Giulia Ramires da Messina al set con Ornella Muti passando per la Francia

Giulia Ramires da Messina al set con Ornella Muti passando per la Francia

Pierluigi Siclari

Giulia Ramires da Messina al set con Ornella Muti passando per la Francia

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venerdì 11 Gennaio 2019 - 06:40
L'intervista

Apparsa di recente sui teleschermi italiani grazie alla sua partecipazione al film Wine to love (trasmesso da Raiuno venerdì 4 dicembre e risultato il programma più visto in prima serata), Giulia Ramires, nata a Messina ventisette anni fa, ha deciso di intraprendere la strada della recitazione più tardi di molti suoi colleghi.

“Ho iniziato a studiare danza a otto anni” racconta Giulia, “in varie scuole di Messina, ma soprattutto presso la scuola Prioli. Prima modern jazz, poi danza classica. Sempre da bambina, mio padre (Giuseppe Ramires, presidente dell’Associazione musicale Vincenzo Bellini) mi ha avvicinata al cinema, facendomi vedere anche film che non tutti proporrebbero a dei bambini, come Shining per esempio. Anche se ero molto affascinata dal cinema, mi consideravo solo una spettatrice. Tra i tredici e i quattordici anni ho partecipato a un laboratorio scolastico di scrittura e regia, venendo poi scelta dal regista Francesco Calogero per interpretare la protagonista del successivo cortometraggio, ma la reputai una bella esperienza che finiva lì. All’epoca la mia vera passione era la danza”.

A diciotto anni, però, Giulia prende una decisione importante: “Rifiutai di sostenere un provino per entrare nella Compagnia del Teatro dell’Opera di Roma, nonostante in molti sostenessero che avevo delle ottime potenzialità. Amavo, e amo, la danza, ma temevo che la vita della ballerina professionista non facesse per me. Mi sono comunque trasferita a Roma, per studiare Storia dell’Arte. Sono anche entrata in una compagnia di teatro/danza, ma per passione, non con ambizioni professionali, in quel momento ero concentrata in pieno sullo studio.

Il richiamo del cinema, però, trova il modo di arrivare a Giulia: “Tra le materie a scelta ho optato per Storia del cinema, ed è stato un colpo di fulmine. Mi interessava tutto del cinema, e sono arrivata a guardare anche sei film al giorno. Un po’ per questo, un po’ perché spinta dalla coreografa Paola Scoppettuolo, un po’ perché il teatro/danza ha una forte componente attoriale, mi sono iscritta a una scuola di prosa attoriale diretta da Sarah Biacchi e Tullia Daniele. Oltre a studiare con loro per qualche anno, ho frequentato vari corsi e stage, e ho vinto una borsa di studio per frequentare l’Accademia di Yvonne D’Abbraccio, dove ho imparato a stare davanti alla macchina da presa e ad usare lo sguardo.”

Dopo un percorso di formazione iniziato per caso ma non per questo meno ricco, è venuto il tempo dei primi provini: “E dei primi no” spiega l’attrice, “Certo, i rifiuti non fanno piacere, ma fanno crescere e insegnano tanto. La primissima esperienza è stato un mediometraggio indipendente francese, Love story Montmartre, di Silvio Pistone, girato a Parigi. Serviva un’attrice con le mie caratteristiche, ma non sapevo affatto il francese, e ho dovuto studiare molto, soprattutto la fonetica”.

In seguito, Giulia si getta in quella che sarà forse l’esperienza artistica più importante della sua vita: “Con il mio compagno Eros Salonia (regista a sua volta messinese) abbiamo scritto Metamorphosis, un lungometraggio su una velista che naviga in solitaria e finisce su un’isola deserta dove venivano scaricati materiali radioattivi, che finiscono per avere effetti su di lei. Ci abbiamo scommesso sopra a nostre spese, chiamando una troupe da Roma e girando per un mese, nell’estate del 2017, in Sicilia. Siamo stati per una settimana al largo di Basiluzzo. È stata un’esperienza molto faticosa da vari punti di vista, ma anche altamente formativa. Mi sono confrontata con tutte le difficoltà che riguardano una produzione, e anche fisicamente è stato un lavoro molto intenso. Per prepararmi a interpretare la protagonista, che a causa delle radiazioni subirà una trasformazione verso uno stadio animale, mi sono rinchiusa per un mese, prima delle riprese, per imparare a muovermi, camminare e anche dormire come un animale. Alla fine, abbiamo contattato la casa di produzione Cine 1 Italia, fondata da Pete Maggi, proponendo una sorta di demo, che li ha convinti ad acquistare l’opera. Adesso stanno curando la post-produzione, e non vediamo l’ora che Metamorphosis venga distribuito”.

