Il disagio di una parte di Fratelli d'Italia è finito nero su bianco in un documento inviato ai vertici del partito, ma rimasto ignorato
“Ci chiediamo quale sia la strategia del partito, quando ci sarà il congresso provinciale, che tipo di rapporti politici ci siano con il sindaco De Luca, che visione di sviluppo il partito voglia portare avanti. Invece siamo in una fase di totale immobilismo e nonostante le nostre richieste avanzate ai vertici del partito, non si è mosso assolutamente nulla”.
Giuseppe Munaò, tesserato Fratelli d’Italia, candidato nella lista del partito alle amministrative di giugno e tra i primi ad aderire al progetto nel messinese, esprime un disagio che lo accomuna anche ad altri e che li ha portati, lo scorso luglio a scrivere una lettera al segretario regionale Manlio Messina e ai vertici nazionali.
“Ci sono stati molti errori alle amministrative. Il 18 maggio, quando la Meloni è venuta a Messina non si conoscevano ancora i nomi dei candidati in lista, che in realtà è stata fatta su misura per fare risultare primo Pasquale Currò, che era il candidato di Elvira Amata. Io, ma non soltanto io, ho fatto presente sin dal principio che sarebbe stato preferibile presentare una lista insieme alla Lega, dai quali ero stato anche contattato, e con Diventerà Bellissima, per evitare di non raggiungere la soglia del 5%. Sono stato ignorato. Anche le donne e le accoppiate in lista con il voto di preferenza di genere erano tutte con Pasquale Currò. Ed anche quando non lo erano, ed erano in coppia elettorale con altri candidati uomini, alla fine si sono registrate scorrettezze. Spuntava sempre il nome di Currò. Di queste cose ho le prove e ne ho parlato più volte con i vertici di Fratelli d’Italia ma non c’è stata alcuna risposta”.
I malumori nei confronti della gestione “Amata” del partito erano già emersi dopo le Regionali ed in parte anche dopo le Politiche, ma sono subito rientrati (leggi qui). La fronda dopo l’esito delle amministrative, con la lista che ha solo superato il 3% senza neanche raggiungere il 4%, si è fatta più consistente.
“Dirò di più-prosegue Munaò- Nella fase del ballottaggio molti dei candidati della lista hanno espressamente votato e fatto votare De Luca piuttosto che il nostro candidato, il professore Bramanti. Al primo turno gran parte dei candidati uomini, come Mirko Scarfò, io, Enrico Livio, siamo stati tagliati fuori per portare acqua al mulino di Currò. Siamo stati utilizzati tutti come portavoti della Amata. Eppure dopo le amministrative non c’è stata alcuna riunione di valutazione dell’accaduto, nessuna elaborazione di strategie unitarie. Con altre visioni politiche noi il 5% l’avremmo preso. I candidati sono stati demotivati”.
Munaò insieme ad altri sottoscrittori ha inviato un documento al segretario regionale Manlio Messina, alla Meloni ed a La Russa per rappresentare il disagio di una parte della base del partito. Sul documento non è arrivata alcuna risposta ed alla richiesta di una riunione si è giunti alla conclusione di fissarla per il 4 agosto.
“Io avevo individuato anche il luogo della riunione, la sala convegni del Sant’Elia, perché è assurdo che un partito che ha ben 3 deputati (due regionali ed uno nazionale), non abbia una sede a Messina e vengano tutte convocate nella segreteria di Elvira Amata, che è anche piccola. Alla fine è stata rinviata a settembre. Nel frattempo mi chiedo, ho visto solo Elle Bucalo a qualche riunione col sindaco e peraltro i rapporti tra i tre, cioè Catalfamo, Amata e Bucalo, non sono idilliaci. La nostra domanda oggi è: c’è un partito a Messina? Che linee guida sta dando? Che strategia politica ha individuato? Che struttura organizzativa vuol darsi? Ripeto, se dobbiamo essere solo portavoti e portaconsenso alla Amata non ci stiamo più”.
Rosaria Brancato
L’invidia è una brutta bestia!