Unione Valle del Nisi-Area delle Terme: i consiglieri di minoranza di Alì e Fiumedinisi dicono “no”

Unione Valle del Nisi-Area delle Terme: i consiglieri di minoranza di Alì e Fiumedinisi dicono “no”

Unione Valle del Nisi-Area delle Terme: i consiglieri di minoranza di Alì e Fiumedinisi dicono “no”

venerdì 03 Luglio 2009 - 20:57

I Consiglieri comunali dei gruppi consiliari di minoranza dei comuni di Alì e Fiumedinisi, hanno scritto un comunicato congiunto riguardante la costituenda “Unione Valle del Nisi – Area delle Terme”, annunciando che in sede di esame dello statuto nelle sedi istituzionali, presenteranno un documento politico nel quale viene evidenziato la sua inadeguatezza.

Queste le ragioni che verranno illustrate dal gruppo della minoranza:

— perché l’Unione, così come contemplato all’art. 2, appare come una “società di scopo” di recente introduzione nel nostro ordinamento societario e non invece come un ente con scopi e finalità collettive la cui programmazione delle iniziative compete agli organi statutari preposti (Consiglio dell’Unione);

– perché l’art. 2 individua in un’allegata aerofotogrammetria “L’AREA STRATEGICA ESECUTIVA”, mentre tale scelta è di competenza del Consiglio dell’Unione, dopo il suo insediamento;

– pur nell’anomala individuazione statutaria dell’ Area Strategica Esecutiva, non si fa cenno all’“Area delle Terme”, che dovrebbe essere, invece, a loro avviso prioritaria e che a supporto di un così imponente intervento pubblico programmato non sono stati effettuati, per quanto a loro conoscenza, i necessari studi e ricerche sull’impatto che tali opere avranno sul tessuto sociale ed economico delle Comunità direttamente interessate, nonché dell’intero comprensorio;

– perché gli artt. 2 e 3 non tratteggiano adeguatamente l’importanza di un siffatto strumento associativo, perché mentre specificano chiaramente gli scopi e le finalità le cui criticità sono state in parte sopra esposte e perciò stesso limitano l’area di intervento, gli obiettivi appaiono vaghi e generici;

– perché l’art. 8 è altamente penalizzante per un Comune che volesse recedere (le più significative: vincolo di adesione per almeno un quinquennio e rinuncia a tutti i diritti afferenti le attività patrimoniali esistenti all’atto del recesso);

– perché l’art. 21 non descrive le modalità di nomina e di revoca del presidente dell’Unione, mentre viene prevista la sua permanenza in carica per cinque anni;

– perché gli artt. 5 e 41 (risorse e dotazione finanziarie), nella parte che riguardano la contribuzione dei Comuni è altamente sperequativa, onerosa ed ingiustificata atteso che l’Unione, una volta costituita, godrà di notevoli risorse finanziarie, assicurate dalla Regione siciliana;

– perché non viene prevista una commissione di garanzia e di controllo che dovrebbe essere presieduta da un consigliere di minoranza;

– tutti i Consiglieri dei quattro Comuni che gli interventi di cui alla premessa comportano un notevole impiego di risorse pubbliche per la realizzazione di opere in una zona dove, tra l’altro, insiste la coltivazione tipica del “Limone Interdonato” (IGP) che ha costituito e costituisce fonte di ricchezza per gli abitanti del comprensorio, circostanza che certamente genererà notevole contenzioso con il Consorzio omonimo;

– che la quasi totalità degli interventi enunciati in pubblici convegni, sin dal mese di agosto dell’anno decorso, nella zona statutariamente individuata, appaiono in controtendenza con l’andamento dell’economia mondiale e occidentale in particolare, oltre che in contrasto con uno sviluppo sostenibile del territorio, della cultura della gente del luogo e del meridione in genere, nonché dell’ambiente che verrà irrimediabilmente deturpato-.

I consiglieri Salvatore Di Blasi (per il gruppo di minoranza di Alì e per delega di tutti i consiglieri di Minoranza), Francesco Repici, Gino Todaro, Gaetano Ricca, Luigi Caminiti, Orazio De Francesco stigmatizzano il comportamento del Sindaco di Fiumedinisi assunto nell’ultima riunione plenaria dei Consiglieri dei quattro Comuni interessati alla costituenda Unione, concretizzatosi, in particolare, a loro dire in “espressioni inquietanti e disdicevoli per un rappresentante delle Istituzioni, tipo: << firma col sangue >>(con riferimento allo statuto ), << ignoranza e malafede >> rivolgendosi a chi, pacatamente, civilmente e legittimamente chiede di approfondire e migliorare per renderle più trasparenti e conformi alle leggi le regole di un progetto politico – amministrativo che, così come proposte, non ritengono rispecchino le predette caratteristiche”.

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