La casa del puparo deve essere conosciuta in tutto il mondo. E' questa la proposta del consigliere Alessandro Geraci, M5S che è stata sposata da tutta la circoscrizione
MESSINA. Salvare dal degrado e dall’oblio la “casa del puparo” e valorizzare il lavoro e le opere del cavalier Giovanni Cammarata, mettendo in campo tutti gli strumenti e le risorse necessarie per diffondere il messaggio che l’artista messinese ha voluto tramandare alla città. Sono gli obiettivi dei consiglieri della III Circoscrizione, che lunedì 3 dicembre, in commissione cultura, presieduta da Alessandro Geraci (M5S), hanno fatto il punto sulle strategie da mettere in atto per valorizzare e ripristinare una opera di notevole importanza ricadente nella Terzo Quartiere, adesso in condizioni precarie.
A prendere parte all’incontro, anche l’architetto Carmelo Celona, responsabile del recupero e della valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città di Messina, che ha illustrato ai componenti della commissione chi fosse davvero il Cavalier Cammarata e l’importanza del suo lascito artistico alla città. Al centro delle riflessioni dell’architetto, in particolare, un progetto già esistente per la salvaguardia di Casa Cammarata, inserita dalla fantasy worlds tra le “100 case fantastiche nel mondo”, e il valore artistico, storico e stilistico, ma anche sociale e politico, dell’opera del cavaliere, “che rappresenta in forma lucida una plateale denuncia del degrado ambientale, del disagio sociale, dell’assenza dei diritti fondamentali in cui versa una grossa fetta della popolazione Messinese sotto gli occhi distratti di amministratori politici e intellettuali”, spiega Celona.
«Il nostro obiettivo – commenta Alessandro Geraci – è quello di far conoscere la “casa del puparo” anche fuori dai confini cittadini, puntando sulla rivalutazione storico, culturale ed artistica delle opere del Cavalier Cammarata. Inoltre, è fondamentale far riscoprire il valore dell’opera a tutti i messinesi, restituendo alla cittadinanza una parte saliente e nobile della propria storia. Il primo passo da compiere – prosegue il consigliere del M5s – è l’istituzione di un tavolo tecnico con le parti interessate, dall’assessore alla cultura ai dipartimenti di competenza, senza trascurare eventuali associazioni che vorranno dare il loro contributo, per esaminare la fattibilità del progetto dell’architetto Celona e per tracciare insieme un percorso che porti alla riscoperta turistica e culturale della casa sita in via Maregrosso, ma anche dei tanti manufatti realizzati da Cammarata, che non aspettano altro che un museo dedicato per essere ammirati».
«Quella del Cavalier Giovanni Cammarata, nato nel 1914 – prosegue Geraci – è una storia sofferta e travagliata, piena di mancanze e sacrifici. Negli anni ‘30 fu soldato in Africa e nel Mar Egeo. Rientrato a Messina poco tempo dopo, si stabilì nel povero quartiere di Maregrosso, dove lavorò come muratore e artigiano tentando di rifarsi una vita. Con pazienza e tanto ingegno, negli anni 70 trasformò la sua vecchia baracca in un incredibile castello incantato. Costruzione singolare, con muri e pareti interne completamente decorati da mosaici e sculture, la casa rappresenta un esempio di arte nel contesto di una periferia degradata e dimenticata dal resto della città. Obiettivo del Cavaliere era quello di realizzare "una via delle Belle Arti" in segno di protesta e opposizione al regime sociale ignorato e dimenticato, come testimoniano i numerosi murales realizzati lungo la via Maregrosso. Adesso – spiega ancora Geraci – dell’opera dell’artista rimane soltanto la facciata, dato che il resto è stato demolito nel 2007 dalle ruspe per far posto al parcheggio di un supermercato adiacente. Intrappolata dietro una rete di metallo, scolorita e avvolta dalla vegetazione, Casa Cammarata, il “castello” di Maregrosso, sopravvive ancora all’azione erosiva del tempo e dell’uomo, sebbene pesantemente mutilata».
«Purtroppo – conclude l’esponente del M5S – sono ancora troppi i messinesi che non conoscono il valore e l’importanza dell’artista e delle sue opere, che in alcuni tratti ricordano involontariamente il “parc guell” di Gaudì a Barcelona. È nostro dovere riportare l’opera agli antichi splendori, restituendola alla fruizione della città e facendo della “casa del puparo” un’attrattiva turistica di respiro internazionale, proprio come “Il castello incantato”, suggestivo museo a cielo aperto realizzato da Filippo Bentivegna a Sciacca (Ag) oggi valorizzato e visitato da tanti turisti».