Gli schieramenti e le perplessità nel Pd che si prepara al congresso d'ottobre

Gli schieramenti e le perplessità nel Pd che si prepara al congresso d’ottobre

Gli schieramenti e le perplessità nel Pd che si prepara al congresso d’ottobre

venerdì 14 Agosto 2009 - 10:30

I candidati forti in Sicilia sono Lupo e Lumia, sostenuti a Messina dall'area Genovese e dai -dissidenti- del gruppo Bottari-Silvestro-Panarello-Saitta

E’ un’estate dove la parola vacanza non si addice al fermento che si riscontra nei partiti, che si preparano alla stagione congressuale d’autunno. In particolare il Partito Democratico, reduce da una serie di tornate elettorali dalle quali è uscito sconfitto, vive una fase decisiva, in concomitanza con le spaccature che, soprattutto in Sicilia, contraddistinguono i primi mesi di vita del neonato Pdl. A livello nazionale il duello principale è tra Dario Franceschini e Pierluigi Bersani, con Ignazio Marino a fare da terzo incomodo. Il terreno di scontro è essenzialmente il sistema di alleanze sul quale dovrebbe fondarsi il Pd: Franceschini, che segue la scia dell’ex segretario Veltroni, porta avanti l’idea di un partito autosufficiente. Bersani, invece, punta ad un allargamento della coalizione, tanto a sinistra quanto al centro. In tutto questo Marino fonda la propria mozione sul tema della laicità.

In Sicilia i candidati alla successione di Francantonio Genovese alla segreteria regionale sono quattro: Giuseppe Lupo, palermitano, deputato regionale, espressione della mozione Franceschini, sostenuto dunque dalla segreteria uscente; Giuseppe Lumia, ex presidente della commissione Antimafia, candidato autonomo, sul quale però verrà dirottata buona parte dei voti dell’area Bersani, soprattutto a Messina e provincia; il candidato ufficiale della mozione Bersani in realtà è Bernardo Mattarella, mentre l’area Marino sostiene Giuseppe Messina.

A Messina, come si può intuire, la partita si giocherà sul duello tra Lupo, sostenuto da Genovese e i suoi seguaci, e Lumia, sul quale si concentrano le forze dei cosiddetti -dissidenti- del partito, che fanno riferimento al quartetto Bottari-Silvestro-Panarello-Saitta. Nessuno, infatti, si è al momento schierato con Messina, anche se qualcuno prima o poi verrà fuori per piazzare la casella prima del congresso. In realtà anche all’interno della mozione Franceschini esiste un gruppo in movimento che ha come riferimento nazionale Piero Fassino e che ha tra i suo esponenti il segretario comunale Giuseppe Grioli. Un gruppo che, al momento, non pare intenzionato a costituirsi in corrente, così come non intende farlo Fassino, che sostien a spron battuto Franceschini, anche scontrandosi con Bersani.

Secondo il segretario provinciale del Pd, Pippo Rao (Lupo-Franceschini), «Messina si presenta forte a questo congresso. Forte soprattutto delle circa 13mila tessere sottoscritte nella provincia. E’ una conferma di quanto avviene da anni, conferma che continua e procede bene quella fase di radicamento sul territorio avviata da Genovese e sul quale le segreterie continuano a lavorare. Forte anche del lavoro svolto da segretario regionale da Genovese». Sui metodi di quest’ultimo si è instaurato un dibattito interno al partito mai del tutto esauritosi. «Genovese è stato segretario nel momento nel momento più delicato della storia del partito. E’riuscito a tenere salda la situazione interna e ha retto la botta alle europee dove tutti si aspettavano un vero tracollo. Ha mantenuto stabile e unita l’area dei cattolici democratici del partito». E i dissidenti? «Siamo consapevoli che anche una dialettica forte può portare a buoni risultati, purché però si rispettino i numeri, le maggioranze e le minoranze. Il confronto è sinonimo di democrazia e voglia di partecipazione, quindi ben venga anche se aspro, purché poi si faccia cerchio intorno al progetto politico».

Di tutt’altra idea Angela Bottari, espressione di quella -opposizione interna- all’area genovesiana del partito che più volte si è distinta per posizioni di contrasto. «Paghiamo un altissimo prezzo per non aver fatto il congresso regionale un anno fa, subito dopo le elezioni politiche e regionali. Il partito in questo periodo è rimasto fermo, l’unica iniziativa politica è arrivata dal gruppo parlamentare Ma una linea politica la si costituisce fuori dalle istituzioni, non dentro i palazzi. In questo anno avremmo potuto discutere dei temi della Sicilia al di là del dibattito nazionale, che finisce per influenzare negativamente quello locale». Bottari spiega di aver scelto di sostenere Lumia «perché è al di sopra delle mozioni, e con lui abbiamo condiviso la battaglia per lo Statuto e per l’autonomia del partito. Sono convinto che il Pd nazionale o è l’insieme dei partiti delle regioni con la loro autonomia, o non esiste, perché il Pd non può essere un partito centralista».

(nelle foto: Franceschini e Bersani; Lupo; Lumia)

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