Approvata (nonostante le bizze del nuovo sistema elettronico) la proposta di delibera bi-partisan che verrà trasmessa alla Regione
Il consiglio comunale ha impiegato più a tempo a capire come funzionasse il nuovo sistema elettronico dell’aula che a votare delibere e ordini del giorno, ma alla fine ce l’ha fatta. Dopo settimane di pausa, causa “restyling” dell’aula consiliare appunto, è stata approvata la delibera con la quale Palazzo Zanca si pone in netta contrapposizione all’ipotesi di privatizzare l’acqua. Delibera che verrà inviata alla Regione e che esprime un concetto fondamentale: l’acqua è un bene comune essenziale ed indisponibile e come tale va riconosciuto e garantito a tutti.
Non a caso si tratta di una delibera perfettamente “bi-partisan”: promotori, infatti, sono stati il presidente del Consiglio Pippo Previti (Mpa) e i consiglieri Felice Calabrò e Simona Contestabile (Pd), Giorgio Muscolino (Udc) e Pippo Capurro (Pdl). Il concetto di base è semplice: i Comuni, in quanto responsabili dell’igiene e della salute dei cittadini, non possono essere privati di usufruire di un servizio pubblico essenziale qual è appunto quello idrico. « L’acqua – sostengono – deve essere considerato un bene comune e pubblico e non può diventare una merce meramente condizionata dal mercato e dal profitto. La cessione della gestione dell’acqua ad un soggetto privato non è certamente in grado di garantire investimenti e qualità del servizio soprattutto in zone scarsamente popolate. Affidare ad un soggetto privato la gestione del servizio idrico potrebbe quindi comportare il rischio di un aumento delle bollette a fronte di un peggioramento del servizio ed un blocco degli investimenti per ammodernare reti obsolete su cui non si investe da anni».