Dal Governo nazionale finalmente parole di attenzione per il territorio. Ma dovranno tradursi in atti concreti. La nuova Autorità Portuale è un atto importante ma non sufficiente
Anni di battaglie, proteste e petizioni. E alla fine il risultato è arrivato. Messina sarà sede della sedicesima Autorità di Sistema Portuale italiana, un’ipotesi considerata impossibile dal vecchio Governo e invece evidentemente fattibile per il nuovo. Ed è anche la risposta a chi aveva “sponsorizzato” quest’unione ed a chi la considerava inevitabile, oggi smentiti dai fatti.
La soluzione più logica per la specificità dello Stretto, distante anni luce dall’accozzaglia di porti che si era creata sotto l’Authority di Gioia Tauro. E che ci fosse qualcosa di anomalo lo sapevano tutti, tanto che l’Autorità Portuale di Messina, l’unica in Italia, non è mai stata realmente inserita nel sistema portuale di Gioia Tauro, ma vive una fase transitoria sotto commissariamento.
Il rischio era che le decisioni chiave per l’area dello Stretto venissero prese altrove e che si perdesse la grande mole di finanziamenti a disposizione dell’Authority messinese che, negli ultimi anni, tanto per fare qualche esempio, ha finanziato parte della nuova via don Blasco, parte del nuovo porto di Tremestieri, la ristrutturazione dei padiglioni fieristici, altre opere portuali al porto storico di Messina, a Milazzo e a Giammoro.
Nella nota ministeriale con la quale si annuncia la nascita della sedicesima Authority, si legge ciò che dal territorio è sempre stato urlato, spesso senza ottenere risposte. “Un territorio altamente svantaggiato, per troppi anni depauperato delle proprie risorse e attraversato ogni giorno da tantissimi passeggeri, molti dei quali pendolari, che torneranno al centro dell’interesse pubblico. A queste persone è giusto dare un servizio di trasporto adeguato”.
Perché, nel 2018, il trasporto nello Stretto è inadeguato. La Uil Trasporti lo ha ribadito per l’ennesima volta proprio ieri e tutto il fronte sindacale (la Fast Confsal aveva anche raccolto 10mila firme per il risultato ottenuto oggi), oltre al movimento #ilferribottenonsitocca, lo ripete da anni. E’ il momento propizio, quello da sfruttare per far sì che finalmente la civiltà dei trasporti arrivi anche in questo lembo meridionale d’Europa, meglio tardi che mai.
Nel 2019 il servizio delle navi pubbliche e quello degli aliscafi saranno gestiti da due società diverse, non più entrambi da Bluferries, che continuerà ad operare solo con le navi, mentre per gli aliscafi nascerà Blujet, nuova “costola” delle Ferrovie. Ma le attuali risorse economiche sono insufficienti. Tra l’altro, a breve scadrà la concessione triennale a Liberty Lines per gli aliscafi tra Messina e Reggio e questo è un altro problema da affrontare.
Lo Stato o le Regioni dovranno prevedere nuovi fondi per incrementare un servizio che al momento prevede solo nove corse giornaliere andata e ritorno tra Messina e Villa, che diventano appena sei nel weekend e nei festivi, tanto che molti pendolari sono costretti ad affidarsi alle navi private.
Il costo odierno del servizio annuale tra Messina e Villa è di circa 3 milioni, a fronte di incassi per 700mila euro. Con Blujet l’investimento potrebbe aumentare fino a 4 milioni e mezzo, che si tradurrebbe in un aumento di corse con un aliscafo in più. Il tutto, ovviamente, senza andare a scapito dei servizi ferroviari già esistenti nel contratto di servizio. Ma non basterà comunque, visto che servirebbero almeno 8 milioni per avere una buona frequenza di corse, soprattutto in coincidenza con i treni che si muovono da e verso il centro-nord Italia.
Ad oggi, nel 2018 che corre verso il 2019, i messinesi sono costretti a percorrere a piedi, sotto acqua e vento o sotto il sole forte, la distanza tra gli attracchi privati e la stazione di Villa San Giovanni. E ogni giorno è un continuo viavai di messinesi, spesso con valigia al seguito, su un tragitto su asfalto sconnesso, piccoli marciapiedi, buche e basolato lavico. Per gli anziani o le persone a mobilità ridotta è una possibilità da non prendere neppure in considerazione.
Un esempio su tutti: ci sono solo due frecciargento giornalieri che collegano Villa San Giovanni con Roma e viceversa in tempi “umani”, circa quattro ore e mezza. Per ben due frecce su quattro non ci sono le coincidenze con gli aliscafi e, per fruirne, chi può deve traghettare con le navi private. Quello pomeridiano da Villa parte alle 16.19 e gli aliscafi da Messina sono alle 14.20 e alle 16.45, quindi inutilizzabili. Il serale arriva a Villa alle 22.03. Peccato che l’ultimo aliscafo per Messina sia alle 20.20…