Il suo telefono ha trillato giorno e notte, per un intero anno. All’altro capo, centinaia di uomini, che si aspettavano la voce suadente della centralinista di una chat line erotica. Invece si trattava di una ignara casalinga messinese settantenne, che dopo 12 mesi di tormento telefonico ha citato in giudizio l’emittente televisiva che ha diffuso, forse per errore, il suo numero telefonico, anziché quello della chat line che avrebbe dovuto essere pubblicizzata negli spot.

Stamattina il giudice monocratico di Messina, Salvatore Venuto, ha condannato ad un’ammenda di 400 euro Giorgio Tacchino, di Castelletto d’Orba, in provincia di Alessandria, rappresentante legale di una nota emittente televisiva nazionale, specializzata proprio negli spot commerciali. L’emittente dovrà anche risarcire i danni morali, da liquidare in sede civile, alla signora che dal gennaio al dicembre 2005 ha ricevuto le telefonate dei clienti della chat, attirati dal numero pubblicizzato in tv. Numero che corrispondeva in tutto e per tutto, ad eccezione dell’ultima cifra, a quello della casalinga messinese. Un errore che però è diventato un tormento per l’anziana, la quale, dopo lo choc delle prime telefonate, s’è armata di coraggio e, fingendosi davvero la telefonista di una linea erotica, ha indagato con gli uomini che l’avevano chiamata. Scoprendo così che il proprio numero scorreva in sovra impressione, negli spot della nota emittente televisiva. La signora si è rivolta così all’avvocato Giuseppe Ventura, che ha patrocinato la donna nella causa penale. Oggi il giudice ha condannato il legale rappresentante della nota televisione. La fine di un -incubo caldo-, per la settantenne.