I due consiglieri interrogano il sindaco, avanzando l’ipotesi che la revoca degli incarichi a Pizzino e Rodriquez possano portare ad un danno erariale: la legge dice che il Comune dovrebbe pagarli ugualmente
Dal 29 settembre scorso, da disposizione commissariale, è l’Anas a condurre le attività connesse ai lavori per gli svincoli Giostra e Annunziata, anche se solo parzialmente. Ma ci sono aspetti, come la revoca degli incarichi a Mario Pizzino e Giuseppe Rodriquez, rispettivamente Rup e direttore dei lavori, che rischiano di tramutarsi in boomerang. Con lo spettro della illegittimità e del possibile danno erariale. Ad avanzare dubbi e perplessità sulla decisione assunta dal sindaco Giuseppe Buzzanca nelle vesti di depositario dei poteri speciali per l’emergenza viabilità, sono due consiglieri comunali: Nino Barone del Pd e Nello Pergolizzi, che nel Pdl rappresenta la frangia più avversa al primo cittadino, quella che si riconosce nel deputato nazionale Carmelo Briguglio. La più importante riguarda, come detto, la revoca degli incarichi: Rodriquez, infatti, avrebbe già presentato una parcella da quasi 700 mila euro, che il Comune, stando alla legge, dovrebbe essere costretto a riconoscergli.
Andiamo per ordine. Pergolizzi e Barone ricordano che l’Anas, attraverso il suo presidente Pietro Ciucci, ha espresso la propria disponibilità a subentrare in tutte le attività connesse solo a due opere: i lavori per la costruzione dello svincolo autostradale di Giostra, collettore autostradale nord da svincolo Giostra ad Annunziata, svincolo autostradale Annunziata 1° e 2° lotto, svincolo autostradale Giostra; i lavori relativi al collegamento nord tra Giostra e Annunziata e lo svincolo Annunziata. I lavori relativi al 3° Lotto (costruzione dello svincolo autostradale Giostra, collettore Autostradale nord da svincolo Giostra ad Annunziata, svincolo autostradale Annunziata – 3° Lotto: collettore nord – svincolo Annunziata), essendo in fase di ultimazione, rimarranno ad esclusivo carico del Comune di Messina.
«Le condizioni, sia di carattere economico-finanziario che di carattere tecnico, del subentro di Anas nei lavori dei predetti Lotti – aggiungono Pergolizzi e Barone – saranno oggetto di una apposita convenzione da stipularsi tra le parti». E arriviamo alla revoca degli incarichi a Pizzino e Rodriquez. Disposizione con la quale, sottolineano i consiglieri, «si dispone il passaggio di consegna degli atti all’Anas e nel contempo si attesta il comportamento deontologico e tecnicamente ineccepibile sia del dirigente comunale che del professionista. Tuttavia, le ragioni poste a base della revoca degli incarichi ai due professionisti risultano essere non adeguatamente motivate».
In particolare viene citata la normativa vigente in materia (la legge 2 marzo 1949, n. 143), secondo la quale, in breve, «la sospensione per qualsiasi motivo dell’incarico dato al professionista non esime il committente dall’obbligo di corrispondere l’onorario relativo al lavoro fatto e predisposto. Rimane salvo il diritto del professionista al risarcimento degli eventuali maggiori danni, quando la sospensione non sia dovuta a cause dipendenti dal professionista stesso». Dunque, continuano Pergolizzi e Barone, in base alla legge «sembrerebbe che l’Amministrazione comunale, in caso di sospensione, per qualsiasi motivo, dell’incarico professionale, sia obbligata a corrispondere al direttore dei lavori l’onorario relativo al lavoro svolto», che nel caso in questione dovrebbe ammontare, secondo i calcoli effettuati dai due consiglieri, a circa 700 mila euro. Cioè poco più di quanto effettivamente chiesto, attraverso parcella, da Rodriquez.
Pergolizzi e Barone chiedono allora al sindaco se «alla luce di quanto sopra esposto possano essere riscontrate anomalie o contraddizioni tali da far propendere per l’illegittimità o l’inopportunità dei provvedimenti di revoca e se, in ogni caso, nella vicenda specificata si possano ravvisarsi estremi tali da esporre, oggi anche solo potenzialmente, l’Ente Comune al rischio di danno erariale e di un contenzioso, per l’ipotesi di future pretese di ordine economico da parte dei professionisti, in quanto la sospensione non è dovuta a cause dipendenti dai professionisti stessi». I due si chiedono quasi siano i motivi «che hanno portato alla revoca dell’incarico ai professionisti prima di conoscere nel dettaglio se le condizioni di affidamento della conduzione di tutte le attività connesse dei lavori all’Anas siano più vantaggiose per l’Ente Comune» e di conoscere «se l’impresa Ricciardello, nuova aggiudicataria dell’appalto, ha preannunciato la presentazione di una perizia di variante o se al contrario si sia impegnata ad effettuare i lavori previsti secondo quanto previsto nell’originario disciplinare d’incarico».
(foto Dino Sturiale)