Viale Giostra, una guerra fra poveri?

Viale Giostra, una guerra fra poveri?

Viale Giostra, una guerra fra poveri?

sabato 13 Ottobre 2007 - 11:53

Entro gennaio verranno assegnati nuovi alloggi, “contesi- tra gli abitanti delle baracche e quelli delle casette. L'ing. Caminiti: «Ci sarà posto per tutti»

Baracche contro casette. Ovvero, un’autentica guerra fra poveri. Questo lo scenario che si sta delineando sul viale Giostra, ed in particolare nella zona della salita Tremonti, proprio ai piedi del seminario arcivescovile. Oggetto del contendere, la futura assegnazione degli alloggi popolari che lo Iacp sta ultimando di edificare, ma il “nemico comune-, se così possiamo definirlo, sarebbe Palazzo Zanca, e la destinazione che gli uffici competenti daranno a queste abitazioni.

In realtà, secondo l’ing. Giovanni Caminiti, capo dipartimento Politiche della casa, Risanamento ed Edilizia residenziale pubblica, più che una guerra fra poveri rischia di diventare una «speculazione» senza fondamento. «Abbiamo fatto un sopralluogo – dice Caminiti – proprio per verificare lo stato dei lavori. Le prime proteste degli abitanti le potevo capire, perché si pensava che alcuni alloggi sarebbero stati ultimati prima, e allora nasceva il problema di chi aveva diritto di precedenza. Ma adesso abbiamo potuto constatare che gli alloggi sono in fase di ultimazione e sono tutti allo stesso punto, dunque a meno di imprevisti, ci sarà posto per tutti». Caminiti spiega come tempo fa i rappresentanti degli abitanti della zona avessero incontrato il sindaco Genovese, ed in particolare i residenti delle casette basse chiedevano una sub-graduatoria che li posizionasse davanti ai baraccati. Questo perché si temeva, inizialmente, che il numero previsto di alloggi, 43 più 45, si riducesse solo ai primi 43, lasciando un vuoto. Invece il numero attuale è di 43 più 33, per un totale di 77 alloggi, utili a soddisfare l’intera graduatoria. C’è da chiedersi che fine abbiano fatto gli altri 12, «una palazzina che non è stata ancora edificata», afferma Caminiti. Ma salvo complicazioni, ci dovrebbe essere posto per tutti, e il timore a questo punto è che qualcuno, secondo il dirigente del Comune, voglia specularci su. Sui tempi, Caminiti non può essere preciso, essendo in attesa delle carte definitive da parte dello Iacp. «Entro un mesetto i lavori dovrebbero essere ultimati, – spiega – a quel punto si procederà con la consegna in custodia, per permettere agli assegnatari di prendere visione degli alloggi per l’arredamento e quant’altro, mentre per andarvi ad abitare in maniera definitiva bisognerà attendere l’abitabilità, che dovrebbe giungere entro la fine dell’anno».

Questione di tempo, dunque. Stando alle dichiarazioni dell’ing. Caminiti, questa guerra fra poveri non avrebbe ragione d’esistere. Ma la preoccupazione sta anche nel fatto che oggi, nel 2007, ci sia gente che vive ancora in queste condizioni disperate, come testimonia la nostra fotogallery (foto Dino Sturiale). Tombini dentro casa, che col maltempo saltano riempiendo di liquami e scarichi di fogna le abitazioni; tubi che spuntano come autentiche armi dal nulla, diventando un pericolo per l’incolumità delle persone. Ci viene raccontato il caso di un bambino, ad esempio, che giocando si è amputato il dito di un piede (come si può vedere in una delle foto) a causa di un tubo dell’acqua venuto fuori dal terreno. Adesso mangia tantissimo, rischiando l’obesità, perché convinto che così gli ricrescerà il dito. Storie allucinanti, ma di una vita quotidiana reale a pochi passi da quei Palazzi in cui si discute, ogni giorno, del futuro di questa città.

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