Omicidio Muscolino. 4 ergastoli e 2 condanne per gli slavi che hanno assaltato la villa di Contrada Chianchitta

Omicidio Muscolino. 4 ergastoli e 2 condanne per gli slavi che hanno assaltato la villa di Contrada Chianchitta

Omicidio Muscolino. 4 ergastoli e 2 condanne per gli slavi che hanno assaltato la villa di Contrada Chianchitta

lunedì 19 Novembre 2007 - 17:21

Si è chiuso con quattro ergastoli e due condanne a 5 anni il processo per l’omicidio di Pancrazio Muscolino, l’imprenditore di Giardini Naxos che ha perso la vita nel corso della rapina alla villa da parte di una banda di slavi del campo nomadi di Agrigento, il 12 settembre 2005. Oggi pomeriggio la Corte d’Assise di Messina ha condannato all’ergastolo Slobodan Dimitrijevic, 38 anni, Milovan Dimitrijevic, 42 anni, Voikan Dimitrijevic, 30 anni, Zarco Fetovski, 42 anni. 5 anni a testa, invece, per Dujuka Dimitrijevic, 21 anni, e Vesna Radosavljevic, le due donne accusate di aver fatto da basiste per il colpo, sfociato tragicamente. Erano state individuate come quelle che, giorni prima dell’assalto alla villa, chiedevano l’elemosina all’esterno dei due supermercati di Muscolino e che, secondo gli inquirenti, sarebbero state le basiste del colpo finito in tragedia. L’accusa, rappresentata dal pm Vincenzo Cefalo, aveva chiesto i 4 ergastoli, e la condanna a 6 anni ed il pagamento di una multa per le due donne. Si chiude così in primo grado uno dei due tronconi processuali scaturiti dall’inchiesta sulla morte dell’imprenditore di Giardini Naxos, che ha pagato con la vita il tentativo di reagire alla rapina che il commando di slavi provenienti dal campo nomadi di Agrigento ha tentato nella sua villa.

Sotto processo per l’omicidio dell’imprenditore c’erano i componenti del commando che avevano dato l’assalto alla villa di Contrada Chianchitta ed altre persone accusate a vario titolo. Gli slavi, partiti dal campo nomadi di Agrigento, hanno dato l’assalto all’abitazione dell’imprenditore, noto per la gestione dei due supermercati, armati fino ai denti ma con la sola intenzione di portarsi via il contenuto della cassaforte. Il padrone di casa ha però tentato la reazione, scatenando il conflitto a fuoco che causò la sua morte ed il ferimento del figlio.

Gli undici uomini che avevano tentato il colpo si sono poi dati alla fuga, abbandonando sulla via del ritorno verso Agrigento un giovane componente del commando, morto in seguito alle ferite riportate nel corso della rapina. Il suo cadavere è stato ritrovato, l’indomani mattina, sulla spiaggia di Villafranca. Dopo la tragedia, il campo nomadi di Agrigento si è svuotato ed i nomadi sono fuggiti verso il nord Italia. Molti di loro furono bloccati nel corso delle retate scattate in diverse città italiane, nel giro di 24 ore dall’assalto.

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