di ringraziamento alla Vergine Maria per lo scampato pericolo, venne eretta una statua di marmo ad essa dedicata, scolpita da Giuseppe Buceti ed inaugurata l’08 settembre 1757 . L a stessa è oggi ubicata nella piazzetta “Immacolata di Marmo” accanto al Duomo.
Nel 1866 onde evitare il rischio concreto di tragedie, si decise di diminuire l’altezza della Vara e sostituire i personaggi con figure di cartapesta. Gli ultimi figuranti bambini vennero utilizzati sino agli anni ’60 e solo nella giostra bassa del cippo.
Tra i momenti più seguiti e suggestivi, la cosiddetta “girata”, cioè il momento in cui la Vara, compie una rotazione su se stessa di oltre °90 , si immette dalla via Garibaldi in via I settembre e giunge in Piazza Duomo, dove viene accolta dal suono a festa delle campane della Cattedrale. A conclusione il Vescovo benedice i fedeli.
Il sindaco Cateno De Luca ha accolto con positività l’iniziativa: “Sì, è fattibile in quanto rientra nelle strategie di valorizzazione delle tradizioni popolari. Mi impegnerò personalmente per fare una norma regionale su questo argomento. È il primo elemento che può portare all’accesso di finanziamenti di fondi europei per i servizi. Ed è paradossale che la Varia di Palmi che è una derivazione della Vara Messinese, abbia ottenuto il riconoscimento. Se fino ad ora non si è stati lungimiranti, cercheremo di esserlo adesso”.