In piazza contro la 'ndrangheta: l'orgoglio di Reggio dopo la vergogna degli applausi al boss

In piazza contro la ‘ndrangheta: l’orgoglio di Reggio dopo la vergogna degli applausi al boss

In piazza contro la ‘ndrangheta: l’orgoglio di Reggio dopo la vergogna degli applausi al boss

martedì 27 Aprile 2010 - 17:50

La città si ribella, indignata, ai vergognosi applausi nei confronti del boss: organizzati diversi sit-in a sostegno delle forze dell'ordine, la politica risponde compatta

Reggio non ci sta, e spinta dal proprio orgoglio decide di scendere in piazza per cancellare la vergognosa immagine ed etichetta di ‘Città Mafiosa’ che si sente addosso dopo quello che è successo, poche ore fa, di fronte la questura: disordini e tafferugli prima, applausi poi. Ma non nei confronti delle forze dell’ordine e dei rappresentanti dello Stato che avevano portato a segno uno dei colpi più duri nei confronti della criminalità organizzata reggina, ma invece nei confronti del boss Giovanni Tegano, definito -un uomo di pace-.

A battere le mani non erano in pochi: cinquanta, cento, forse di più come si vede benissimo dai video online su Youtube. Ma la città è indignata e furibonda, così ha deciso di scendere in piazza per testimoniare tutta la propria vicinanza a chi quotidianamente lavora per ripristinare ordine, giustizia e legalità in una terra così difficile.

La società civile, le associazioni, numerosi cittadini spontanei e tutte le forze politiche si sono compattate e si stanno ritrovanto per un primo sit-in proprio di fronte la Questura, dove si replicherà con una manifestazione ancora più grossa domattina alle ore 12:00.

Emblematiche le note diffuse soprattutti dai rappresentanti giovanili del mondo politico, sugli stessi toni nonostante le divisioni partitiche. Ad esempio Giovanna D’Agostino dell’Italia dei Valori dice, nei confronti di quei pochi che hanno applaudito il boss, che -hanno offeso non solo il lavoro dei nostri poliziotti ma hanno offeso noi e le nostre dignità. Da calabrese io dissento totalmente da tale infimo e viscido comportamento e mi schiero maggiormente dalla parte della legalità invitando tutti i giovani e i cittadini come me, con un cuore ed un animo puro e alieno da brutture e corruzioni, di trovarsi domani alle 12 dinanzi la Questura per urlare, lontani dalle logiche partitiche, la nostra voglia di riscatto, dal tagliare le catene che ci legano a condizioni di umiliazioni ed arretratezza ed applaudire chi lavora per noi e con noi affichè la Calabria divenga terra di gente libera e migliore capace di dire di No a chi la vuol tenere sottomessa,povera ed impaurita-.

Dall’altro fronte si mobilita Azione Giovani: -Reggio è una città Viva! Reggio non dorme, e non si nasconde dietro i vetri delle finestre. La vergogna per la calca rumorosa di coloro che si ostinano a vivere nel puzzo e nell’odio della ‘ndrangheta ci ha lasciato di sasso, quasi inebetiti. L’umiliazione subita oggi dalla nostra comunità, da parte di persone che non osiamo definire più nostri concittadini, sebbene purtroppo lo siano, è stata troppo grave. Urge un risveglio delle coscienze, non banale e scontato. Un risveglio che passi dalla presenza fisica nel luogo dove l’anti Stato ha voluto sfidare i cittadini di Reggio. Per questo motivo la comunità militante di Azione Giovani – Giovane Italia ha deciso di recarsi di fronte la Questura di Reggio Calabria per un sit-in di incoraggiamento nei confronti delle forze dell’ordine, un chiaro e netto sostegno a favore dello Stato e di tutte quelle persone che lo rappresentano sul nostro territorio, svolgendo con sacrificio il proprio lavoro. Chiediamo a tutte le forze positive di questa città di prendere parte alla nostra sollevazione spontanea. Che ci siano bandiere, striscioni, colori e quant’altro possibile. E’ necessario riconoscerci e farci riconoscere. Non siamo anonimi e ci siamo. Vogliamo difendere la nostra terra-.

Già dopo la bomba alla Procura Generale, nei primissimi giorni del 2010, la città in più occasioni s’era ritrovata in piazza testimoniando solidarietà ai magistrati e alle istituzioni colpite dalle intimidazioni della ‘ndrangheta.

Forse, anche a livello socio/culturale, qualcosa inizia a muoversi davvero.

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