Riunione nel centrosinistra, gli oltre 300 emendamenti non verranno ritirati. Caprì e Barbalace: «Niente prediche dall’Udc». La commissione d’inchiesta sui debiti fuori bilancio ferma al palo, il presidente domani annuncerà le dimissioni
Chiamatelo ostruzionismo, chiamatela opposizione strumentale. Il punto è che il Pd non arretra e dalla riunione di oggi, tra la linea morbida e la linea dura, viene fuori vittoriosa quest’ultima: gli oltre 300 emendamenti al Piano triennale delle opere pubbliche non verranno ritirati, nonostante l’appello lanciato ieri dall’assessore Gianfranco Scoglio. «Questa amministrazione, e il sindaco in particolare, non ha alcun dialogo né con l’opposizione né con l’intero Consiglio, – accusano i firmatari degli emendamenti, Nicola Barbalace e Giorgio Caprì – se hanno i numeri gli emendamenti potranno essere votati e, se lo riterranno, bocciati in poco tempo. Non si può certo addebitare a noi il ritardo col quale siamo arrivati a discutere del Triennale, visto che proprio noi avevamo chiesto che venisse votato prima del bilancio, a luglio». Barbalace e Caprì respingono al mittente anche le dichiarazioni rilasciate ieri da Bruno Cilento dell’Udc, il quale aveva detto provocatoriamente che «il Pd ritirerà gli emendamenti per la vergogna». «E’ singolare – affermano i due consiglieri del centrosinistra – che la predica giunga proprio dall’Udc e dal gruppo di D’Alia, cioè quel partito che ha ostacolato realmente la votazione del Triennale quest’estate. Se c’è qualcuno che deve vergognarsi, non siamo certo noi».
Rimanendo in casa Pd, Felice Calabrò ha confermato che nella seduta di consiglio comunale che si terrà domani pomeriggio annuncerà le proprie dimissioni da presidente della commissione d’inchiesta sui debiti fuori bilancio. La commissione, istituita nel marzo scorso su proposta di Pippo Ansaldo dell’Udc, non è mai stata, di fatto, operativa. «I continui rinvii – spiega Calabrò – sono stati dovuti prima all’approvazione del bilancio, poi alle ferie estive e dunque alla querelle sulla commissione Ponte». La settimana scorsa il duro attacco di Ansaldo, che ha accusato Calabrò di non far lavorare la commissione, da qui le dimissioni dello stesso. «Sicuramente ci sarà qualcuno più bravo di me – afferma polemicamente – a far partecipare alla commissione qualcuno in più rispetto ai 2-3 consiglieri che regolarmente si presentavano. Di certo non ci sto ad essere massacrato per colpe non mie». Intanto, a proposito di debiti fuori bilancio, già la prossima settimana dovrebbe essere pronta la ricognizione avviata dalla ragioneria generale presso i vari uffici comunali. Quanto sarà ampio, stavolta, il buco nero di Palazzo Zanca?