Nel frattempo Giulia si laurea, e arriva in modo casuale a un provino per Neuilly sa mère, sa mere, seguito di un film del 2009 poco noto in Italia ma che ha avuto grande successo in Francia: “Ho avuto grosse difficoltà con il francese, in fondo per Love story Montmartre avevo trascorso in Francia appena un mese, mentre adesso serviva una buona padronanza della lingua. Ho dovuto promettere al regista che mi sarei messa sotto. Mi sono trasferita a Marsiglia e ho studiato tanto. Quando ci siamo rivisti sia il regista che i produttori sono rimasti colpiti e mi hanno presa. Il film in Francia è rimasto in tutti i cinema per un mese, ed è stato visto da un milione di spettatori”.

Subito dopo, la chiamata per Wine to love, in cui Giulia interpreta Lucy, la figlia diciassettenne di Ornella Muti: “È stato un po’ strano mettermi nei panni di una ragazza molto più giovane di me, per di più figlia di un ex fotomodella (interpretata appunto da Ornella Muti), ma questo è il nostro mestiere. Ornella Muti è una persona molto divertente, con un grande senso dell’umorismo, e con me è stata davvero dolce. Usa la propria esperienza per aiutare il lavoro di tutti, soprattutto dei più giovani. Anche il regista Domenico Fortunato mi è stato molto vicino, e mi ha indirizzata con cura”.

La trasmissione su Raiuno di Wine to love è stata preceduta dalla richiesta, da parte del “Popolo della famiglia”, della rimozione di una scena che mostra un bacio omosessuale: “Credo un bacio così lungo e appassionato tra due uomini non si sia mai visto prima in TV” dice Giulia Ramires, “E trovo semplicemente ridicola quella richiesta. Spiace dirlo, ma nel nostro Paese si trova spesso prova di una mentalità retrograda. Questo è uno dei motivi per cui ho preferito vivere in Francia, dove c’è meno sessismo e più rispetto per il lavoro dell’artista”.

Chiediamo a Giulia di guardare indietro, alla propria carriera, iniziata di recente ma già ricca di esperienza, e di scegliere il momento più emozionante: Col cuore dico tutta la lavorazione di Metamorphosisrisponde l’attrice, essendo un’opera che ho contribuito a creare, la sento un po’ come un figlio. Anche partecipare a Wine to love è stato importante, perché ho avuto modo di capire come funzionano le produzioni di un certo livello”.

Giulia è orgogliosa di tutto il proprio percorso, fatto, come è naturale, da momenti positivi e negativi: “Come dicevo, i rifiuti possono creare delle piccole crisi, bisogna avere le spalle larghe per andare avanti. Un’altra delusione riguarda un progetto per cui ero stata scelta, che sarebbe stato una bella vetrina per me, e che poi non è stato realizzato nonostante tutto sembrasse pronto”.

Scaramanzia e obblighi verso soggetti terzi costringono l’attrice a non anticipare i suoi prossimi progetti, ma possiamo dire che questi si svilupperanno in varie direzioni: “Sarò impegnata su vari fronti, e ho anche un altro progetto personale di scrittura, perché è fondamentale che un attore oggi sia anche in grado di creare qualcosa”.

Chiudiamo con un pensiero su Messina: “Torno a casa meno spesso di quanto vorrei. Questo dipende dai miei impegni, naturalmente, ma spiace anche riscontrare quanto siano cari i voli diretti verso la nostra regione. Ho un legame viscerale per la Sicilia, amo la mia terra, e ogni volta che sono in Sicilia mi sento rigenerata. Concentrandoci nello specifico su Messina, invece, trovo sia un peccato che non si riescano a valorizzare le nostre bellezze, e mi riferisco sia alle due opere di Caravaggio esposte al museo cittadino, sia a quelle della natura e del paesaggio”.

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