La destinazione delle risorse segue la forza politica di chi le reclama
Possibile che ci sia ancora qualcuno convinto che il Ponte sia barattabile con altri interventi sul territorio messinese, siciliano o meridionale che sia?
Che ci sia qualcuno che crede, realisticamente, che i soldi del Ponte – ammesso che ci siano veramente – siano nella disponibilità del Comune o della Provincia o della Regione?
Cerchiamo di ragionare al di fuori del populismo e delle illusioni, senza continuare a nutrirci di parole prive di senso.
Delle due, l’una: o i soldi del Ponte ci sono o non ci sono.
Se non ci sono è inutile perdere tempo a parlarne.
Se ci sono, sono in buona parte di privati – come afferma il Governo, Micciché in testa (ma cosa fa al Cipe, dorme?) – o in buona parte pubblici.
Se sono dei privati, li investiranno dove ritengono di poter lucrare, non certo nella messa in sicurezza del territorio messinese.
Se sono pubblici, sono dello Stato ed è il Governo, attraverso il Cipe, a decidere cosa farne.
Ebbene, qualcuno crede che il Governo, se non si fa il Ponte, utilizzerà queste risorse a favore del territorio messinese? O siciliano?
Queste decisioni vengono prese per imposizione di Berlusconi – come ha fatto, finora, col Ponte – o per la forza politica di chi le sostiene. Lega e partito -romano- non permetteranno mai di dirottare qualche miliardo verso la sola Sicilia e ci lasceranno solo briciole.
O niente del tutto.
Abbiamo capito tutti cosa sono i sequestri di piscine, spogliatoi, foresterie, parcheggi e attrezzature varie, avvenuti a Roma nei giorni scorsi? Destinatari 11 Circoli sportivi della capitale?
I circoli sono il Canottieri Aniene, il Tevere remo, il Tiro a Volo dei Parioli, il Flaminio, il Salaria sporting Village e così via. L’accusa è di aver utilizzato scorrettamente i soldi pubblici destinati a migliorare gli impianti della capitale in vista dei campionati mondiali di nuoto.
Un po’ come se una parte dei soldi destinati all’ampliamento degli approdi di Tremestieri fosse destinata ad abbellire le strutture del Circolo dei Canottieri o del Tennis e Vela di Messina perché frequentati dagli equipaggi delle navi. Solo che responsabili e soci di questi Circoli non si sognerebbero mai neanche di pensare a una cosa simile, mentre a Roma l’hanno fatto e lo ritengono assolutamente legittimo – e magari lo è, in base alle norme che sono state promulgate -, indipendentemente dall’entità delle somme spese.
Il fatto è che bisogna distinguere tra chi spende (lo Stato) e chi ottiene benefici dalla spesa (proprietari e utenti degli impianti); per questi ultimi più lo Stato spende, meglio è.
La stampa nazionale e i programmi di approfondimento televisivi ne parlano poco o nulla, vale la pena chiedersi perché.
La risposta sta nella forza politica e nella trasversalità della lobby romana.
Pure noi abbiamo contribuito a rafforzarla quando abbiamo votato liste ai cui primi posti erano stati collocati candidati imposti da Roma e estranei alla nostra terra.
A destra come a sinistra.
Adesso vogliono le Olimpiadi del 2020, spacciandole come un’opportunità per il Paese e, per raggiungere la maggioranza necessaria in Parlamento, hanno inventato una innaturale alleanza con Venezia e col Nord.
Altro che messa in sicurezza preventiva del torrente Giampilieri!
La forza del Partito del Nord e di quello filo-romano è infinitamente maggiore di quella dell’MpA e delle modeste frange -autonomiste- del Pdl siciliano.
Almeno fino a quando i Meridionali non la finiranno di illudersi su -diritti- che esistono solo nei loro sogni.
E poi, l’Italia è tutta un dissesto idrogeologico, per sistemare solo le situazioni più gravi in Sicilia e Calabria servirebbero decine e decine di miliardi.
Non parliamo del resto del Paese.
Basti pensare che, sulle pendici del Vesuvio, in un’area di gravissimo pericolo, rischiano la pelle centinaia di migliaia di persone.
Ancora qualcuno crede che i miliardi del Ponte – ammesso che ci siano e siano pubblici – possano onestamente e legittimamente venire destinati alla provincia di Messina?
Questo non vuol dire affatto essere favorevoli al Ponte, ma finiamola di illuderci o, peggio, di ingannare la gente affermando che le somme risparmiate non facendolo possano restare in Sicilia.
A meno che le manifestazioni contro il Ponte non abbiano come scopo principale quello di tenere vive le truppe dell’antiberlusconismo.
Se così fosse, sarebbe solo un sistema mutuato dai berluschini per prendere in giro i cittadini.