È interprete e regista della commedia in giallo -L'inganno- di Anthony Shaffer, in scena dal 12 al 16 maggio. Accanto a lui Roberto Sturno
Glauco Mauri, uno dei maggiori attori italiani di tutti i tempi, è il protagonista, insieme con Roberto Sturno, della commedia in giallo -L’inganno- di Anthony Shaffer, che chiude, dal 12 al 16 maggio, sul palcoscenico del Vittorio Emanuele, la stagione di prosa dell’Ente Teatro di Messina. Una conclusione, dunque, ad altissimo livello, tanto più che il testo di Shaffer, che vanta ben due riduzioni cinematografiche, è uno dei maggiori successi teatrali in tutto il mondo.
Nel 1972 Shaffer, fratello di Peter, ricevette il prestigioso “Premio Award” per la migliore commedia dell’anno: era appunto “Sleuth” (questo il titolo originale) che cominciò così la sua fortunatissima carriera scenica. “Sleuth” definito dalla critica un thriller-psicologico e che nell’elaborazione di Glauco Mauri (anche regista) prende il titolo de “L’inganno”, ebbe un tale successo che fu subito adattato per il cinema. Con la regia di Joseph L. Mankiewicz e il titolo -Gli insospettabili-, fu interpretato da Laurence Olivier e Michael Caine. Nel 2007 c’è stata un’altra versione cinematografica, con la regia di Kenneth Branagh, interprete ancora Michael Caine, stavolta con Jude Law; la sceneggiatura era firmata dal premio Nobel Harold Pinter.
La prima teatrale della commedia si svolse a Londra, all’Ambassadors Theatre con Anthony Quayle e Keith Baxter diretti da Clifford Williams; successivamente la pièce debuttò al Music Box Theatre di Broadway. A New York rimase in scena per ben quattro anni mentre a Londra le repliche si protrassero per otto anni. Citiamo anche il fortunato adattamento francese dal titolo “Le Limier” che vide tra i suoi interpreti principali Jacques Weber e Philippe Torreton,e rimase in cartellone a Parigi per più di una stagione. Tuttora lo spettacolo viene replicato nei maggiori teatri di tutto il mondo.
Qual è il motivo di tanto successo e tanto gradimento del pubblico? Anthony Shaffer certamente propone in questo suo testo tutte le sue abilità di sceneggiatore di gialli. Di rilievo, infatti, sono le sue collaborazioni con Alfred Hitchcock e numerosi sono gli adattamenti per lo schermo di alcuni dei più famosi romanzi di Agatha Christie.
Ma c’è qualcosa di molto di più nel fascino di questa commedia: ironia, dramma, gioco, comicità e sorprendenti colpi di scena creano un’atmosfera di grande e divertita tensione. Due uomini giocano a ingannarsi, a ferirsi nei loro più intimi sentimenti in un gioco che spesso sfocia in una farsa feroce. Ma, come accade spesso nella vita, la farsa che umilia le debolezze dell’uomo si tramuta in un dramma dove l’uomo rimane vittima di se stesso. E non a caso il gioco termina con lo sghignazzo di un pupazzo meccanico che inerte ha assistito alla scena e che ci dice, lui senza anima, quanto pazzi siano gli uomini che giocano a ingannarsi e a farsi del male.
Scene di Giuliano Spinelli, costumi di Simona Morresi, musiche di Germano Mazzocchetti.
Teatro Vittorio Emanuele: 12, 14 e 15 maggio, ore 21; 13 e 16 maggio, ore 17,30
Prezzi: platea 30 euro (ridotto 23), prima galleria 20 euro (15), seconda galleria 8 euro (5)